
Chiara Camoni. Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse.
A cura di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli
Dal 15 febbraio al 21 luglio 2024 Pirelli HangarBicocca presenta “Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse.”, mostra personale di Chiara Camoni: un paesaggio fantastico in cui immergersi e perdersi.
Il corpus di opere più ampio mai presentato dell’artista italiana. Nuove produzioni, concepite e realizzate appositamente per la mostra, e opere storiche offrono una riflessione sul femminile, sulla dimensione spirituale e mistica della realtà, sulle relazioni tra cultura e storia e sui gesti quotidiani che danno forma alle nostre esistenze.
Una pratica che intreccia sfera spirituale e dimensione artigianale attraverso l’utilizzo di molteplici forme espressive dal disegno alle stampe vegetali, dal video alla scultura e alla ceramica.
La pratica di Chiara Camoni (Piacenza, 1974; vive e lavora a Seravezza, Lucca) si estende dal disegno, alla scultura e all’installazione, con particolare attenzione per la ceramica. Il suo lavoro si contraddistingue per l’uso di oggetti appartenenti al mondo domestico o di elementi organici che l’artista impiega nella sua produzione. Erbe, bacche e fiori, ma anche diversi tipi di argilla e ceneri determinano le tonalità naturali distintive dei suoi lavori e richiamano la terra e la vegetazione che Camoni raccoglie e inserisce nelle sculture. Le opere vengono poi riassemblate attraverso azioni rituali, connotate da un forte legame con mondi ancestrali e arcaici, volti a esplorare il rapporto con l’artigianato e la sfera spirituale. La dimensione collettiva e di scambio è altrettanto rilevante: l’artista, infatti, si avvale spesso di collaborazioni con amici e parenti, workshop e seminari per realizzare i suoi lavori. Il linguaggio di Camoni rielabora tecniche e materiali del quotidiano come ceramiche, tessiture a stampa o a telaio, tratti soprattutto dallo strumentario delle attività femminili, riprendendo approcci comunitari che si avvicinano alle pratiche di altre artiste italiane storiche come Maria Lai (1919-2013) o alle traiettorie processuali di Laura Grisi (1939-2017).
La mostra in Pirelli HangarBicocca, “Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse”, a cura di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli, raccoglie il corpus più ampio delle opere di Chiara Camoni mai presentato in Italia e, insieme a una serie di nuove produzioni, dà vita a un’architettura di collettività e raccoglimento, ispirata nelle forme al giardino all’italiana tardo-rinascimentale e a siti archeologici. Il disegno simmetrico e radiale della pianta crea corridoi e stanze, strade e ambienti, che dividono lo spazio dello Shed in aree dove i visitatori possono sostare o dialogare. Il centro vuoto è il fulcro attorno a cui ruota il progetto di mostra: le opere sono infatti disposte come sugli spalti di un’arena, trasformando l’esposizione in un raduno o uno spettacolo. Allo stesso tempo l’ambiente si configura come un paesaggio materico in cui il confine tra architettura, scultura e oggetto diventa più labile e ambiguo. Mentre dalle finestre, aperte per l’occasione lungo le pareti dello Shed, la luce naturale diurna si alterna all’oscurità serale, una ciclicità che è soggetto creatore e vivificante con la sua scansione ritmica tra momenti di stasi e tenebre e altri movimentati dai riflessi e dai raggi solari.
Il titolo della mostra è concepito come un componimento in versi o un incantesimo. Da una parte rimanda a una formularità magica, che invita il pubblico a immergersi in una dimensione arcaica e misteriosa, e dall’altra riassume e anticipa elementi e immaginari della pratica di Chiara Camoni, evocati e convocati insieme dalle parole dell’artista stessa. Proprio a partire da questa idea di richiamo collettivo, è raccolta ed esposta la serie più numerosa delle Sisters, opere che l’artista realizza a partire dal 2019. Queste sculture dall’aspetto antropomorfo e zoomorfo sono formate da un accumulo di materiali differenti, dalla terracotta policroma alla cera, da gres e porcellana a elementi vegetali, fino al ferro, alla plastica e a oggetti trovati. Per Camoni appaiono come figure dell’inconscio, divinità primordiali che incarnano una femminilità ancestrale. Il loro aspetto corporeo e materico è in grado di generare stupore e meraviglia nell’osservatore, come se ognuna nascondesse una narrazione intima e mitica allo stesso tempo. La loro presenza, come veicolo di sorellanza, incoraggia il desiderio di unione e comunità e di rivendicazione identitaria. Chiara Camoni afferma:
Come artista donna, la mia identità nasce in modo archeologico, in un tempo e uno spazio lontano, dove torno sempre per poi trovare la mia collocazione nel presente. Così hanno origine le opere, che hanno una loro vita autonoma, muovendosi nel tempo e nello spazio che viene dopo, quello futuro. Comincia quella dualità che le rende mutevoli, ambigue, dedite al cambiamento.
