27 – 30 dicembre 2022
Palazzo Tupputi, Bisceglie
Il Cineclub Canudo organizza, dal 27 al 30 dicembre 2022 al Palazzo Tupputi di Bisceglie, la ventesima edizione di Avvistamenti (non) è un Festival, con la direzione artistica di Antonio Musci e Daniela Di Niso.
Questa è un’edizione particolare, poiché ricorre il ventennale della nascita del festival nel 2002. Senza farci dominare dall’ansia delle ricorrenze, abbiamo pensato di trasformare questo momento in un’occasione di incontro con vecchi e nuovi amici del festival, per provare a tracciare insieme un bilancio di questi vent’anni e con cui immaginare possibili rotte future. Perché “avvistare” vuol dire guardare lontano, ma anche vedere in anticipo e orientare la rotta verso nuovi linguaggi da esplorare. Avvistamenti è un progetto apolide che esplora la cinematografia sperimentale nel suo complesso rapporto con le altre arti, provando a intrecciarne linguaggi e modalità di fruizione. Dal 2002 promuove un approccio innovativo al video e al cinema d’autore, provando a porli in relazione con le arti performative. In programma, infatti, ci sono sia proiezioni in anteprima regionale di video e film sperimentali, con le due sezioni Made in Italy e Made in Poland, sia performance audiovisive, con la Rassegna di Suoni Immagini Sonimage, che vedono il coinvolgimento di numerosi artisti, provenienti da tutta Italia e dalla Polonia.
Ospite d’onore di questa ventesima edizione è Mimmo Paladino, uno degli artisti italiani più significativi del dopoguerra, le cui opere sono collocate in permanenza in alcuni dei principali musei internazionali, di cui la prima sera del festival si presenta l’intera filmografia in una rassegna intitolata Comete, labirinti e mulini a vento: il cinema di Mimmo Paladino, curata dallo studioso di immagini in movimento Bruno Di Marino.
In programma il 27 dicembre, a partire dalle ore 19, il suo primo lungometraggio in pellicola 35mm, Quijote (2006), seguito dai due cortometraggi Invenzione di Don Chisciotte (2006) e Bruno Munari – Giocosamente (2007). Alle 20.30 si inaugura la mostra a lui deidcata, con le foto di set dei suoi film, realizzate da Pasquale Palmieri e alle 21, l’artista campano è protagonista di una conversazione con il curatore della rassegna, Bruno Di Marino. A seguire la proiezione di altri tre cortometraggi, Labyrinthus (2013), Il Sembra, l’alzolaio (2013), Ho perso il cunto (2017) e per concludere una proiezione a sorpresa in anteprima.
Il 28 dicembre, sempre alle 19, con la rassegna Made in Italy, curata da Antonio Musci, con le proiezioni di Alberto Baroni, La Force (2022), Francesco Dongiovanni, La Vipera, la Donna e il Campo (2022), Luana Giardino, Rumore (2022) e Ilaria Pezone, Ritratto temporale I – Maurizio (2021), seguite dall’incontro con gli autori presenti, condotto da Bruno Di Marino.
Si prosegue alle ore 21 con le proiezioni della rassegna Made in Poland, curata dall’artista multimediale e studiosa polacca Marta Miaskowska, che dirige lo Studio of Multimedia Activities presso il Department of Visual Communication della Lodz University of Technology. La rassegna è una selezione di circa dieci artiste femministe, le cui opere sono caratterizzate dalla centralità del corpo delle artiste difronte alla camera: Natalia LL, Consumer Art (1972-1975), Barbara Pazio, The Farewell (2022), Kinga Michalska and Jadis Dumas, Pastoral Fuck (2017), Liliana Zeic (Piskorska), Cannibalist scenes – Daisies (2015), Monika Misztal, To Clean Oneself (2011), Milena Korolczuk, Bialystokness (2010), Aneta Grzeszykowska, Bolimorfia (2008), Zuzanna Janin, Fight (2001), Alicja Żebrowska, The Mystery is looking (1995). Al termine delle proiezioni è in programma una performance audiovisiva, su film di Ewa Partum, del duo Sad Women, composto da Iza Robakowska e Joanna Szumacher nell’ambito della rassegna di Suoni Immagini Sonimage. Le proiezioni e la performance sono seguite da un incontro con la curatrice Marta Miaskowska e con le artiste presenti.
