
Adélaïde Feriot, Seulgi Lee. Le donne con tre anime
A cura di Marjolaine Lévy
Artopia apre un nuovo spazio, una nuova sede.
L’ambiente espositivo, un laboratorio di fine ‘800 situato nel cortile dello stesso edificio che ha ospitato per più di vent’anni la galleria, è stato progettato dallo studio Martinelli Venezia. Qui, giovedì 26 ottobre 2023, inaugurerà la mostra dal titolo Le donne con tre anime delle due artiste francesi Adélaïde Feriot (Libourne, 1985) e Seulgi Lee (Seul, 1972), a cura di Marjolaine Lévy.
L’esposizione si ispira al primo romanzo femminista futurista Una donna con tre anime, scritto nel 1918 dall’artista austro-italiana Rosa Rosà, che attraversa le questioni dell’emancipazione femminile e in cui l’autrice propone il concetto di “donna del posdomani” – una sorta di manifesto in opposizione al discorso patriarcale del leader del movimento futurista, Marinetti. Considerato il primo testo di fantascienza femminista, l’opera ripercorre il viaggio di Giorgina Rossi, casalinga che viene proiettata nel futuro da un’accelerazione temporale, subendo tre mutazioni successive che la portano prima a prendere coscienza della propria sensualità e del proprio desiderio, poi a liberare la parola e l’abilità oratoria, e infine la terza e ultima metamorfosi tocca la sfera della creazione artistica, proiettando la protagonista in un volo cosmico.
Così l’imponente velluto Aurora on Mars (2023) di Adélaïde Feriot, potrebbe essere nato da questa terza trasformazione. Con una delicata sfumatura di inchiostri blu e viola, l’opera è la traduzione informale di un tramonto sul pianeta Marte – che ha la particolarità di essere blu – catturato recentemente dalla NASA.
Sulla parete di fronte è esposta un’opera tessile, intitolata U: voir des éléphants roses (2023) di Seulgi Lee, una vivace composizione geometrica apparentemente molto diversa dall’orizzonte marziano blu di Feriot e che tuttavia cristallizza la stessa inclinazione ad avvolgersi di parole e colori. Ogni coperta di U, serie a cui l’artista di origine coreana lavora dal 2014, è la traduzione astratta di un proverbio popolare, scelto per i suoi toni umoristici.
Al di là del comune ruolo di traduttrici, le due artiste condividono anche un forte gusto per l’artigianato. Così formalmente divergenti, ma allo stesso tempo così vicine, le opere in mostra – dai grandi lavori tessili, ai cestini intrecciati e alle lampade in taffetà di Seulgi Lee, passando per le sculture in bronzo di Adélaïde Feriot – hanno come denominatore comune la mano come strumento. Al piano superiore del nuovo spazio espositivo di Artopia le mani in bronzo di Adélaïde Feriot (Sur la crête des vagues, 2022) abitano il muro in un gesto spettrale e guardano le centinaia di piccole sculture astratte realizzate con fili metallici colorati (THINGS, 2023), progettate da Seulgi Lee per essere manipolate e tenute in mano.
Il dialogo tra le due artiste francesi, della stessa generazione, genera quello che la curatrice definisce un’astrazione narrativa e impegnata, che coniuga il segno primario astratto con istanze ironiche, sociali, ambientali, ed afferma la sua dimensione transitiva e decisamente contestuale. Sembra avverarsi in queste opere il sogno delle avanguardie artistiche in cui arte e artigianato si fondono fino a diventare una cosa sola.
Adélaïde Feriot (Libourne, 1985) vive e lavora a Parigi. La sua pratica è un’esplorazione poetica e meditativa del rapporto tra esseri viventi, oggetti e fenomeni naturali. L’intuizione è un elemento centrale del suo lavoro come anche il suono e il canto, in particolare il potere collettivo della polifonia. Caratterizzate da radicale polimatericità e raffinata ibridazione stilistica le sue opere prendono la forma di tablaux vivants: sculture di piombo delicatamente sospese su cotone colorato, sontuosi mantelli di velluto ed eteree installazioni di seta tinta a mano dall’artista con cocktail di pigmenti vegetali.
Laureata all’ENSAAMA Olivier de Serres, alla Birmingham City University e all’ENSBA Lyon, ha partecipato a numerose mostre collettive in Francia e all’estero, tra cui: Gare Saint Lazare, Parigi (2023); Fondazione Bally, Lugano (2023); Fondation Pernod Ricard, Parigi (2021, 2012); Centre Pompidou, Parigi (2021, 2015, 2012); Institut d’art contemporain IAC, Villeurbanne (2020, 2015, 2014); Palais de Tokyo, Parigi (2019); Kunstwerk Carlshütte, Büdelsdorf (2019).
