
Domenico Grenci. Non ancora buio
A cura di Alberto Mattia Martini
Nuova Galleria Morone presenta Non ancora buio (Come labili nebbie vespertine quando caduto è il sole) la seconda personale di Domenico Grenci a cura di Alberto Mattia Martini.
Il nuovo ciclo delle opere di Domenico Grenci, vede la presenza di elementi naturali, quali fiori e piante, che innescano un dialogo profondo con la sua più consolidata ricerca sul volto. Un percorso nato circa due anni fa, in un periodo socialmente complesso, proiettando Grenci verso l’urgenza di un dialogo intimistico, che ne sondasse il senso di incompiutezza della condizione esistenziale in relazione all’origine di tutte le cose: la natura in rapporto all’umano.
La riflessione sul definito e quindi l’indefinito, che avvolge ogni cosa Come labili nebbie vespertine quando caduto è il sole, si propaga sulle tele di Domenico Grenci, diffondendo una sensazione di steresi, di passaggio ad un altro stato, sfumando, quasi “evaporando”, pur mantenendo una forte connotazione identitaria, proprio come avviene e come ci ricorda Novalis, in quel momento della giornata, di passaggio tra il sole e la sera, tra la luce e il buio.
Forse un luogo, o un presupposto, o ancora uno stato d’animo che non si autodetermina con la sola estetica, ma incede verso il senza limiti, quello che apparentemente non esiste; come un fiore reciso, che inevitabilmente svanirà o come un volto malinconico o uno sguardo assorto, che ci accompagnano attraverso il mistero.
Il volto e il fiore assumono la funzione di una sorta di elemento “transizionale”, attraverso il silenzio di chi vuol comprendere se siamo ombre o esistenze con un passato, con una provenienza ancestrale, e quindi pronti per poter, se non vivere, almeno immaginare un tempo a venire.
Nuova Galleria Morone presents Non ancora buio (Come labili nebbie vespertine quando caduto è il sole) the second solo exhibition of Domenico Grenci curated by Alberto Mattia Martini.
The new cycle of works by Domenico Grenci, sees the presence of natural elements, such as flowers and plants, which trigger a deep dialogue with his more established research on the face. A path born about two years ago, in a socially complex period, Grenci projecting towards the urgency of an intimate dialogue, which probes the sense of incompleteness of the existential condition in relation to the origin of all things: nature in relation to the human.
The reflection on the definite and therefore the indefinite, which envelops everything like the labile vespertine mists when the sun has fallen, spreads on Domenico Grenci’s canvases, spreading a feeling of steresis, of passage to another state, fading, almost “evaporating”, while maintaining a strong connotation of identity, just as it happens and as Novalis reminds us, at that moment of the day, of passage between the sun and the evening, between light and darkness.
Perhaps a place, or an assumption, or even a state of mind that is not self-determined by aesthetics alone, but moves towards the limitless, that which apparently does not exist; like a cut flower, which will inevitably fade or like a melancholic face or an absorbed look, which accompany us through the mystery.
The face and the flower assume the function of a sort of “transitional” element, through the silence of those who want to understand if we are shadows or existences with a past, with an ancestral origin, and therefore ready to be able, if not to live, at least to imagine a time to come.
Nuova Galleria Morone
Via Nerino 3, Milano
+39 02 72001994, info@nuovagalleriamorone.com, www.nuovagalleriamorone.com
Orari: martedì – venerdì 11.00 – 19.00
Ingresso gratuito