Il 29 dicembre alle ore 19, nell’ambito della rassegna Made in Italy, si proietta il documentario di Vito Amodio, Tito (2020), sulla straordinaria e affascinante vita d’artista dello scultore e pittore Padre Tito Amodei, un outsider della fede e dell’arte contemporanea che riflette sul ruolo dell’arte, sul suo mestiere di artista e sul rapporto tra arte e Chiesa. Il film è stato presentato ai festival OnArt di Varsavia e FilmArte di Berlino e poi distribuito in 20 paesi degli USA e via satellite in tutti i paesi di lingua francese di Europa, Africa e Asia. Dopo la proiezione il regista Vito Amodio dialoga con il filosofo e teologo Matteo Losapio.
Made in Italy prosegue alle ore 21 con la proiezione del lungometraggio di Morgan Menegazzo e Mariachiara Pernisa, L’irriducibile (2022), sulla figura controversa di Vincenzo Vinciguerra, terrorista appartenuto ai movimenti di estrema destra Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, in carcere da 43 anni. Reo confesso degli attentati di Peteano e Ronchi dei Legionari, si è costituito nel 1979, svelando i collegamenti tra neofascismo e servizi segreti e mettendo in luce le responsabilità di organi dello Stato che non mancarono di utilizzare il depistaggio pur di non arrestarlo. È un film su una “ferita ancora aperta”, come dichiarato dagli autori, che indaga gli anni di piombo e le responsabilità dello stato dietro la cosiddetta strategia della tensione. Il film è stato presentato in contemporanea a novembre 2022 al Torino Film Festival e al FilmMakerFest di Milano. Al termine della proiezione Bruno Di Marino dialoga con i registi presenti in sala.
A seguire, per la Rassegna di Suoni Immagini Sonimage, Salvatore Insana (video) e Caterina Palazzi (contrabbasso) propongono la performance inedita Nekropolis (2022), al termine della quale gli artisti dialogano con il compositore Gabriele Panico.
Il 30 dicembre alle ore 19, sempre per la rassegna Made in Italy, Mauro Santini presenta la serie Le passeggiate (2017-2020), un work in progress che ha come tema principale l’atto del passeggiare, senza una meta precisa, per il puro piacere di osservare, in ascolto e in attesa di piccoli eventi: un vagare trasognato, in situazioni domestiche tra gatti e rondini o alla scoperta di percorsi e luoghi sconosciuti. Il focus dedicato al cinema di Mauro Santini termina con la proiezione del cortometraggio Stenòs opaios (2021), realizzato in occasione della chiusura dell’esposizione “Inventario Varoli”, di cui tenta di mantenere ancora in vita maschere e volti, attraverso un flebile respiro ed il leggero muoversi dei corpi: un falso movimento generato dal tempo di posa e dalla ripresa con foro stenopeico. Dopo le proiezioni il regista incontra il pubblico dialogando con il giornalista e critico cinematografico Davide Sette.
Alle 21 è la volta di Luca Ferri, con la proiezione del suo ultimo lungometraggio Vita terrena di Amleto Marco Belelli (2022), presentato in anteprima a novembre al Torino Film Festival. Il film, bloccato sul nascere due anni fa dalla pandemia, ha come protagonista Marco Belelli, in arte Divino Otelma, spesso ospite di importanti reti televisive locali e nazionali, il quale deve la sua notorietà a una passata attività di mago, chansonnier, politico, più che alle sue sei lauree e alle sue pubblicazioni. Al termine della proiezione il “Divino Otelma” partecipa insieme al regista a un dibattito in sala moderato da Marco Di Stefano.
La serata si conclude con l’ultima performance audiovisiva inedita della rassegna Sonimage, ovvero La salata (2022), con la partecipazione dei musicisti di fama internazionale Ingar Zach (percussioni), Alessandra Rombolà (flauto), Francesco Massaro (sax ed elettronica) e dei filmmaker Tiziano Doria e Samira Guadagnuolo del collettivo Warshadfilm.
L’iniziativa è all’interno dell’Apulia Cinfestival Network, la rete di festival cinematografici di Apulia Film Commission e Regione Puglia – Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio, intervento finanziato con le risorse di bilancio autonomo della Fondazione e gode inoltre del patrocinio della Città di Bisceglie.
Per tutti gli eventi in programma l’ingresso è libero e gratuito.
Copertina: Mimmo Paladino, Il sembra l’Alzolaio (2013)