Le opere esposte in Pirelli HangarBicocca sembrano appartenere a un passato fantastico che a poco a poco si disvela, come in un sito archeologico, dove storie e oggetti si sovrappongono nel tempo e trasformano le memorie di un luogo. Ne è un esempio Pavimento (per Clarice 02) (2022) composto da piastrelle di gres smaltato con cenere, terra e sabbia, che nell’omaggio alla scrittrice brasiliana Clarice Lispector (1920-1977) racconta il passaggio della materia – e del decoro – da uno stato all’altro. La serie dei Vasi Farfalla (2020-23), esposta su tavoli in legno, reinterpreta invece i vasi canopi dell’antico Egitto che custodivano gli organi sacri dei faraoni. Questi lavori contengono fiori freschi o secchi – elementi scultorei a tutti gli effetti, ma in continuo cambiamento: le loro forme ricordano quelle di animali, insetti e coralli, e portano la scultura in contatto con il mondo degli oggetti rituali. Le due nuove produzioni poste all’ingresso e all’uscita aprono e chiudono il percorso della mostra nelle due direzioni. I visitatori sono accolti infatti da Leonesse (2024), due sculture-architetture in pietra leccese, che al loro interno contengono resti di conchiglie e ossa di animali, mentre al termine del percorso, è esposto il gruppo scultoreo Cani (Bruno e Tre) (2024), due statue in alluminio adagiate su un tappeto: le figure sono soglia, monito e protezione.
Il rapporto con il mondo naturale e animale è centrale nel lavoro di Chiara Camoni e diventa evidente nella costruzione del percorso espositivo, che è stato concepito come un giardino o una passeggiata in un bosco, dove anche la luce naturale e le ombre svelano e nascondono un paesaggio metafisico. Figure zoomorfe, tappeti con trame di erbe e stampe vegetali influiscono sull’esperienza e sui movimenti dei visitatori, come la nuova serie realizzata per l’occasione, I Tre Serpenti (2024), Serpenti e Serpentesse (2024). Queste sculture – formate da assemblaggi di scaglie di onice o da elementi in porcellana – disposte a pavimento ostruiscono e determinano il passaggio del pubblico in specifiche aree dello spazio. Mentre l’idea di rifugio domestico e riparo è evocata dalla presenza di diverse tende e drappi appesi. Si tratta di installazioni composte da stampe vegetali su tessuto, spesso prodotte durante laboratori organizzati dall’artista, ottenute pressando piante e fiori direttamente su seta o cotone: le tracce colorate creano motivi astratti o antropomorfi. Gli elementi naturali vengono manipolati e rielaborati da Camoni per mettere in luce da una parte i profondi legami che possiamo instaurare con essi e dall’altra le infinite possibilità di trasformazione e metamorfosi della materia in modo da raccontare il significato profondo dell’esistenza.
L’artista. Diverse istituzioni internazionali hanno ospitato sue mostre personali, tra cui A Tale of a Tub, Rotterdam (2023); GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino (2022); CAPC, musée d’art contemporain de Bordeaux, Centre européen d’action artistiques contemporaines CEAAC, Strasburgo (2021); Mostyn Centre for Contemporary Art, Llandudno, Galles, Middlesborough Insititute of Modern Art, Regno Unito (2019); Nomas Foundation, Roma (2015). I suoi lavori sono stati anche esposti in numerose mostre e rassegne collettive come Biennale, Borger-Odoorn, Olanda, Fondazione Luigi Rovati, Milano (2023); Biennale Gherdëina, Val Gardena, Museum of Modern and Contemporary Art, MAMAC, Nizza (2022); CENTRALE, Brussels, Nottingham Contemporary, GNAM, Galleria Nazionale di Arte Moderna, Roma (2021); Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma, Centrale Fies, Trento, Maison des Arts Georges & Claude Pompidou, Francia (2020); Magazin des Horizons, Grenoble, GNAM, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma (2019); Gallerie d’Italia, Milano, Museo Novecento, Firenze (2018); Museo Internazionale delle Ceramiche, Faenza, ar/ge Kunst, Bolzano (2017); CAC-Contemporary Art Centre, Vilnius, Triennale di Milano, MACRO Museo d’Arte Contemporanea, Roma (2016); Museo Villa Croce, Genova (2015).
