Luglio 2016
Tra mare e montagna, attraversata da un fiume; ruvida e spartana; vero centro di produzione culturale. A Carrara l’indotto è dato dal marmo, dall’estrazione e la sua lavorazione. L’Accademia di Belle Arti richiama studenti da tutto il mondo, mentre i laboratori di scultura sono un crocevia di personalità internazionali che solo agli artigiani del luogo possono affidare l’esecuzione delle proprie opere. Artisti, cavatori, giovani, intellettuali. Multietnica e anarchica, contraddittoria e conviviale ha quel fascino stralunato che conquista e respinge. Certi giorni è completamente deserta; d’altronde si lavora lì. E anche se ha la fortuna di trovarsi in una posizione strategica, vicina com’è alla Versilia, alla Garfagnana, alle Cinque Terre, non è propriamente una località turistica: chi vi transita risiede altrove; è una tappa, lunga un pomeriggio o una serata. Ciò le permette di rimanere un luogo autentico, credibile.
Durante i mesi di luglio e agosto, con le Marble Weeks (direzione artistica di Luciano Massari*), si anima dal giovedì alla domenica a partire dall’orario dell’aperitivo. Quest’anno molti gli appuntamenti di qualità, con due novità: niente più sculture su strada, croce e delizia degli abitanti, costretti a ritrovarsi (non sempre, ma è capitato) di fronte a opere non proprio all’altezza o viste e riviste per due, tre volte consecutive. L’unica è Monstrum 2011 di Prasto, installata in Piazza Alberica (e quelle di Salvadori, parte però dell’esposizione in più sedi dello stesso autore). L’altra novità sono gli “spettacoli”: da Paolo Rossi a Moni Ovadia a Massimo Wertmüller. Rispetto all’edizione del 2015, alle location delle mostre si aggiunge l’Ex Ospedale San Giacomo: Doppio Movimento di Andrea Aquilanti (a cura di Lucilla Meloni, organizzata dall’Accademia di Belle Arti) è una videoinstallazione che sfrutta le suggestive arcate dell’ambiente al piano terra, la scala che conduce alla sala superiore (dove si trovano due disegni di Piazza Navona), la riproduzione di un gesso proveniente dalla gipsoteca dell’Accademia – una copia del David di Donatello – e il corpo stesso del visitatore per creare un’atmosfera immersiva, dalle coordinate sfuggenti; un caleidoscopio di punti di fuga in cui addentrarsi. Realtà e rappresentazione, ombra e sovrapposizione, percezione del sé, interazione tra opera e spettatore, rendiconto con la storia le istanze che informano la ricerca dell’artista.
L’Ex Ospedale San Giacomo è alla fine di via Carriona, lungo il fiume Carrione. Romana; principale arteria del trasporto del marmo verso il mare; nei secoli vi si sono insediate attività artigianali legate alla sua lavorazione, di cui oggi ne sopravvive una quantità esigua. La città, vista da questa angolazione, con gli storici ponti e i caratteristici colori giallo, rosso, rosa delle case, compresi i “disordini” edilizi e le stratificazioni contemporanee, è particolarmente stimolante.
Proseguendo in direzione dei monti, dopo pochi metri sulla sinistra ci si imbatte nella seicentesca Chiesa delle Lacrime, dove è installato il lavoro Né da né verso di Remo Salvadori, opera site specific realizzata con tubi in rame: soglia, divisorio, limite, schermo.
Attraversando il Ponte delle Lacrime e svoltando per via Ghibellina si giunge al Duomo, in marmo bianco e nero, con uno splendido rosone gotico. Nella Piazza omonima Non si volta chi a stella è fisso, Nel momento (in un fondo, al chiuso) e Infinito Continuo Presente, sempre di Salvadori. Quest’ultima inserita ai piedi della Fontana del Gigante, la cui Statua del Nettuno è opera di Baccio Bandinelli. I due interventi all’esterno sono particolarmente significativi nel corpus dell’autore: la stella in marmo bianco composta dalla giustapposizione di blocchi quadrangolari e il cerchio perfetto in sottili fili d’acciaio intrecciati. Di Salvadori vi è infine Seme, presso l’Accademia di Belle Arti, nel cortile interno del Palazzo del Principe.
