Skip to content
Burattini,REMEMBER ME COMPLETE

Brut Reverie

Contemporary Cluster, Roma

Mike Ballard, Cosimo Casoni, Bram Braam, Francesco Burattini, Stephen Burke, Ronan Dillon, Eric Mangen, Michael Weisskoppel
A cura di Stephen Burke

Contemporary Cluster è lieta di presentare giovedì 21 settembre Brut Reverie, una mostra collettiva internazionale a cura di Stephen Burke, con opere di Mike Ballard, Cosimo Casoni, Bram Braam, Francesco Burattini, Stephen Burke, Ronan Dillon, Eric Mangen, Michael Weisskoppel.

Prosegue la ricerca di Contemporary Cluster nel mondo del Post vandalismo, con questa mostra che può essere considerata il secondo capitolo, preceduta nella stagione 2021-22 da Displacement. Artisti interpreti di una corrente abbastanza recente sviluppatasi in particolare nel Nord Europa, che prende le mosse dalla strada per codificare un nuovo linguaggio urbano e una nuova astrazione, minimalista e tangibile. Il Post Vandalism contempla l’impatto che l’uomo ha sull’ambiente urbano e lo traduce in arte; si assiste così all’evoluzione di un processo creativo, al passaggio di nuovi segni, dal muro alla tela, dalla strada a un’idea di pittura astratta, protagonista di una rigenerazione della tradizione storica riletta in termini contemporanei. Gli artisti esposti utilizzano molti strumenti tradizionalmente associati ai graffiti, ma non si identificano come artisti urbani o murali perché il loro lavoro nasce dalla fusione di diversi elementi: astrazione, minimalismo e object trouvè, combinati tra loro. Questi artisti, legati da un background comune e da ricerche affini, testimoniano un progresso artistico internazionale, interpretando per Cluster una nuova armonia di forma e materia.

Brut Reverie unisce l’essenza rude e non raffinata degli spazi cittadini con scorci di introspezione fantasiosa, quasi onirica. Ogni artista in mostra possiede un occhio attento all’osservazione, vivendo la città in una vicina trance e lasciando che la città stessa li guidi verso scintille di ispirazione creativa.
Spesso, questo fascino si basa sul affascinante ossimoro di brutalità e bellezza, due concetti opposti ma che spesso vediamo uniti in nuove opere d’arte nate dagli object trouvè. Brut Reverie approfondisce la cruda realtà delle nostre strade fredde e dure, contrastandole con azioni libere e indomite. La vista dell’asfalto fuso incrostato di puntini colorati di gomma da masticare all’esterno di una discoteca o consunte borse della spesa avvolte in filo spinato, agitate dal vento, diventano frammenti simbolici dell’esperienza vissuta. Questa giustapposizione innesca un dialogo tra la brutalità dell’esistenza urbana e la bellezza che si trova nelle sue espressioni più crude e autentiche.

Stephen Burke

Stephen Burke è un artista e curatore irlandese che lavora tra il Regno Unito e l’Irlanda. Ha un Master of Arts in pittura alla Glasgow School of Art ottenuto nel 2018 e ha recentemente vinto i premi Agility Award dall’Arts Council of Ireland e l’Open Fund for Individuals dalla Creative Scotland. Stephen è il fondatore della piattaforma social Post Vandalism, la quale esplora l’estetica e le tematiche dei processi legati al graffitismo e al mark-making, ottenendo l’appoggio e il sostegno di una vasta comunità internazionale. Questo progetto ha ispirato l’ultima edizione del Kunstforum International, la più rinomata rivista specializzata in arte contemporanea della Germania. Burke è inoltre il co-fondatore del collettivo curatoriale londinese Pigeon Park, che organizza mostre ed eventi in spazi industriali; il progetto è stato ideato in risposta alle problematiche scaturite dalla pandemia da Coronavirus per le condizioni di lavoro degli artisti.

