20 – 27 aprile 2024
Piazza Martiri della Libertà | ex Carcere Sant’Agostino | Fortezza del Priamàr, Savona
Alessio Barchitta, Davide Dormino, Rocco Dubbini, Armida Gandini, Federica Gonnelli, Lorenzo Gnata, Monica Gorini, Carla Iacono, Silvia Margaria, Gianni Moretti, Giulia Nelli, Filippo Riniolo
A cura di Livia Savorelli
performance | talk | mostre | laboratori | installazioni
Dal 20 al 27 aprile 2024 prende corpo la seconda parte di CONNEXXION, il Festival Diffuso di Arte Contemporanea curato da Livia Savorelli e promosso dall’Associazione Culturale Arteam con il patrocinio del Comune di Savona, città candidata a Capitale italiana della cultura 2027.
Dodici artisti animeranno con installazioni site-specific e performance tre luoghi simbolici della città di Savona: Piazza Martiri della Libertà, dove è collocato il Monumento alla Resistenza di Agenore Fabbri, di cui nel 2024 si festeggiano i 50 anni, la Fortezza del Priamàr, con il coinvolgimento di un’area esterna, e l’ex Carcere Sant’Agostino, recuperato in un’ottica di rigenerazione urbana. Per l’occasione vengono presentati due Special Project degli artisti Silvia Margaria e Davide Dormino, ideati e realizzati per il Festival, che prevede inoltre diversi laboratori, talk e momenti di confronto.
Il titolo della seconda edizione di CONNEXXION – …per essere liberi. Tra identità e memoria – intende stimolare una riflessione ad ampio raggio sul concetto di libertà, in un mondo sempre più mosso da nazionalismi, derive autoritarie, guerre e sconvolgimenti a livello planetario e da un’accentuata spinta al radicalismo e all’estremismo.
L’ex Carcere Sant’Agostino, situato nel centro della città di Savona, è stato fortemente voluto dalla curatrice quale location del Festival, in quanto spazio da cui transitare per una riflessione conclusiva intorno al concetto di libertà, memoria e identità, per attuare una rigenerazione che da individuale possa diventare collettiva, accompagnandosi ad una progettualità basata sulla cultura come strumento per restituire il bene alla città con una rinnovata funzionalità.
Proseguono nel frattempo, fino al 27 aprile 2024, le due mostre inaugurate nella prima parte del Festival, nel novembre 2023, sulla Fortezza del Priamàr: Frammenti. Atti di conservazione per un futuro di libertà, curata da Livia Savorelli e Matteo Galbiati al Civico Museo Archeologico con opere di Roberto Ghezzi, Alberto Gianfreda, Laura Pugno, Attilio Tono e Ivano Troisi; Dialoghi intorno alla libertà, curata da Livia Savorelli al Museo Sandro Pertini e Renata Cuneo con opere di Elena Bellantoni, Davide Dormino, Rocco Dubbini, Armida Gandini, Gianni Moretti.
Realizzato con il contributo e il patrocinio del Comune di Savona, il contributo della Regione Liguria e della Fondazione Agostino De Mari, cui si aggiunge quello dell’Unione Industriali della Provincia di Savona, la seconda parte di CONNEXXION prenderà vita il 20 aprile 2024, alle ore 11, in Piazza Martiri della Libertà, davanti al Monumento alla Resistenza di Agenore Fabbri – inaugurato il 20 aprile 1974 alla presenza di diecimila persone – con il primo dei due Special Project: la performance inedita di Silvia Margaria, dal titolo Bandite, realizzata con la collaborazione di ANPI e Associazione “A Campanassa” e con la partecipazione degli sbandieratori del Comitato Palio Castell’Alfero (AT).
Il Festival ha voluto celebrare i 50 anni del monumento, con una performance che nasce da un’analisi dei riti di commemorazione dei caduti della Resistenza che si eseguono davanti ai cippi della memoria a loro tributati e degli onori della bandiera. Una riflessione rivolta in particolare ad alcuni cippi della memoria presenti ad Albissola Marina, Savona e Vado Ligure e dedicati alle donne partigiane savonesi – Clelia Corradini, Ines Negri, Franca Lanzone, Paola Garelli, Luigia Comotto – e al ruolo delle Suore “Maria bambina” di Pietra Ligure.
«Da sempre la bandiera è rappresentativa di un’ideologia, un credo, un’appartenenza – spiega Livia Savorelli –, l’artista Silvia Margaria ha così ideato una serie di bandiere, una per ogni partigiana, che saranno sventolate con fermezza e trasporto dagli sbandieratori del Comitato Palio Castell’Alfero, in una performance in cui la danza della bandiera da loro messa in atto rappresenta simbolicamente un nuovo processo di valorizzazione di storie nella Storia, come quelle di molte donne della Resistenza per troppo tempo ai margini del racconto».
