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Flamingo, 2012, ceramica policroma, cm h 68 x 75 x 75

Bertozzi & Casoni. Non è quel che sembra

Labirinto della Masone, Fontanellato (PR)

A cura della Fondazione Franco Maria Ricci e di Bertozzi & Casoni

Il Labirinto della Masone riprende la sua stagione espositiva dopo la pausa estiva con la nuova mostra Bertozzi & Casoni. Non è quel che sembra che sarà aperta dal 14 settembre 2024 fino al 7 gennaio 2025. Una mostra che attraverso le opere degli artisti Bertozzi & Casoni, le cui creazioni riescono sempre a stupire per la loro ricercatezza tecnica e formale in grado di raccontare la società contemporanea con sguardo lucido ed originale, vuole mettere in luce in particolare il tema della corruzione e del disfacimento dell’ambiente naturale dovuto all’intervento umano; un richiamo alla responsabilità collettiva, evidenziando il potenziale di rigenerazione che è custodito nella natura stessa.

Duo artistico nato a Imola nel 1980, Bertozzi & Casoni è composto da Giampaolo Bertozzi e da Stefano Dal Monte Casoni, scomparso nel 2023, artisti emiliano-romagnoli che si sono formati entrambi nell’ambito della ceramica faentina e che hanno da sempre eletto questo mezzo espressivo a protagonista assoluto delle loro creazioni, riscattando la ceramica dal ruolo secondario in cui l’arte più contemporanea l’aveva relegata e raggiungendo grandi successi anche internazionali grazie alla partecipazione e varie prestigiose mostre all’estero. Dall’inizio del nuovo millennio hanno abbandonato la tradizionale tecnica della maiolica dipinta per specializzarsi in materiali e tecnologie di derivazione industriale che hanno permesso una resa della ceramica sempre più mimetica nei confronti della realtà; la difficoltà esecutiva dovuta alle sperimentazioni sempre più innovative diventa una facilità percettiva per il pubblico, che a stento riesce a distinguere il finto dal vero.

Le opere realizzate dal duo sono il frutto di lunghi, attenti e meditati studi, le composizioni precise vengono spesso modificate fino all’ultimo in una ricerca costante del perfetto equilibrio tra forma e contenuto, consegnando infine ai fruitori delle sculture dall’iconografia improbabile eppure realistica, ricche di riferifementi alla cultura pop e al mondo della storia dell’arte e ai sui più celebri interpreti: si allude a un teatro dell’assurdo legato alla quotidianità della vita che riesce a rielaborare con sguardo originale e riconoscibile la nostra società contemporanea, producendo opere in bilico fra ironia e critica al consumismo, dove l’iperrealismo delle creazioni suscita dubbi e lo splendore fa nascere riflessioni sul disfacimento della società.

Nella mostra al Labirinto della Masone sono una quarantina le sculture che i visitatori trovano non solo nelle sale dedicate alle esposizioni temporaneee, ma anche lungo il percorso museale, in un dialogo che coinvolge spazi e opere e che vuole attivare riflessioni soprattutto sulla relazione tra uomo e natura oggi.

È così che nella sala dedicata al Parmigianino si  incontra Flamingo, scultura composta da due fenicotteri di cui uno con il collo reciso popolato di farfalle, e tra le opere del Novecento c’è Nelle tue scarpe (un’epifania), in cui le scarpe di un noto brand sono rappresentate logore e usurate; Sedia elettrica con farfalle si staglia nella saletta dedicata alle vanitas e nelle gallerie dove sono esposti i volumi della casa editrice Franco Maria Ricci ci sono due opere in cui i libri costituiscono oggetti di uso comune, accompagnati da cibo e tazzine sporche di caffè.