Mike Ballard è nato nel 1972, l’artista vive e lavora a Londra. L’occhio dell’artista è attratto dal detrito, dal rifiuto e dalla sovrapposizione spontanea di segni e simboli creati con pittura, vernice e stickers – che si tratti di segnali o pubblicità. I suoi dipinti si basano sulla traduzione formale di questi processi tramite la fotografia, la fotocopia, l’incollaggio, la saturazione, l’abrasione e la sovrapposizione. Nell’elaborazione dei suoi lavori l’artista non ricrea semplicemente un’immagine esistente ma formula una riflessione visiva sulle forze urbane che causano negazione, corrosione e spostamento. Per le sue opere attinge a un ampio patrimonio di materiale d’archivio e oggetti di poco valore per creare dipinti, sculture e installazioni contemporanee che sono imbevute non solo di una ricca vicenda personale ma anche dell’etica e dell’estetica di un contesto artistico anticonvenzionale e anticonformista. Nella serie in corso di sculture realizzate con cartelloni rinvenuti per strada, il medium è essenzialmente il messaggio; la loro superficie presenta tutti i segni di una vita condotta sulla strada, dall’esposizione ai fenomeni atmosferici, ai segni degli operai fino ai graffiti dei writers. Ogni graffio, macchia, incrostazione o foro costituisce la prova del tempo trascorso come guardiani di un luogo, barriere che separano la sfera pubblica da quella privata. Ballard abbraccia ed enfatizza ogni imperfezione, non applicando alterazione a esclusione dell’amputazione di quelle parti irrimediabilmente rovinate a causa dell’umidità o degli insetti. L’artista indaga sulla funzione dei cartelloni come simbolo di proprietà in un discorso sul controllo e sulla censura dell’identità nel contesto urbano. Il legno dipinto rappresenta un corpo che è allo stesso tempo superficie che passivamente registra il tempo trascorso e simbolo di un cambiamento immediato.

Bram Braam, nato nel 1980 a Sittard nei Paesi Bassi, vive e lavora a Berlino. La sua indagine artistica ha come punto di partenza la ricerca di tracce e segni che si trovano nell’ambiente urbano – un contesto dominato dall’architettura. Questa ricerca si traduce nella poetica e scultorea rappresentazione della materialità e del decadimento. L’artista prende ispirazione dalla filosofia utopistica del XX secolo, e da movimenti architettonici quali il modernismo e il brutalismo – un approccio che si può riscontrare nel lavoro da lui realizzato in relazione a movimenti come De Stijl, Konkrete Kunst e Minimalismo. Braam si è laureato alla Royal Academy of Fine Arts di Den Bosch (NL) nel 2009 e ha studiato comunicazione e design al St. Lucas College di Boxtel (NL) nel 2003. L’artista ha esposto le sue opere in diversi spazi internazionali come l’Evelyn Drewes Gallery Hamburg (DE) Mirrors of Time, Oud Rekem (BE), Gallery Burster berlin (DE), Marissa Newman projects (New York,USA), N.B.K Neuer Berliner Kunstverein Berlin (DE), LAGE EGAL Curatorial projects Berlin (DE), Till Richter Museum, LFN Gallery Spinnerei Leipzig (DE), Galerie Frank Taal Rotterdam (NL), Another Space Kopenhage (DK) Import Projects Berlin, Stedelijk Museum Den Bosch SMS (NL). Braam è sostenuto da diversi programmi di finanziamento come la Fondazione Mondriaan, Neustart Kultur (Stiftung Kunstfonds),  il Senato di Berlino e ha vinto il Premio Jung-Art di Berlino nel 2011.