La mostra sarà accompagnata da un catalogo monografico che includerà una documentazione approfondita dell’esposizione e testi critici commissionati a storici dell’arte, sociologi e archeologi. Saggi e contributi specifici di autori come Anna Anguissola, Domitilla Dardi, Gian Antonio Gilli, Chus Martínez, Alice Motard e Andrea Viliani espandono alcuni dei concetti e temi presenti in mostra. Il volume, progettato dallo studio grafico bruno, conterrà inoltre una conversazione tra Chiara Camoni e le curatrici della mostra, Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli, insieme a un ampio apparato fotografico che illustra i processi collettivi di realizzazione delle opere.

From February 15 to July 21, 2024, Pirelli HangarBicocca presents “Call and gather. Sisters. Moths and flame twisters. Lioness bones, snakes and stones.”, a solo exhibition by Chiara Camoni: an imaginary landscape to immerse and lose yourself in.
The largest body of work ever presented by the Italian artist, combining new productions, conceived and created especially for the exhibition, with historical works. A reflection on the feminine, the spiritual and mystical sphere of reality, the relationship between culture and history, and the everyday gestures that shape our existence. A practice that interweaves spirituality and craft using multiple forms of expression, from drawing to vegetable printing, from video to sculpture and ceramics.
The practice of Chiara Camoni (Piacenza, 1974; lives and works in Seravezza, Italy) ranges from drawing to sculpture and installation, with a focus on ceramics. Her work is characterized by the use of household objects or organic elements that the artist integrates into her production. Herbs, berries and flowers, as well as different types of clay and ashes, determine the distinctive natural tones of her works, recalling the earth and vegetation that Camoni collects and incorporates into her sculptures. The works are then reassembled through ritual actions that have a strong connection to the ancestral and archaic worlds and aim to explore the relationship between craft and spirituality. Community and exchange are also important: the artist often collaborates with friends and relatives in workshops and seminars to create her works. Camoni’s language adapts techniques and materials from everyday life, such as ceramics, printmaking or loom weaving, mainly from the toolkit of traditional women’s activities. In doing so, she adopts communal approaches similar to the practices of other historical Italian artists, such as Maria Lai (1919-2013) or the processual trajectories of Laura Grisi (1939-2017).
The exhibition at Pirelli HangarBicocca, “Call and gather. Sisters. Moths and flame twisters. Lioness bones, snakes and stones.”, curated by Lucia Aspesi and Fiammetta Griccioli, brings together the largest body of work ever presented in Italy by Chiara Camoni. With a series of new productions, it creates an architecture of collectivity and memory, whose forms are inspired by the Italian gardens of the late Renaissance and archeological sites. The symmetrical and radial design of the floor plan creates corridors and rooms, paths and environments that divide the space into several areas, in which visitors can linger or converse. The empty center is the nucleus around which the exhibition project revolves: the works are arranged as if on the bleachers of an arena, transforming the exhibition into a gathering or a performance. At the same time, the environment is designed as a physical landscape in which the boundaries between architecture, sculpture, and objects become blurred and ambiguous. While through the windows, opened for the occasion along the walls of the Shed, natural daylight gives way to dusk. This cyclical pattern is a creative and vital force, with its rhythmic sequence of moments of stillness and darkness and others animated by reflections and sunlight.
The title of the exhibition is formulated as a poetic composition or a spell. On the one hand, it echoes an incantation that invites the public to delve into an archaic and mysterious dimension; on the other hand, it condenses and anticipates some of the elements and images in Chiara Camoni’s practice, conjured by the artist’s own words. It is precisely on the basis of this idea of collective memory that the largest series of Sisters, which the artist has been working on since 2019, has been collected and exhibited. These anthropomorphic and zoomorphic sculptures are formed by an accumulation of different materials, from polychrome terracotta to wax, from stoneware and porcelain to vegetable elements and iron, plastic and found objects. For Camoni, they look like figures from the unconscious, primordial deities embodying an ancestral femininity. Their physical and material appearance is capable of evoking a sense of awe and wonder in the viewer, as if each one of them concealed a narrative that is at once intimate and mythical. Their presence conveys a message of sisterhood that encourages the desire for unity and community, and the assertion of identity. Chiara Camoni explains:
As a woman artist, my identity is formed archaeologically, in a distant time and space, to which I always return to find my place in the present. This is how the works are born, and, with an autonomous life, they move in the time and space that comes later, in the future. This is the beginning of the duality that makes them mutable, ambiguous and prone to change.