Si entra poi nel vero e proprio spazio espositivo e nella prima sala il pubblico trova subito la serie delle stagioni ispirate a quelle celebri di Arcimboldo: qui al trionfo di frutta, verdure, fiori e piante si aggiunge l’inquietante Quinta stagione che prende forma da plastica, cavi, scarti dell’uomo. Il deterioramento della realtà prosegue nella presenza di animali imprigionati in sacchi di plastica e sopra a barili sporchi, fino ad arrivare all’enorme Caretta caretta, creata appositamente per questa mostra, in cui una tartaruga marina giace su un tavolo veterinario, impigliata nelle reti da pesca gettate dall’uomo, e che forse però proprio grazie all’intervento dell’uomo potrà salvarsi.

La seconda sala offre una visione disincantata della vita umana, rappresentata da una delle loro opere più note, Resistenza 2, dove una grande tavola alla fine di un banchetto è colma di avanzi di cibo e stoviglie usate, accompagnata da altre opere con piatti sporchi, sacchetti di plastica e cestini di immondizia. Tra i resti di cibi vari ci sono uova rotte, come in Corno e Istantanea, e polipi, in Vassoio Ma: da tutti questi oggetti emerge un ritratto crudo e realistico della società consumistica contemporanea, cristallizzata e sospesa nel tempo.

Nell’ultima sala del percorso il tema della mostra si evolve verso una nota di speranza: qui sono esposte nuove forme di vita che emergono dalle macerie del disfacimento umano, con animali e piante che ritornano a popolare ambienti sporcati dall’uomo e fiori che ricrescono su zolle piene di sigarette e cartacce. Il recupero di oggetti “abbandonati”, a volte sporchi, comunque silenziosi e inermi, riporta ad una seconda vita gli stessi oggetti, che diventano punto d’interesse non solo per gli animali che li popolano ma anche per l’osservatore che si trova ad osservarli fuori dal loro contesto quotidiano e il cui sguardo le trasforma in opere d’arte. Questa sala celebra la capacità della natura di rigenerarsi, suggerendo che, attraverso un impegno collettivo e consapevole, è possibile riparare i danni inferti e favorire un futuro più sostenibile.

Bertozzi & Casoni. Non è quel che sembra invita il pubblico a immergersi in queste creazioni in cui reale e finzione si incontrano, dove le immagini ai limiti dell’assurdo sfidano le convenzioni e suscitano riflessioni sul mondo che ci circonda.

In occasione della mostra sarà pubblicato l’omonimo volume edito da Franco Maria Ricci che raccoglie, oltre alle opere in mostra, una serie di racconti originali di Tiziano Scarpa (scrittore vincitore del premio Strega nel 2009).

Architettura Design, 2016, cm h 42 x 66 x 45

The Labirinto della Masone resumes its exhibition season on September, 14 with the new show BERTOZZI & CASONI. Not What It Seems.

The stars of the exhibition are the astonishing creations of the duo Bertozzi & Casoni, undisputed masters of contemporary ceramics, whose sculptures captivate with their technical and formal refinement, offering a sharp and original portrayal of contemporary society.

The works of these two artists often highlight the theme of the degradation of the natural environment due to human intervention, while also revealing the regenerative potential harbored within nature itself.
In an era marked by increasing ecological awareness, the exhibition aims to explore the complex relationship between humanity and nature, a central theme in the mission of the Franco Maria Ricci Foundation. It stands as both a warning and a call for collective responsibility.

Giampaolo Bertozzi (Borgo Tossignano, 1957) and Stefano Dal Monte Casoni (Lugo di Romagna, 1961 – Imola, 2023) were trained in the Faenza ceramic tradition, elevating this medium to the undisputed protagonist of their creations, far from the secondary role to which art had long relegated it.
Their partnership solidified with the founding of Bertozzi & Casoni in 1980. By the late 1990s, they embarked on a phase of experimentation moving from painted majolica to industrial techniques such as “photo-ceramics,” which allowed them to achieve ever more lifelike representations.
Thus began their famous “contemplations of the present,” contemporary Vanitas scenes offering glimpses of consumerist society, which astound with their fidelity to reality. Their remarkable ability to mold ceramics into shapes that challenge perception is one of the hallmarks of Bertozzi & Casoni’s work.