Francesco Burattini nasce ad Ancona nel 1994. Nel 2014 inizia a studiare Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino conseguendo il diploma di primo livello in Pittura e Iconografia del disegno. Nel 2018 continua la sua esperienza formativa presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino nel master di Pittura e Arti Visive Contemporanee, nello stesso anno partecipa alla XIII del “Premio Nazionale delle Arti 2018” esponendo tra i finalisti selezionati nella categoria Pittura a Palermo parallelamente ai giorni in cui la città ospita Manifesta 12. Conclude i suoi esami alla PXL MAD di Hasselt (BE) nel 2020 dove inizia ad interessarsi alla pratica installativa, alla teorizzazione e alla professione curatoriale. Nel marzo del 2021 finisce il suo percorso di studi a Urbino con una tesi specialistica focalizzata sul tema “L’Artista come Curatore” in Management dell’Arte Contemporanea accompagnata da un’intervista esclusiva a Darren Bader. Sempre nel 2021 partecipa come borsista al workshop “SEA” seconda edizione di TRAC- Tresoldi Academy riuscendo a contribuire alla realizzazione di un monumento per la città di Ancona supervisionato da Edoardo Tresoldi e Oliviero Fiorenzi. Dal 2022 vive e lavora ad Ancona.

Cosimo Casoni (1990) vive e lavora tra la maremma e Milano. Il lavoro ruota attorno prevalentemente alla pittura e alle sue possibilità in un costante rapporto arte-vita. Casoni nasce come pittore figurativo e vi rimane in parte. Al tema classico del paesaggio e della natura morta, l’artista combina stili di matrice post-graffitista: in particolare “skate painting” e “Fingertricks”; due approcci che hanno distinto la sua ricerca negli ultimi anni, soffermandosi nello studio del “segno” come veicolo di aspetti evocativi, estetici e compositivi. Azioni come quella di usare la tavola da skateboard come grande pennello o marcare con le dita la materia pittorica, vengono trattate sia singolarmente sia come parte integrante di opere più complesse, attraverso un processo pittorico a livelli, caratterizzato da sovrapposizioni e cancellazioni. All’attitudine irrequieta dell’artista, sussegue un contrastante desiderio di ordine: l’utilizzo della geometria, diviene il recinto su cui osare e sperimentare; progettazione e improvvisazione si alternano durante il processo creativo, così come i tempi di azione e di pensiero, in un esercizio continuo. I dipinti appaiono come dei rebus senza un unica soluzione, dove l’immaginario collettivo si intreccia all’esperienza personale dell’artista. Il quadro diviene lo spazio mentale, lo spartito su cui orchestrare elementi, azioni e tecniche, in cerca di possibili significati e nuove geografie formali; generando immagini che vivono in bilico, tra staticità e movimento, realtà ed illusione.

Ronan Dillon è un artista, designer e curatore nato a Dublino e vive nella costa orientale dell’Irlanda. Cresciuto in un contesto urbano e formatosi nell’ambito del design, Dillon è attratto dalle semplici qualità artistiche del mondo rurale. Qui, l’artista ha sfruttato il suo sguardo da “outsider” per catturare l’essenza selvaggia della terra, attraverso una nuova e audace prospettiva. Dillon è ispirato in particolar modo dall’atteggiamento senza scrupoli dei contadini, dalle loro azioni che, incoscienti o ragionate, creano qualcosa di crudo e affascinante. Con le sue riflessioni innovative e originali l’artista svela il sublime nascosto in ciò che è ordinario, comune o dimenticato e lo fa con semplicità e disinvoltura. Egli è inoltre il co-fondatore e curatore della Glovebox Gallery, una galleria d’arte immersiva e cocktail bar situata al quinto piano del parcheggio Trinity St. a Dublino, Irlanda.

Eric Mangen, nato nel 1983, è un artista astratto che vive e lavora in Lussemburgo. Il suo approccio artistico si basa sulla creazione di sfondi su cui, come nei collages, egli costruisce e decostruisce continuamente, abbandonandosi alle sincronicità degli “errori”. L’artista lavora principalmente con grandi formati, poiché lo spazio gli permette di esprimere se stesso con movimenti liberi. Questi gesti energici mirano ad esprimere una forza, un sentimento che emerge dall’interno. Il concetto che è alla base della sua ricerca può essere paragonato a una danza che, tramite la pura intuizione dei suoi movimenti e una costruzione logica, conferisce ritmo alle sue composizioni. L’artista lavora con diversi tipi di materiali pittorici e sperimenta con diverse superfici, come ad esempio il metallo, il legno, il foto transfer e la stoffa. I suoi viaggi ricorrenti e progetti di residenza artistica come ad esempio in Australia e negli Stati Uniti, così come le sue frequenti collaborazioni con artisti internazionali, contribuiscono all’evoluzione della sua indagine artistica.

