6 giugno – 18 luglio 2021
MASI, Lugano
Salvatore Vitale è il vincitore del Premio Artista Bally dell’Anno 2020 per la significativa aderenza della sua opera al tema “Sloganismo e sloganismi”: un invito a elaborare linguaggi immediati in grado di porre in relazione forma, immagine e contenuto generando un’interazione capace di catturare lo sguardo e stimolare il pensiero.
La mostra a lui dedicata ha luogo nella ‘Sala Mattoni’ al piano terra di Palazzo Reali e presenta una selezione di immagini fotografiche del progetto How to Secure a Country. Il progetto di Vitale è una ricerca visiva pluriennale, attraverso la quale l’artista indaga i meccanismi alla base del sistema di sicurezza nazionale svizzero. Un sistema molto complesso formato da realtà estremamente eterogenee interconnesse tra loro – dall’esercito ai centri di meteorologia fino ai laboratori di robotica – che spesso rimangono del tutto invisibili. Concentrandosi su istruzioni, protocolli, burocrazie e aspetti più “concreti” della sicurezza, la sfida che ha abbracciato Salvatore Vitale è di manifestare attraverso una costellazione di fotografie diagrammi e illustrazioni grafiche, alcuni aspetti di un organismo molto articolato e difficile da osservare. Un aspetto non facile, espresso anche nel titolo della mostra: Displaying Security.
La Svizzera è nota per essere uno dei Paesi più sicuri al mondo per la sua efficienza. La sicurezza è oggi un aspetto identitario del Paese e, allo stesso tempo, un fenomeno politico e sociale: l’espressione di un apparato statale e di un’industria che vale svariati miliardi.
Quando nel 2014 i cittadini svizzeri hanno votato a favore di un’iniziativa popolare federale “contro l’immigrazione di massa”, Salvatore Vitale, un immigrato residente da molti anni in Svizzera, ha avvertito la necessità di svolgere una ricerca su questo fenomeno e sul desiderio di sicurezza come elemento culturale svizzero.
Il percorso intrapreso da Vitale lo ha condotto sia in luoghi già noti all’immaginario collettivo, come i centri di istruzione militare o gli uffici doganali, sia in ambienti difficilmente valicabili, per i quali ha dovuto attendere a lungo i permessi di accesso. La sicurezza è un settore per sua natura difficilmente documentabile, poiché proprio le sue procedure implicano grande riservatezza. Secondo l’artista, è grazie alla grande efficienza svizzera che è stato possibile instaurare dei rapporti di fiducia ed entrare, anche se solo parzialmente e in modo molto controllato, nelle maglie del suo sistema di sicurezza per realizzare un progetto artistico, per lo più fotografico. Lo sguardo di Vitale rimane sempre neutrale e le scelte estetiche nelle sue fotografie – tonalità fredde, nitidezza e geometrie rigorose – sono propedeutiche all’intento documentario. Nonostante ciò, i soggetti e le integrazioni grafiche mostrano un aspetto burocratico e automatizzato dei processi securitari che infonde una sensazione d’inquietudine nello spettatore, sollecitandolo a una riflessione sull’argomento. Spesso il tempo di scatto concesso è breve, diametralmente opposto ai tempi lunghi per ottenere le autorizzazioni, ma, come commenta l’artista stesso, sviluppare questo progetto in un altro paese sarebbe stato molto più difficile.
Salvatore Vitale (Palermo, 1986) ha studiato Belle Arti presso l’Università delle Arti di Zurigo (ZHdK). Vive e lavora fra Lugano e Zurigo. Il suo lavoro è stato esposto in diverse istituzioni e festival di fotografia, fra cui Fotostiftung Schweiz, Winterthur; Deutsche Börse Photography Foundation, Francoforte sul Meno; OCAT, Shanghai e Shenzhen; Photoforum Pasquart, Bienne; Museum of Contemporary Art, Cracovia; Triennale di fotografia di Amburgo. È co-fondatore e editor-in-chief di YET magazine.
Immagine di copertina: Salvatore Vitale, How to Secure a Country, 2014 – 2019. 209 photographic images Aerial view of the Gotthard Pass, region in the Swiss Alps, 2018 © Salvatore Vitale, courtesy the artist