Piazza delle Erbe va vista, nonostante non vi si trovino contributi ad hoc per le Marble Weeks 2016. Intima e raccolta, è dominata dal murale di Orticanoodles: l’immenso volto di Francesca Rolla, che assieme ad altre donne carraresi, il 7 luglio 1944, si rivoltò contro l’occupazione nazista, campeggia sulla facciata del palazzo, accompagnata dalla scritta “non abbandonare la città”.
Da lì si continua per via di Santa Maria, dove Tabularasa Tekè Gallery ha organizzato una retrospettiva del Prof. Bad Trip, Gianluca Lerici, prematuramente scomparso nel 2006. A Saucerful of colours si snoda tra la sede della galleria, al numero 13/D, e numerosi fondi sulla stessa strada: principalmente dipinti, ma anche stampe, sculture, oggetti, collage, magliette. Un importante catalogo, con occhiali 3D e serigrafia numerata, accompagna la mostra. Le oltre quaranta pitture, molte delle quali inedite, assieme al restante materiale documentario, verranno presto esposte a Roma, in data da definirsi.
Prima di concludere il giro al Centro Arti Plastiche per l’ampia ricognizione sull’opera di Spoerri, è obbligatorio il passaggio per la Sala Ottagonale del Liceo Gentileschi, in via Verdi. Qui Maura Banfo, con Il tempo dei luoghi, azzera le imposizioni esterne date dall’ambiente e concentra l’attenzione dell’osservatore sulla scultura in resina e zinco al centro dell’aula. Sulla parete, una piccola fotografia. I Nidi, per l’autrice – spesso oggetto di indagine nella propria ricerca – sono sinonimo e immagine di casa, intimità. In questa occasione si ricollega alla storia del luogo, ex convitto, e parla di identità, calore, memoria, riparo.
La “nostra gita” termina al primo piano del CAP, in via Canal del Rio, cioè alla fine di via Verdi. Il museo possiede una collezione permanente di opere dagli anni ’50 a oggi, alcune delle quali provenienti dalle passate edizioni della Biennale Internazionale di Scultura (ultima annata 2010). Una dura scelta dell’artista naturalizzato svizzero, Daniel Sperri, – che dal 1997 ha aperto Il Giardino a Seggiano con interventi di colleghi provenienti da tutto il mondo – presenta una selezione di oltre quaranta pezzi dal ’90 a oggi, tableaux- pièges (quadri trappola) principalmente, ma anche l’importante La catena genetica del mercato delle pulci e quattordici “lapidi”, marmi, Ultime Cene di personaggi storici, come Cristo, Marcel Duchamp, Ötzi, Tycho Brahe o Vatel.
Da Piazza Alberica, passando per la Carriona, al Centro Arti Plastiche si è attraversata tutta la città, in una sera d’estate in pieno fermento; molte ancora le cose da vedere: l’Accademia di Belle Arti ad esempio; lo spazio non profit Blu Corner con Archetipi del Nulla, personale di Richard Silvaggio e Pictorial Metamorphosis of Nature, collettiva di pittura; Palazzo Cucchiari, con l’esposizione dal titolo Città del Grand Tour dall’Ermitage e Paesaggi Apuani da Collezioni Italiane; o la numerose manifestazioni e mostre di Parkour, dove fino all’11 settembre venti fondi sfitti sono assegnati dal Comune a artisti e studenti dell’Accademia per farli rivivere. Ci si potrebbe allargare ancor di più e uscire dalle Marble Weeks per aggiungere gli studi di scultura o le cave stesse. Perché cinque ore a Carrara non sono sufficienti.
*Promossa dal Comune di Carrara con Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara e organizzata con il contributo di AMIA ed ERP.
Immagini:
1- Andrea Aquilanti, Doppio Movimento, Ex Ospedale San Giacomo, Carrara – ph Stefano Esposito
2- Remo Salvadori, Né da né verso, Chiesa delle Lacrime, Carrara – ph Stefano Esposito
3- Remo Salvadori, Non si volta che a stella è fisso, Piazza Duomo, Carrara – ph Stefano Esposito
4- Maura Banfo, Il tempo dei luoghi, Sala Ottagonale del Liceo Gentileschi, Carrara – ph Stefano Esposito
5- Daniel Spoerri, Una dura scelta, Centro Arti Plastiche Carrara