The duo’s creations are the result of lengthy, thoughtful studies, perfectly balancing form and content: constant references to pop culture and art history, teetering between irony and social critique, hyperrealism that induces doubt, and an almost baroque splendor that urges the viewer to reflect on the transience of existence.

The exhibition at the Labirinto della Masone is arranged across three rooms, each representing a distinct phase in the cycle of nature’s destruction and rebirth. Around forty works are on display, including some of the duo’s most iconic pieces alongside new, previously unseen creations, providing a comprehensive overview of their production.

In the first room, visitors are greeted by a series inspired by the seasonal cycles of Arcimboldo. To his triumph of fruits, vegetables, flowers, and plants is added the unsettling Fifth Season: the season of tin, plastic, cables… remnants of human activity. The deterioration of reality continues with animals trapped in plastic bags and atop barrels of tar.
The enormous Caretta caretta, a new piece exhibited to the public for the first time, struggles in one final attempt to break free from the prison of the Anthropocene.

The second room offers a disenchanted view of humanity’s passage on Earth, represented by one of Bertozzi & Casoni’s most famous works, Resistenza 2: a large banquet table filled with food scraps, surrounded by dirty dishes, plastic bags, and trash bins. Among the waste, small animals appear once again, quietly reclaiming space in the absence of humans: butterflies and snails take advantage of the chaos.
Amidst food remnants, such as broken eggs (Istantanea) and octopuses (Vassoio Ma), emerges a raw, realistic portrait of contemporary consumerist society.

In the final room, the exhibition takes a turn towards hope and resilience. The works here depict new forms of life emerging from the ruins of decay: a monitor lizard (Tempo) walks across tires and cans; tulips and orchids (Disgrazia con tulipani rossi and Disgrazia con orchidea blu) bloom from piles of cigarette butts and paper scraps, while butterflies emerge from handbags filled with cosmetics.

The room celebrates nature’s ability to regenerate, suggesting that, through collective and mindful action, it is possible to heal the inflicted damage and foster a more sustainable future.

In closing, a new version of the iconic Pinocchio sits surrounded by books, still a wooden puppet despite his advanced age: the contemporary man who sees his reflection in Pinocchio has yet to complete his journey of purification. Yet, through this image, he is invited to reflect on how to improve the reality around him.

In addition to the dedicated rooms, some works will be placed in dialogue with the permanent collection of Franco Maria Ricci. In one scene, butterflies alight on the severed neck of a flamingo, aided by another in a tender dance (Flamingo), placed in contrast within the room dedicated to Cupid’s triumph.
The same butterflies cover an electric chair (Sedia elettrica con farfalle) at the center of the Vanitas Room, offering a clear allusion to the fleeting nature of existence.

Finally, still lifes with books and magazines (Adesso) blend into the galleries of historical publications by Franco Maria Ricci.

BERTOZZI & CASONI. Not What It Seems is an emotional and intellectual journey, inviting the public to confront the consequences of human actions on the environment.
The works of Bertozzi & Casoni, with their extraordinary realism and profound sensitivity, offer a deep reflection on the fragility of ecosystems and the resilience of nature, all while steering clear of the empty rhetoric that often surrounds these themes.

On the occasion of the exhibition, a book of the same name will be published by Franco Maria Ricci Editore, featuring the exhibited works along with a series of original stories by Tiziano Scarpa, winner of the Strega Prize in 2009.

Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci
Strada Masone 121, Fontanellato (PR)
0521827081, labirinto@francomariaricci.com, www.labirintodifrancomariaricci.it
Orari: tutti i giorni, tranne il martedì. Fino al 31 ottobre dalle 10.30 alle 19, dal 1 novembre dalle 09.30 alle 18
L’accesso è incluso nel biglietto d’ingresso del Labirinto della Masone: intero 20 euro

Ufficio stampa: Maria Chiara Salvanelli | Press Office & Communication
Cover: Flamingo, 2012, ceramica policroma, cm h 68 x 75 x 75