The works exhibited at Pirelli HangarBicocca seem to belong to an imaginary past that is gradually unraveling, like an archaeological site where stories and objects overlap in time, transforming the memories of a place. An example of this is Floor (for Clarice 02) (2022), composed of glazed stoneware tiles with ash, earth and sand. An homage to the Brazilian writer Clarice Lispector (1920-1977), it describes the passage of matter—and decoration—from one state to another. In contrast, the series of Butterfly Vases (2020-23), displayed on wooden tables, reinterprets the canopic jars of ancient Egypt, which preserved the sacred organs of the pharaohs. These works contain fresh or dried flowers that are sculptural elements in their own right, albeit in constant transformation, and their forms, which resemble those of animals, insects, and coral, link sculpture to the world of ritual objects. The two new works, presented at the entrance and exit, open and close the exhibition in both directions. At the entryway, the visitor is welcomed by Lionesses (2024), two sculptural architectures in Lecce stone containing the remains of shells and animal bones, while at the end of the path we find the sculptural group Dogs (Bruno and Tre) (2024), two aluminum statues lying on a carpet: the figures represent a threshold, warning, and protection.
The relationship with the natural and animal world is central to Chiara Camoni’s work and is evident in the construction of the exhibition space, which is designed to resemble a garden or a walk in the woods, where even natural light and shadow reveal and conceal a metaphysical landscape. Zoomorphic figures, carpets woven from plants, and vegetal prints influence the visitor’s experience and movement, such as the new series The Three Snakes, (2024) and Serpenti e Serpentesse (2024), created for this exhibition. These sculptures consist of assemblages of onyx scales or porcelain elements that, when placed on the floor, obstruct, and constrain the audience’s passage into certain areas of the space. Meanwhile, the idea of home as shelter and protection is evoked by the presence of various tents and hanging drapes. These are installations composed of vegetable prints on fabric, often made during workshops organized by the artist. They are obtained by pressing plants and flowers directly onto silk or cotton, and their colored traces create abstract or anthropomorphic patterns. Camoni manipulates and reworks natural elements to highlight the deep connections we can establish with them, but also the infinite possibilities of transformation and metamorphosis of matter that reveal the deep meaning of existence.
The artist. Several international institutions have hosted her solo exhibitions, including A Tale of a Tub, Rotterdam (2023); GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Turin (2022); CAPC, musée d’art contemporain de Bordeaux, Centre européen d’action artistiques contemporaines CEAAC, Strasbourg (2021); Mostyn Centre for Contemporary Art, Llandudno, Wales, Middlesborough Insititute of Modern Art, United Kingdom (2019); Nomas Foundation, Rome (2015). Her works have also been exhibited in numerous shows and series such as Biennale, Borger-Odoorn, The Netherlands, Fondazione Luigi Rovati, Milan (2023); Biennale Gherdëina, Val Gardena, Museum of Modern and Contemporary Art, MAMAC, Nice (2022); CENTRALE, Brussels, Nottingham Contemporary, GNAM, Galleria Nazionale di Arte Moderna, Rome (2021); Rome Quadriennale, Palazzo delle Esposizioni, Rome, Centrale Fies, Trento, Maison des Arts Georges & Claude Pompidou, France (2020); Magazin des Horizons, Grenoble, GNAM, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Rome (2019); Gallerie d’Italia, Milan, Museo Novecento, Florence (2018); Museo Internazionale delle Ceramiche, Faenza, ar/ge Kunst, Bozen (2017); CAC-Contemporary Art Centre, Vilnius, Milan Triennale, MACRO Museo d’Arte Contemporanea, Rome (2016); Museo Villa Croce, Genoa (2015).
The exhibition will be accompanied by a monographic catalogue, containing an in-depth documentation of the exhibition and critical texts commissioned from art historians, sociologists and archaeologists. Essays by authors such as Anna Anguissola, Domitilla Dardi, Gian Antonio Gilli, Chus Martínez, Alice Motard, and Andrea Viliani explore some of the concepts and themes of the exhibition. Designed by the graphic design studio bruno, the book also includes a conversation between Chiara Camoni and the curators of the exhibition, Lucia Aspesi and Fiammetta Griccioli, as well as an extensive photographic selection illustrating the collective processes through which the works were created.
Pirelli HangarBicocca
Via Chiese 2, Milano
+39 02 6611 1573
info@hangarbicocca.org
Orario di apertura: giovedì, venerdì, sabato e domenica 10.30-20.30
Ingresso gratuito
Cover: Chiara Camoni, Sister, 2022. Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2024. Prodotta da Biennale Gherdëina. Courtesy l’artista; SpazioA, Pistoia, e Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto Agostino Osio