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Christine Safa, C'era l'acqua, ed io da sola, installation view, Fondazione ICA Milano. Courtesy the artist and Fondazione ICA Milano, Milano. Ph. credits Filippo Armellin

Christine Safa. C’era l’acqua, ed io da sola

Fondazione ICA, Milano

A cura di Alberto Salvadori

Fondazione ICA Milano presenta, da martedì 18 gennaio 2022, la mostra C’era l’acqua, ed io da sola.
Prima personale in Italia della pittrice francese Christine Safa (1994), la mostra è curata da Alberto Salvadori ed è allestita al primo piano di Fondazione ICA Milano.

Allestita al primo piano della Fondazione, la mostra comprende una selezione di lavori inediti di Christine Safa, pittrice di origine libanese diplomata all’Ecole des Beaux Arts di Parigi, dove tuttora vive e lavora.
Il suo lavoro è influenzato dai frequenti viaggi in Libano, e in particolare dal suo legame con Beirut, dove ha passato molto tempo durante l’infanzia e dove ritorna spesso. I suoi dipinti, caratterizzati da giustapposizioni di luce, forme, e colori, raccontano una dimensione familiare e intima da una prospettiva poetica e malinconica, quasi lontana.

Attraverso la propria arte, l’artista cerca di appropriarsi di una storia tramandata oralmente dai suoi genitori. Safa, infatti, integra le memorie familiari con assidue ricerche, innumerevoli letture di opere geopolitiche e viaggi nel Middle East, per scoprire e capire il Libano, che ama e vuole conoscere. Oltre alla trasmissione delle proprie origini, Safa tenta di rappresentare elementi unici del paesaggio e dell’atmosfera che ha incontrato nei suoi viaggi in Libano, focalizzandosi sull’unicità geografica della luce e dell’aria che avvolgono volti e corpi, a loro volta riflessi, o sommersi, dal Mar Mediterraneo.

L’importanza conferita dall’artista alla trasmissione della storia orale accompagna inoltre un altro elemento fondamentale nella sua pratica artistica, quello della stratificazione. La pittura di Safa si costituisce infatti come stratificazione della memoria, che diviene al contempo il processo stesso di lavoro.

Christine Safa, Source II, 2021, 156×170, oil on canvas. Courtesy the artist

Fondazione ICA Milano presents, from Tuesday 18th January 2022, the exhibition C’era l’acqua, ed io da sola.
First solo show in Italy of the French painter Christine Safa (1994), the project is curated by Alberto Salvadori and is installed on the first floor of Fondazione ICA Milano.

The exhibition presents a selection of new paintings by Christine Safa. Born in France to Lebanese parents, Safa graduated in 2018 from the École des Beaux-Arts in Paris, where she currently lives and works. Her practice is informed by her Lebanese roots, and more specifically by her connection to Beirut, where she spent long periods during her childhood and where she frequently returns to visit. Her paintings, which are characterized by their juxtapositions of light, shape, and color, speak of family and home from a distant and longing perspective.

Aiming to convey remembered sensations and stories retold orally by her parents, Safa integrates family memories with extensive research in her practice. Her sources include geopolitical texts, poetry, essays, and her travels in the Middle East.
In addition to conveying a sense of home, Safa seeks to represent unique elements of the landscape and atmosphere encountered in Lebanon, focusing on a geographical uniqueness of light and air as it envelops faces and bodies, and as it is reflected by, or submerged in, the Mediterranean Sea.

Visually manifesting a poetic layering of memory, the colors she utilizes are her own creations, treating several pigments and marble powders, and developing stratifications of color in order to reach the final result. In the same way, the artist’s works are marked by her ability to portray indefinable and evanescent images, as if in a dream or memory.

Fondazione ICA Milano
Via Orobia 26, Milano
office@icamilano.it, www.icamilano.it
Orari: giovedì – sabato 12 – 19; mercoledì su appuntamento

Copertina: “Christine Safa, C’era l’acqua, ed io da sola”, installation view, Fondazione ICA Milano. Courtesy the artist and Fondazione ICA Milano, Milano. Ph. credits Filippo Armellin