La performance sarà preceduta dalle Letture in piazza, a cura del gruppo di lettura LEGGERE IN CERCHIO, con la collaborazione di Quartiere Oltreletimbro. Seguiranno i saluti istituzionali alla cittadinanza intervenuta.
Nel pomeriggio di sabato 20 aprile, CONNEXXION si sposta nell’ex Carcere Sant’Agostino, con inaugurazione alle 16.30, con una progettualità che si sviluppa nel piano terra dell’ex casa circondariale sita in Piazza Monticello e che prevede installazioni site-specific, performance e talk. Nel luogo per eccellenza della limitazione della libertà, l’arte “respirando” l’anima del luogo e le storie che al suo interno si sono succedute, è portatrice di una rigenerazione che da individuale diviene collettiva. Ogni artista è stato invitato dalla curatrice Livia Savorelli a scegliere una delle celle o degli spazi comuni, per formulare una propria narrazione intorno alle tre forti tematiche a partire dalle quali si sviluppa questa edizione: libertà, identità e memoria.
Gli artisti protagonisti all’ex Carcere sono: Alessio Barchitta, Rocco Dubbini, Armida Gandini, Federica Gonnelli, Lorenzo Gnata, Monica Gorini, Carla Iacono, Gianni Moretti, Giulia Nelli, Filippo Riniolo.
Alessio Barchitta presenta due distinte progettualità: nella Cappella, l’installazione dal titolo Noi andremo in paradiso perché all’inferno ci siamo già stati e, in una delle celle, Eterotopìa; Rocco Dubbini ha scelto la Sala dei colloqui per l’installazione Sognando Fumo, ispirata all’iconica pipa di Sandro Pertini (che qui fu imprigionato nel 1925 e nel 1941) con le tante pipe in ceramica realizzate, grazie alla partnership con il Museo della Ceramica di Savona, nell’ambito di due laboratori, uno aperto al pubblico e uno riservato agli studenti delle scuole elementari, realizzati nel mese di aprile.
Nella cella interpretata da Armida Gandini, dal titolo Il numero 34 e il numero 27, la suggestione è data dalla prigione letteraria, vissuta e narrata, mentre con Resta ciò che cambia. Ciò che cambia, resta di Federica Gonnelli, due diverse progettualità convergono in una riflessione sull’indeterminatezza.
In Racconti di terra di Lorenzo Gnata, entità ibride vincono le leggi della gravità e del reale, in una fusione umano-vegetale che tenta di ricucire le ferite di un’epoca dilaniata, violentatrice di ogni forma vivente, mentre con l’installazione immersiva Il giardino dentro. Poetica della libertà di Monica Gorini, la cella si trasforma in giardino rigoglioso, in cui la mente del prigioniero fiorisce e si spinge ad immaginare un domani di libertà.
Pagine tristi della storia personale dell’artista, che si ammantano di un valore collettivo, vengono ricordate nella cella di Carla Iacono, intitolata Educazione alla memoria, mentre in quella di Giulia Nelli, con l’installazione dal titolo Tu che ne sai, si affronta il tema dell’incomunicabilità tra le persone, del sentirsi incompresi e del barricarsi nella propria interiorità, considerata uno spazio protetto e rassicurante, nel quale trascorrere la quotidianità senza veri legami con il territorio e il tessuto sociale circostante.
Gianni Moretti presenta, nel cortile interno dell’ex casa circondariale, Anna – Monumento all’Attenzione (promessa), uno sviluppo dell’omonimo intervento di arte ambientale, partecipato, aperto e inclusivo realizzato dall’artista in memoria del feroce eccidio di Sant’Anna di Stazzema e dedicato ad Anna Pardini, la vittima più giovane che morì a solo 20 giorni di vita: un’installazione a pavimento che diventa parte integrante del processo dell’opera, dialogando con essa e implementandola con una rinnovata energia proveniente da altri luoghi. La partecipazione attiva del pubblico – con la possibilità di prendere e portare con sé uno dei cardi costitutivi dell’installazione – si accompagna alla promessa, entro un anno, di recarsi a Sant’Anna di Stazzema per piantarlo lungo la mulattiera per la quale è stato pensato. In tale processo, come afferma Moretti, «è il corpo stesso del fruitore a divenire luogo di memoria e monumento».
