
Alessandro Pongan. Totem
A cura di Serena Tabacchi
“Il progresso sociale e tecnico dell’umanità ha intaccato il tabù molto meno di quanto non sia avvenuto per il totem”. Sigmund Freud, Totem e Tabù, 1913
Dal 14 settembre al 21 ottobre 2023, BUILDING TERZO PIANO presenta Alessandro Pongan. TOTEM a cura di Serena Tabacchi, un’esposizione che affronta il passaggio tra la magia e il divino attraverso una selezione di sculture, arazzi e opere native digitali in cui il dialogo tra la simbologia del corpo e l’evoluzione della società contemporanea tentano di riscoprire il valore del sacro.
Le opere presentate sono il frutto della ricerca di Alessandro Pongan (1963, La Spezia) il quale attraverso un attento studio dedicato alla ricerca artistica e del design, interpreta la sacralità degli oggetti e delle forme partendo da una riflessione personale e storica sul culto della divinità. TOTEM affonda le sue radici nell’intimità dell’individuo, cercando di descrivere attraverso simboli e forme ricorrenti l’umano desiderio di conoscenza dell’infinito. Nel saggio Il ramo d’oro, testo cardine della ricerca dell’antropologo James Frazer, si racconta come la magia, un tempo vicina alle pratiche quotidiane dell’uomo, venga meno con il graduale riconoscimento degli dèi e della natura come forze soprannaturali e quindi superiori alla propria influenza esoterica. Se la natura e gli eventi della vita ci hanno portato a credere che esista una forza superiore alla nostra volontà, nel momento in cui l’uomo realizza che la somiglianza con il suo dio non equivale alla democratizzazione della natura ma piuttosto all’affermarsi di un’entità esterna, ancora indefinita, che regola il corso del creato, a questa visione Pongan oppone una nuova teoria che racchiude nel totem il passaggio tra la pratica votiva e l’incarnazione della sacralità del corpo e della mente che lo governa.
Le opere ospitate presso BUILDING TERZO PIANO raccontano, ognuna con il proprio medium, il passaggio dalla consapevolezza dell’invisibile equilibrio delle forze naturali all’interiorizzazione della stessa come forma di religione. Pongan realizza due serie dai motivi iconici e ricorrenti, il ciclo del Prono e quello del Brain Drain. Le sculture della serie dei Proni vengono realizzate con metalli e resine, dopo essere state concepite digitalmente, attraverso un sistema di stampa 3D capace di cristallizzare le più complesse sfumature che l’artista realizza su monitor. La posizione a carponi richiama alla memoria i primi passi dell’infante, una forma di conoscenza del mondo primordiale che accomuna l’animale e l’uomo. Con la crescita, essa rappresenta resilienza, forza e meditazione. Appartengono allo stesso ciclo le opere Human Fabric e Spectrum: la prima è una composizione bidimensionale di forme in stile vaso di Rubin, in cui il susseguirsi del Prono crea una trama monocromatica di tessuto umano. Dai toni brillanti e dalla colorazione in continua evoluzione è invece l’opera digitale Spectrum, con la quale l’artista esplora le possibili emozioni e connessioni scaturite tra lo sfondo e i blocchi in primo piano, dando tridimensionalità al prono questa volta attraverso un gioco di luci e ombre. P. Block 67-68 viene concepita in un momento di isolamento in cui il prono diventa casa, come a volerci chiudere in noi stessi in un atto di protezione, restando vicini nonostante il cemento delle abitazioni popolari.
L’encefalo stilizzato appare sotto forma di proiezione e scultura fluttuante, come a creare un dialogo tra l’io interiore e la materia che lo incapsula. Le quattro incisioni a parete, Brain Drain Tales vengono realizzate su un supporto di legno e successivamente riempite con intonaco per poi essere nuovamente incise a mano. Ogni tale (racconto) rappresenta una proiezione fotografica della scatola cranica, come a voler dare forma al nostro sentire.
L’arazzo tessuto a mano dall’Arazzeria Scassa e l’arazzo jacquard sono fermi immagine di un pattern in divenire. Il pensiero, il colore e la materia si realizzano in queste opere, regalando una qualità tattile alla serie.
Le tre opere native digitali Brain Drain Digital formano un trittico, creando una sinergia tra il design del testo, che lascia intendere il titolo dell’opera e i colori plastici scelti per ognuna delle prospettive del Brain proposte dall’artista. Per questa serie Pongan sceglie di affidarsi ad una tecnologia innovativa e brevettata a livello internazionale che salvaguardia e tutela il file dell’opera in forma unica e quindi non riproducibile: il DAW® (Digital Art Work). Attraverso un sistema di crittografia elaborato dall’azienda italiana Cinello, le opere sono da paragonarsi a tele digitali uniche, grazie alle quali l’artista sottolinea la sua attenzione e sensibilità rispetto al tema della paternità dell’opera digitale e alla sua diffusione come opera collezionabile in formato unico, protetto e certificato.
