Arnulf Rainer. Colori nelle mani
A cura di Helmut Friedel
Con testi critici di Helmut Friedel, Giovanni Iovane e Sergio Risaliti
Dal 2 ottobre 2021 all’8 gennaio 2022 la Galleria Poggiali di Firenze, nelle sue due sedi di via della Scala e di via Benedetta presenta la mostra Colori nelle mani dell’artista austriaco Arnulf Rainer (Baden, 8 dicembre 1929) con la curatela di Helmut Friedel.
Colori nelle mani presenta un corpus di dipinti inediti, scelti appositamente attraverso ripetuti incontri con l’artista, attingendo da opere venute alla luce soprattutto tra il 1981 e il 1985, della serie di lavori realizzati segnando la superficie con la violenza pittorica direttamente delle dita e delle mani, che ne hanno certificato la rilevanza internazionale, selezionati per la loro portata nell’evoluzione dell’arte contemporanea.
Documenta 7 a Kassel e la personale al Guggenheim di New York del 1989 ne avevano dato ampio risalto.
“Tra il 1981 e il 1983 nascono i dipinti realizzati con le mani e con le dita, in cui l’energia di Face Farces e del Body Language non approda nell’espressione corporea e nella fotografia, ma la materia del colore viene premuta con tutta la forza sul cartone – spiega Helmut Friedel, curatore della mostra –. In ginocchio, il pittore lavora da una superficie all’altra, afferra i colori ad olio, sente la piena presenza della materia nelle sue mani nude, che non protegge nemmeno con i guanti. Così, come un demiurgo, forma l’espressione come rappresentazione. Alcune stesure di colore ricordano mani in cerca di soccorso che non trovano sosta e somigliano a urla; altre, più concilianti, circondano un oggetto o uno spazio immaginario e trascinano con sé anche altri colori, generando
così una selvaggia danza espressiva, la danza dell’espressione diretta. […] L’incontro con l’opera di Arnulf Rainer è sempre fonte di sorpresa. I suoi dipinti stupiscono e affascinano per la vivacità dell’applicazione del colore, della velatura cromatica, intensa e violenta nelle immagini strutturali le cui superfici sono preformate in rilievi sottili per poter poi assorbire il colore ancor più intensamente.”
Oltre a questa serie la mostra intende documentare il momento successivo della carriera di Rainer con i lavori dei primi anni ’90 caratterizzati da un ulteriore intensità pittorica, fino a includere una grande croce (Kreuz – Senza Titolo, 1998) completamente nera destinata a scompaginare l’assetto della mostra, a riportare e documentare l’atteggiamento dissacrante e motivo di sorpresa di Arnulf Rainer. Lo strato di carta decorata con stelle e un angelo in legno applicato nella parte alta, appartenenti all’iconografia della tradizione romanica dei crocifissi, sono lasciati a malapena intravedere sotto il colore nero applicato copiosamente.
La mostra, che sarà inaugurata il prossimo 2 ottobre, sarà accompagnata da un ampio catalogo con un saggio del curatore della mostra Helmut Friedel, direttore del Museo Rainer di Baden, da un testo critico di Giovanni Iovane, direttore dell’Accademia di Brera di Milano, ed uno di Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze.
Noto al grande pubblico per la sua arte astratta e informale, Arnulf Rainer durante i suoi primi anni di carriera fu influenzato dal Surrealismo facendo poi evolvere il suo stile verso la distruzione delle forme, con annerimenti, ridipinture e mascherature di illustrazioni e fotografie che dominano i suoi lavori successivi. Era molto vicino all’Azionismo viennese, caratterizzato da body art e pittura sotto l’effetto di droghe e dipinse a lungo la relazione tra la vita e la morte concentrandosi ampiamente sul tema di Hiroshima in relazione al bombardamento nucleare della città giapponese e alle sue ricadute politiche e fisiche. Ha esposto nei grandi eventi internazionali come ad esempio la Biennale di Venezia (1980 e 2011) e la Biennale di San Paolo (1996) o ancora Documenta 7 (1982). Le sue opere sono esposte nei più importanti musei del mondo come il MOMA e il Guggenheim Museum di New York, che annoverano nella loro collezione numerose opere acquistate nel tempo così come la Tate di Londra ed il Centre Pompidou di Parigi. Nel 1993 a New York è stato inoltre aperto l’Arnulf Rainer Museum. Ha un museo a lui dedicato a Baden. Nel 2014 e nel 2019 l’Albertina Museum omaggia l’artista con due ampie retrospettive. Dopo una splendida carriera, e a 92 anni, la Galleria Poggiali porta per la prima volta in assoluto Arnulf Rainer a Firenze e gli dedica una grande mostra.
Galleria Poggiali
Via della Scala 35/A; Via Benedetta 3r, Firenze
+39 055 287748, www.galleriapoggiali.com, info@galleriapoggiali.com
Orari: martedì – sabato 10 – 13 e 15 – 19
Ingresso gratuito