Michael Weißköppel (1969, Bocholt, Germania) è un artista pionieristico post-digitale che fa riferimento ed incorpora processi informatici nelle sue opere. L’immediatezza di segni di vernice e di cancellature rapide si scontrano con paesaggi formali. Nonostante le opere di Weißköppel sembrino fotografiche se viste a distanza, ognuno di esse è dipinto in modo da suggerire l’astrazione e la presente rilevanza della cultura del XXI secolo. Ha studiato comunicazione visiva presso Bielefeld University of Applied Sciences dal 1995 al 2000. Studia arte dal 2000 al 2004 presso l’Accademia di Belle Arti di Braunschweig seguito da John Armleder, Norbert Tadeusz e Lienhard von Monkiewitsch. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre in Germania e all’estero, nonché in spazi pubblici, tra cui Tick Tack, Anversa (2021), TW Fine Art, Brisbane, Australia (2018), Marta, Museo d’Arte Contemporanea, Herford (2016), Kunsthalle Wilhelmshaven (2014) e Kunstverein Schwerte (2015). Nel 2004 ha ricevuto il Theodor Kohl Painting Award, una borsa di studio dalla fondazione Stiftung Künstlerdorf a Schöppingen e nel 2009 una sovvenzione dalla città di Magdeburgo.

Weisskoppel goo

Contemporary Cluster is glad to present Brut Reverie, an international group show curated by Stephen Burke, with artworks by Mike Ballard, Cosimo Casoni, Bram Braam, Francesco Burattini, Stephen Burke, Ronan Dillon, Eric Mangen, Michael Weisskoppel.

The research of Contemporary Cluster in the world of Post Vandalism continues, with this exhibition that can be considered the second chapter, preceded in the 2021-22 season by Displacement. Artists interpreters of a current quite recently developed in particular in Northern Europe, which takes its cue from the street to codify a new urban language and a new abstraction, minimalist and tangible. Post Vandalism contemplates the impact we have on our built environment and translates this into the gallery; we thus witness the evolution of a creative process, the passage of new signs, from wall to canvas, from the street to an idea of abstract painting protagonist. The artists on display use many tools traditionally associated with graffiti, but do not identify themselves as urban or mural artists because their work arises from the fusion of different elements: abstraction, minimalism and object trouvè, combined. These artists, linked by a common background and similar research, witness an international artistic progress, interpreting for Cluster a new harmony of form and matter.

Brut Reverie unites the rugged, unrefined essence of city spaces with glimpses of imaginative, almost dreamlike introspection. Each participating artist in this show possesses a keen observational eye, navigating the city in a near trance, letting the city itself guide them toward sparks of creative inspiration.
Frequently, this fascination centres on the convergence of brutality and beauty. It delves into the stark realities of our unyielding, concrete streets, contrasting them with free and untamed actions. The sight of molten tarmac caked with colorful dots of chewing gum outside a nightclub or bleached white shopping bags ensnared in razor wire, flailing in the wind, become symbolic fragments of the lived experience. This juxtaposition sparks a dialogue between the brutality of urban existence and the beauty that can be found within its raw and authentic expressions.

Contemporary Cluster
Palazzo Brancaccio, via Merulana, 248, Roma
06 3170 9949, info@contemporarycluster.com, www.contemporarycluster.com
Orari: dal lunedì al venerdì 10 – 13 e 15.30 – 19
Ingresso gratuito

Copertina: Burattini, REMEMBER ME COMPLETE