Alessandro Pongan nasce a La Spezia nel 1963 e cresce tra Spagna, Italia e Brasile seguendo gli spostamenti della famiglia. Tornato in Italia si stabilisce a Milano dove si forma in visual design alla Scuola Politecnica di Design di Milano dopo gli studi scientifici. Sempre a Milano fonda il proprio studio professionale, Officina Design, un laboratorio di ricerca multidisciplinare tuttora attivo che lo porta a sperimentare le più svariate tecniche e linguaggi, dalla grafica alla motion graphics e animazione 3D (allora ai primordi) e animazione stop motion; dalla progettazione scenografica alla regia e produzione video, fino al TV design. Innumerevoli i progetti che ha concepito per importanti brand utilizzando le varie discipline o come direttore creativo nei campi della comunicazione, eventi speciali, Expo internazionali, TV. Nel 2017 inizia a dedicarsi sempre di più alla pratica artistica muovendosi in un territorio tra ambiente digitale e stato fisico. Totem project è espressione in-progress di questa ricerca e tessitura di un racconto poetico dove le opere nascono digitali per raggiungere quasi sempre lo stato fisico in forma di scultura, graffito, installazione, videoproiezione, opera monumentale. Opere che rimangono sospese in una dimensione di mezzo. Inizia a creare un mondo, un proprio alfabeto immaginario iconografico religioso, dove si susseguono e si integrano figure simboliche e potenti archetipi. È il caso del ciclo del Prono, un character capace di essere declinato in numerose vesti senza mai perdere la sua forza narrativa, o il ciclo degli Ex Voto. Le tecniche variano come i materiali di cui sono composte le opere. Un cortocircuito di discipline antichissime e contemporanee insieme in un processo quasi alchemico. Quindi opere digitali, anche riprodotte in stampa fine-art su vari materiali, fusione a cera persa del bronzo, sabbia concretizzata, stampa 3D in nylon, stratificazioni di gesso pigmentato, graffiti su intonaco e MDF, arazzi, carpenteria metallica, fino ad opere monumentali dove l’elemento naturale vivo si impossessa del manufatto.

“The social and material progress of the history of mankind could indeed undermine taboo much less than totemism”. Sigmund Freud, Totem and Taboo, 1913
From September 14th to October 21st, 2023, BUILDING TERZO PIANO presents Alessandro Pongan. TOTEM curated by Serena Tabacchi, an exhibition that explores the transition between magic and the divine through a selection of sculptures, tapestries and native digital works, in which the dialogue between the symbolism of the body, and the evolution of contemporary society aims at rediscovering the value of the sacred.
The exhibited works are the result of the research of Alessandro Pongan (1963, La Spezia). Through a careful study in the artistic and design fields, he interprets the sacredness of objects and forms, starting with a personal and historical examination of the cult of divinity. TOTEM is rooted in the intimacy of the individual; through the use of recurring symbols and forms, it tries to describe the human desire to know infinity. The Golden Bough, pivotal essay of anthropologist James Frazer’s research, illustrates how magic, which was once part of humankind’s everyday practices, fades with the gradual recognition of the gods and nature as supernatural forces, and therefore superior to esoteric influences. If nature and life events have led us to believe that there is a power greater than our will, the moment the man realizes that the resemblance to his god does not amount to the democratization of nature, but rather to the affirmation of an external but as yet undefined entity that governs the course of creation, this view is opposed by Pongan with a new theory that encapsulates in the totem the transition between votive practice and the embodiment of the sacredness of the body and mind that governs it.
The works displayed at BUILDING TERZO PIANO tell, each through its own medium, the transition from the awareness of the invisible balance of natural forces to internalising it as a form of religion. Pongan created two series characterised by iconic and recurring motifs, such as the Prono [Prone] and Brain Drain cycles. The sculptures of the Prono series are made from metals and resins, after being digitally conceived using a 3D printing system, which can crystallize the highly complex nuances created by the artist on a monitor. The position on all fours is reminiscent of an infant’s first steps, a form of knowledge of the primordial world shared by animals and humans. During growth, it represents resilience, strength, and meditation. The works Human Fabric and Spectrum are also part of the same cycle; the former is a two-dimensional composition of shapers which recalls Rubin vase’s style, where the sequence of Prono creates a monochromatic pattern of human fabric. By contrast, the digital work Spectrum, with its bright and ever-changing colours, explores the possible emotions and connections triggered between the background and the blocks in the foreground, giving a three-dimensional appearance to the Prono, this time through a play of light and shadow. P. Block 67-68 was conceived during a time of isolation, when the Prone became home, as if we wanted to close ourselves in as an act of protection, remaining near despite the concrete of social housing.
The stylised brain appears in the form of a projection and floating sculpture, as if to create a dialogue between the inner self and the material that envelopes it. The four wall-mounted etchings, titled Brain Drain Tales, are made on a wooden support and then filled with plaster before being etched again by hand. Each piece, or story, represents a photographic projection of the cranial box, as to give shape to our feelings.
The hand-woven tapestry by Arazzeria Scassa and the jacquard tapestry are still images of a pattern in the making. Thought, colour and the material are fulfilled in these works: they give a tactile quality to the series.
The three native digital works in the Brain Drain Digital series form a triptych, whichh creates a synergy between the design of the text, which hints at the work’s title, and the plastic colours chosen for each of the perspectives of the Brain presented by the artist. For this series, Pongan relies on an innovative and internationally patented technology that safeguards and protects the work’s file in a unique and therefore nonreplicable DAW® (Digital Art Work) form. Through an encryption system developed by the Italian company Cinello, the works are comparable to unique digital canvases, thanks to which the artist highlights his attention and sensitivity to the issue of authorship of the digital work, and its dissemination as a collectible work in a unique, protected and certified format.
BUILDING TERZO PIANO
Via Monte di Pietà 23, Milano
+39 02 890 94995, info@building-gallery.com, www.building-gallery.com
Orari: martedì – sabato 10 – 19
Ingresso gratuito
Ufficio stampa: ddlArts
Copertina: Alessandro Pongan, Brain Drain, 2018, nylon, metallizzazione, stampa 3D, 30 x 30 x 28h cm