Filippo Riniolo presenta, nella Cappella dell’ex carcere, la performance Selezioni, che trae ispirazione dal terribile episodio della selezione ad Auschwitz, narrato da Primo Levi in Se questo è un uomo: di fronte ad un ufficiale nazista, i prigionieri correvano mentre quest’ultimo, in pochi istanti, decideva del loro destino spostando semplicemente a destra o a sinistra la scheda che gli veniva consegnata. Un banale atto di burocrazia che tracciava la linea tra la vita e la morte, per bilanciare gli inumani conti del campo. La performance si terrà sabato 20 aprile alle 18.30, a seguire il talk Educare alla memoria, moderato da Matteo Galbiati (curatore e docente), alla presenza degli artisti Filippo Riniolo e Carla Iacono e del presidente dell’ANED di Savona-Imperia Simone Falco.
Domenica 21 aprile alle ore 11.00, nella Cappella, si terrà il talk Pratiche condivise di costruzione del monumento contemporaneo, moderato da Lisa Parola (storica dell’arte e curatrice di progetti di arte pubblica), con l’artista Gianni Moretti e lo storico dell’arte Luigi Ficacci.
La mattina del 25 aprile alle ore 11, CONNEXXION ritorna alla Fortezza del Priamàr, sulla rampa di ingresso pedonale, per il secondo Special Project del Festival: l’opera monumentale di Davide Dormino dal titolo Semi – collocata sul prato adiacente all’area archeologica esterna, nel fronte nord della fortezza – che sarà presentata in collaborazione con Savona (R)ESISTE, manifestazione organizzata da ANPI sulla Fortezza del Priamàr dalle ore 12.00 fino alle 24.00, con mostre, animazione per famiglie, stand delle associazioni savonesi, stand gastronomici, eventi musicali (dalle ore 18.30 in programma un grande concerto in Piazza del Maschio). L’opera, in argilla cruda, verrà realizzata in modo corale e partecipato dall’artista coadiuvato da una classe dell’Istituto Artistico Arturo Martini, nei giorni precedenti il 25 aprile, in un laboratorio della durata di tre giorni realizzato in collaborazione con il Museo della Ceramica di Savona. Una citazione del poeta greco Dinos Christianopoulos scomparso nel 2020 – «Hanno provato a seppellirci non sapevano che eravamo semi» – prenderà forma attraverso 49 lettere alte circa 80 cm e occuperà uno spazio di 7 metri x 7. L’opera che dà forma ad uno statement potentissimo e sempre attuale, legato alla resistenza in senso universale, rivisita anche l’atavica rivalità tra i genovesi, che costruirono l’imponente fortezza, e i savonesi. L’installazione Semi si colloca a pieno titolo nelle riflessioni portate avanti dal Festival sin dalla sua prima edizione, legate ad un’evoluzione dei canoni riferiti alla monumentalità (un’opera orizzontale, godibile dall’alto, la cui “durata” è decisa da fattori esterni come quelli climatici, essendo essa destinata ad essere riassorbita dal terreno) e alle diverse modalità di preservazione della memoria. Questa opera è, inoltre, legata a filo doppio alla scultura di Davide Dormino, selezionata dalla curatrice Livia Savorelli per la mostra Dialoghi intorno alla Libertà al Museo Sandro Pertini e Renata Cuneo, dal titolo Per uno Sguardo libero. Due dita – pollice e indice a grandezza naturale – stringono un piccolo seme. La prospettiva dell’opera è rivolta a Ventotene, luogo di ispirazione del Manifesto di Ventotene, scritto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi durante il confino fascista, una delle più belle pagine del pensiero libero in cui si sogna un’Europa libera e unita.
Prosegue anche per questa edizione, la collaborazione con il Gruppo FAI Giovani. Delegazione di Savona, che presenta Storie Nascoste. Esplorando l’identità del Carcere di Sant’Agostino. Due incontri – con visita guidata negli ambienti in cui si sviluppa il Festival – che si terranno, nella Cappella dell’ex Carcere, venerdì 26 aprile alle ore 15.30 e sabato 27 alle ore 10.30.
Sabato 27 aprile alle ore 16, sempre nella Cappella, il talk Il complesso conventuale di Sant’Agostino: dalla storia alle prospettive future di Rinaldo Massucco, presidente Società Savonese di Storia Patria, conclude il programma.
Arteam Associazione Culturale
+39 019 4500744 | info@arteam.eu | www.arteam.eu | info@connexxion.it | www.connexxion.it
Cover: Gianni Moretti, Anna – Monumento all’Attenzione (promessa) per Connexxion, Ex Carcere Sant’Agostino, Savona, 2024. Ph. Michele Alberto Sereni
Ufficio stampa: CSArt – Comunicazione per l’Arte