Aurelio Bulzatti. Il tempo sospeso
Da un’idea di Vittorio Sgarbi. A cura di Gabriele Lorenzoni
La malinconia delle cose e’ nel loro casuale abbandono. […]
Bulzatti si rivela pittore di atmosfere, capace di animare anche le cose più insignificanti,
lontanissimo da ogni simbolismo.
Vittorio Sgarbi
Ho cominciato a dipingere nell’estate del 1980, nel clima romano del ritorno alla pittura.
La prospettiva, la narrazione, uscire dall’arte concettuale sono diventate le mie stelle polari. Da allora ragiono solo in termini pittorici e di rappresentazione. Mi posso definire con poche parole: mi piace dipingere la figura, l’ambiente che la circonda, le relazioni emotive e sentimentali che le legano tra di loro.
Aurelio Bulzatti
Presentate lungo un andamento cronologico circa cinquanta opere descrivono l’intera carriera di Aurelio Bulzatti, tra gli interpreti della nuova stagione della figurazione dei primi anni Ottanta. Di origini ferraresi e attivo fra Bologna e Roma, è tra coloro che sperimentano e teorizzano il ritorno alla pittura, l’interesse per l’immagine evocata e lo studio delle tecniche tradizionali. La mostra mette in luce la continua evoluzione linguistica e stilistica di Bulzatti, pur nella rigorosa coerenza con le premesse figurative degli esordi. Un nucleo rilevante di opere inedite, immaginate e realizzate appositamente per le sale del Mart, testimoniano la continuità e anticipano traiettorie future.
Percorrendo la mostra, appaiono evidenti tanto le evoluzioni stilistiche e tematiche di Bulzatti, quanto quella atmosfera pacata che caratterizza l’intera opera, una sorta di sobria ritrosia, una pittura di silenzi. Le luci soffuse, le ombre nebbiose, gli scenari crepuscolari campeggiano sulle tele, divenendone il tratto distintivo.
Come sottolinea Vittorio Sgarbi nel testo in catalogo: “Non c’è spazio per i grandi temi, per la propaganda, per l’ideologia. […] È l’antiretorica”.
Questo non significa che Bulzatti non si occupi di temi sociali, tutt’altro. Soprattutto negli ultimi anni descrive il mondo contemporaneo, le sue contraddizioni, le solitudini. E lo fa con infinita pietas, raccontando con semplicità e rispetto gli ultimi, gli umiliati, le periferie, gli spazi vuoti o abbandonati, le notti. La città diventa protagonista di dipinti nei quali il rapporto tra le figure e lo spazio è centrale.
Anche la tecnica cambia. Se nei primi lavori la pittura è più cremosa, con il passare del tempo diventa più vibrante, i contorni sfocati, i giochi compositivi più audaci.
La mostra Aurelio Bulzatti. Il tempo sospeso è accompagnata da un catalogo di prossima pubblicazione con testi di Vittorio Sgarbi, Alessandra Maria Sette, Francesco Moschini e una conversazione tra Gabriele Lorenzoni, curatore del Mart, e l’artista.
Nato ad Argenta (Fe) il 2 ottobre 1954, ha frequentato negli anni Settanta l’Accademia di Belle Arti a Bologna, in un clima fortemente condizionato dall’arte Povera e Concettuale. L’anno che segna il futuro sviluppo della sua poetica è il 1981, quando a Roma entra in contatto con gli artisti della galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis. Accomuna questi artisti l’interesse per il ritorno alla pittura, l’immagine evocata, la tecnica e il mestiere del dipingere e Bulzatti si trova a suo agio in quel clima di sperimentazione volutamente distante dalle neo-avanguardie che guarda in maniera innovativa alla tradizione. Entrato stabilmente nel giro de La Tartaruga, stringe un sodalizio particolarmente forte, oltre che con De Martiis, con Maurizio Ligas e Lino Frongia e ottiene due mostre personali, nel 1983 e nel 1984. In quello stesso anno partecipa alla XLI Biennale di Venezia nella sezione Aperto 84. Alla fine degli anni Ottanta il gruppo si scioglie e ogni artista continua la propria ricerca individualmente. Collabora dal 1991 al 1995 con la galleria Netta Vespignani di Roma, con la galleria il Polittico, con l’associazione Futuro di Ludovico Pratesi e con la galleria di Francesco Moschini e con quella di Liliana Maniero e con l’associazione culturale l’Attico di Fabio Sargentini. È invitato a partecipare a due Quadriennali al palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1986 e nel 1996. Nel 2005 la Galleria Comunale di Ciampino propone una mostra antologica con oltre 40 opere. Nel 2007 la partecipa a Palazzo Reale di Milano alla mostra Arte Italiana 1968-2007; nello stesso anno riceve una seconda personale alla galleria A.A.M. di Roma. Nel 2008 un’altra antologica dal titolo Passaggi 1982-2008, è organizzata dal comune di Argenta (Ferrara) al Centro Culturale Mercato. Nel 2010 partecipa alla 54a Biennale di Venezia al Padiglione Italia curato da Vittorio Sgarbi. Dopo oltre trent’anni di vita nella capitale, decide di trasferirsi a Budrio, nella campagna Bolognese, ritrovando così atmosfere affini a quelle della sua infanzia.
MartRovereto
Corso Bettini 43, Rovereto (TN)
800 397760, info@mart.trento.it, www.mart.trento.it
Orari: mart-dom 10.00-18.00, ven 10.00-21.00
Tariffe: intero 15 Euro ridotto 10 Euro
Copertina: Aurelio Bulzatti, Autoritratto, 1992, Collezione privata, Roma