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Crossing. Attraversare una collezione

Palazzo Madama, Torino

A cura di Cristina Beltrami

Solo ciò che è trascorso o mutato o scomparso ci rivela il suo volto reale. Cesare Pavese

Crossing è una mostra che tiene insieme quattro artisti – Giuseppe Lo Cascio, Frédérique Nalbandian, RunoB e Marta Sforni – differenti per età, formazione e provenienza e che hanno accettato di confrontarsi con i maestosi spazi, la storia millenaria e la vastissima collezione di Palazzo Madama.

L’esposizione apre con le sculture di Frédérique Nalbandian (Mentone, Francia, 1967) collocate in cima allo scalone juvarriano in omaggio alla fondazione romana dell’edificio.
Scultrice d’origine francese, Nalbandian presenta a Torino tre monumentali figure stanti di evidente rimando all’antico. L’idea di reperto appartiene da sempre alla sua pratica artistica reinterpretato però secondo un impiego inatteso dei materiali, come accade a Torino con Panacée, tre opere che se di prim’acchito paiono figure in marmo, ad uno sguardo ravvicinato rivelano la loro consistenza di stoffa e sapone, quest’ultimo proveniente dal saponificio Fer à Cheval di Marsiglia, fabbrica d’antica tradizione con cui l’artista collabora da anni.
È proprio nel gioco dell’illusione, nell’inversione tra percezione e realtà, che l’opera di Nalbaldian balza nel contemporaneo tracciando sia un dialogo tra forme prossime alla scultura antica sia riprendendo l’eredità dell’Arte Povera che proprio a Torino ha avuto uno dei suoi luoghi nevralgici.

Il percorso della mostra prosegue all’interno del museo, nella stanza delle ceramiche, con una serie di vasi di grandi dimensioni realizzati da RunoB (Zhang Xiaodong,1992) giovane artista cinese di nascita e veneziano d’elezione, che porta a Palazzo Madama una serie di  vasi realizzati durante la sua recentissima residenza a Nove (Vicenza) e interamente dedicati alla vastissima collezione ceramica del museo. Visitando la sala nei mesi passati RunoB è stato colpito dai motivi decorativi delle ceramiche antiche sovente a tema culinario: egli dunque ha deciso di reinterpretare in chiave contemporanea il tema del cibo chiamando in causa l’iconografia dei fast-food e della sempre più diffusa abitudine del take-away. Il contrasto tra il soggetto attualissimo e le classiche forme della storica manifattura vicentina – conservata naturalmente anche nella collezione del museo – rendono l’installazione di questo pittore prestato alla ceramica quanto mai attuale e soprattutto efficace nel rileggere la produzione maiolica da una prospettiva nuova.

Il grande tondo – Ritornello – di quasi due metri che Marta Sforni (Milano, 1966) ha realizzato ex-novo per Crossing è in primis un omaggio al monumentale lampadario del 1928 dei Fratelli Toso che domina il centro della sala, nonché alla splendida ciocca del pianterreno, ma al contempo si inserisce in una ricerca, sia pittorica che concettuale, che l’artista sta portando avanti da anni. Il lampadario veneziano è infatti il soggetto per eccellenza della pittura di Marta Sforni e al contempo esso rappresenta una sorta di stella, un astro che fa parte di una costellazione articolata che da Murano trova connessione e rimandi anche in luoghi lontani. L’originalissima e personale tecnica di Marta Sforni racconta questi giardini pensili per sottili velature che si concentrano in particolare sui dettagli – le bossette, in termine tecnico e i fiori – di questi sontuosi manufatti antichi.

A chiudere il percorso di Crossing, la veranda juvarriana ospita un’articolata installazione di Giuseppe Lo Cascio (Baucina, Palermo, 1997), giovane artista palermitano, particolarmente attento ai temi della memoria e di un quotidiano restituito attraverso un uso inatteso e spettacolare degli oggetti.
Le sue costruzioni modulari sono schedari monumentali che vanno intesi come un immenso raccoglitore di memoria e di conseguenza di conoscenza. Sono torri di Babele in metallo e cartoncino o lamine plastiche, oggetti presenti in ogni ufficio, e che qui però ribadiscono la ragione stessa del museo, inteso come rifugio del sapere, il cui etimo stesso deriva dalle Muse, mitologiche figlie di Zeus e custodi della memoria e della conoscenza da tramandarsi nei secoli. Come l’artista stesso afferma: “Conservare è un mezzo di sopravvivenza per non soccombere al caos totale dettato dal sentimento di incertezza contemporaneo”.

Crossing intende dunque offrire un’occasione di riflessione rispetto a una collezione quanto mai ricca ma da una nuova prospettiva, una sorta di angolazione possibile e non vincolante, data da strumenti “altri “rispetto al nostro sguardo.

Il visitatore si troverà dunque in quattro momenti di inciampo rispetto al consueto percorso di visita e sarà guidato ad ogni passo da una didascalia extended che spiega la ragione della presenza dell’artista e dell’opera in quel luogo.

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica
Piazza Castello, Torino
011 5211788, ftm@arteintorino.com, www.palazzomadamatorino.it
Orari: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18. Martedì chiuso
Biglietti: intero € 10 ridotto € 8

Cover: Installation view mostra ‘Crossing’, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino, ph Giorgio Perottino