Seulgi Lee (Seoul, 1972) vive e lavora a Parigi. Il suo lavoro esplora il linguaggio quotidiano e le forme naturali tramite la realizzazione di sculture o installazioni caratterizzate da un’estetica formale semplice ed elegante. Nella realizzazione delle sue opere Seulgi Lee si avvale di collaborazioni che evidenziano il legame tra le pratiche artigianali e il sistema linguistico, producendo oggetti antropologici che tendono alla geometria del colore con un certo humor.
L’artista ha collaborato con la Manufacture des Gobelins du Mobilier National, per la Design Parade of Tolone, e ha partecipato a numerose mostre collettive in Francia e all’estero: Gallery MendesWoodDM, Bruxelles (2023); We Do Not Work Alone, Parigi (2023); Fondation d’entreprise Pernod Ricard, Parigi (2022); Kadist Foundation, San Francisco (2022); Galerie Jousse Entreprise,Parigi (2022, 2017); Gallery Hyundai, Seoul (2022); Kunsthal Aarhus, Aarhus (2021); Incheon Art Platform, Incheon (2021); National Museum of Modern and Contemporary Art di Seul, Seoul (2020); Musée des Arts Décoratifs de Paris, Parigi (2015); Palais de Tokyo, Parigi (2012).

Artopia opens a new space, a new location.
The exhibition space, in origin a late 19th-century workshop located in the courtyard of the same building that has housed the gallery for over twenty years, was designed by the Martinelli Venezia studio. Here, on Thursday, October 26, 2023, we will inaugurate the exhibition titled Le donne con tre anime featuring the two French artists Adélaïde Feriot (Libourne, 1985) and Seulgi Lee (Seoul, 1972), curated by Marjolaine Lévy.
The exhibition draws inspiration from the first feminist futuristic novel, A Woman with Three Souls, written in 1918 by the Austro-Italian artist Rosa Rosà. This novel addresses issues of women’s emancipation and introduces the concept of the “woman of the day after tomorrow” as a manifesto opposing the patriarchal discourse of the leader of the futurist movement, Marinetti. The book – considered the first feminist science fiction text – follows the journey of Giorgina Rossi, a housewife propelled into the future through a temporal acceleration and then undergoing three successive transformations. These metamorphoses lead her to become aware of her sensuality and desires in the first place, then to liberate her speech and oratory skills, and finally, the third and last metamorphosis involves the realm of artistic creation, projecting the protagonist into a cosmic flight.
Thus, Adélaïde Feriot’s imposing velvet Aurora on Mars (2023) could come across as a result of this third transformation. The artwork, with its delicate shades of blue and purple inks, is an informal translation of a recently captured by N.A.S.A. sunset on Mars, unique for its blue hue. On the opposite wall is displayed a textile work titled U: voir des éléphants roses (2023), by Seulgi Lee. It is a lively geometric composition that appears quite different from Feriot’s blue Martian horizon but crystallizes the same inclination to engage with words and colors. Each blanket in the U series, started by the Korean-born artist in 2014, is an abstract translation of a popular proverb chosen for its humorous tones.
Beyond their joint role as translators, the two artists also share a strong appreciation for craftsmanship. So formally divergent and yet closely related, the exhibited works – from large textile pieces to woven baskets and taffeta lamps by Seulgi Lee, to Adélaïde Feriot’s bronze sculptures – have in common the hand as a tool. Upstairs in Artopia’s new exhibition space, Adélaïde Feriot’s bronze hands (Sur la crête des vagues, 2022) inhabit the wall in a spectral gesture and face the hundreds of small abstract sculptures made from colored metal wires (THINGS), 2023, designed by Seulgi Lee to be manipulated and held in hand.
The dialogue between these two French artists of the same generation generates what the curator defines as a narrative and engaged abstraction, able to combine primary abstract signs with ironic, social, and environmental aspects, asserting its transitive and decidedly contextual dimension. The dream of artistic avant-gardes, where art and craftsmanship merge into one, seems to come true through these works.
RITA URSO artopiagallery
Via Lazzaro Papi 2, Milano
+39 02 5460582, artopiagallery.net, info@artopiagallery.it
Orari: lunedì – venerdì 15:00-19 :00
Ingresso gratuito
Cover: Adélaïde Feriot, Sur la crête des vagues, 2022, bronzo patinato; Courtesy dell’artista e Artopia gallery, Milano