Skip to content
Gio Ponti,, Manifattura Ginori di Doccia_Mano con fiori in rilievo, 1935 c._Museo Ginori, Sesto Fiorentino

Etruschi del Novecento

Mart Rovereto

A cura di Lucia Mannini, Anna Mazzanti, Giulio Paolucci, Alessandra Tiddia
Mart Rovereto, 7 dicembre 2024 − 16 marzo 2025
Fondazione Luigi Rovati Milano, 2 aprile 2025 − 3 agosto 2025

1916. Viene ritrovato l’Apollo di Veio. A partire da questa scoperta nel giro di pochi anni prende avvio il periodo conosciuto come “rinascenza etrusca”.
1955 e 1985. Vengono organizzate grandi mostre internazionali dedicate agli Etruschi. Attorno a queste date, nei periodi precedenti e successivi fioriscono studi, convegni, dibattiti; agli Etruschi si ispirarono intellettuali, artisti, designer, stilisti, orafi. Una vera e propria “etruscomania”.
2024/2025. Il Mart e la Fondazione Luigi Rovati presentano Etruschi del Novecento: un grande progetto espositivo sulla fortuna che ebbe la cultura etrusca sui moderni e sui contemporanei.

Due tra i maggiori musei italiani: Mart e Fondazione Luigi Rovati
Tre storiche dell’arte: Lucia Mannini, Accademia delle Belle Arti di Firenze, Presidente Museo Stibbert, Anna Mazzanti, Politecnico di Milano, Alessandra Tiddia, Mart di Rovereto
Un etruscologo: Giulio Paolucci, Fondazione Luigi Rovati, direttore Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona
Due mostre in due città: dal 7 dicembre al 16 marzo Rovereto, dal 2 aprile al 3 agosto a Milano.
Oltre 200 opere esposte: un dialogo tra grandi capolavori dell’arte moderna e reperti archeologici a cui si aggiungono decine di documenti, libri, fotografie, riviste.

I confronti in mostra non si limitano agli aspetti stilistici o alle somiglianze, al contrario sono basati su documenti e dichiarazioni degli artisti stessi che furono influenzati, parteciparono a “tour etruschi”, visitarono musei e zone archeologiche, scrissero, studiarono o si dedicarono alle “etruscherie”.
Se tra gli artisti del primo Novecento sono numerosi i rimandi al mondo “classico”, greco o romano, gli Etruschi ispirano coloro che prediligevano una posizione artistica “anti-classica”, alla ricerca di un linguaggio espressivo differente, originale.

Al Mart Etruschi del Novecento si inserisce nel filone di progetti che confrontano e propongono dialoghi tra periodi storici differenti.
La mostra inoltre conferma la mission stessa del museo che tutela, studia e valorizza un patrimonio di opere e materiali d’archivio che guarda con particolare attenzione alle vicende dell’arte italiana nel XX secolo.

Alla Fondazione Luigi Rovati Etruschi del Novecento conferma l’identità e l’eclettismo della Fondazione che incrocia le epoche storiche e le categorie artistiche, partendo dal nucleo originario della collezione etrusca per arrivare ad opere commissionate ad artisti viventi.

Il progetto espositivo
Etruschi del Novecento racconta di come la civiltà etrusca abbia influenzato, a più riprese, la cultura visiva del secolo breve: a partire dai ritrovamenti archeologici e dai tour etruschi, organizzati a cavallo tra il XIX e il XX secolo, fino alla Chimera di Mario Schifano, eseguita durante una performance a Firenze nel 1985, in occasione dell’inaugurazione del cosiddetto anno degli etruschi.

 L’eco di scoperte sensazionali come quella dell’Apollo di Veio (del IV secolo a.C. la scultura in terracotta dipinta, alta quasi due metri, fu ritrovata nel 1916 ed è oggi conservata al Museo di Villa Giulia a Roma) portò alla diffusione di numerosi studi e pubblicazioni e alla ripresa di stili, forme, temi, materiali.

Il sorriso arcaico, gli animali fantastici, la vita e la morte, il culto del popolo misterioso ammaliarono i moderni, affascinati dallo stile denso, sintetico, sincero, “primitivo”.

Tra gli altri, contribuì al “mito etrusco” l’intellettuale di riferimento del primo Novecento, Gabriele d’Annunzio. Negli anni dei suoi viaggi a Volterra, dove ambientò il suo romanzo Forse che si, forse che no, d’Annunzio lavorò all’opera drammaturgica La città morta che andò in scena a Parigi (1898) e a Milano (1901) con l’interpretazione di Eleonora Duse. Nel generale clima di interesse verso l’archeologia e gli scavi, il Vate mise in scena una tragedia ambientata in un tempo sospeso, nel mondo delle ombre, nel quale i protagonisti si muovono tra un repertorio indistinto di copie di opere archeologiche.

Se la cultura di fine Ottocento, erede della tradizione simbolista, è incuriosita da un popolo misterioso che riaffiora dalle tombe dell’Etruria, nel secondo Novecento due celebri esposizioni amplificheranno la portata del fenomeno anche all’estero, raggiungendo artisti del calibro di Alberto Giacometti, Pablo Picasso, Andy Warhol o registi come Alfred Hitchcock.
Si tratta della Mostra dell’arte e della civiltà etrusca, allestita da Luciano Baldessari a Palazzo Reale a Milano nel 1955, e di Civiltà degli Etruschi, organizzata nel 1985 nell’ambito del variegato Progetto Etruschi che la città di Firenze e la Regione Toscana dedicarono a quello che venne chiamato l’anno degli etruschi.

Oggi Mart e Fondazione Luigi Rovati offrono per la prima volta una visione complessiva del vasto e articolato fenomeno che fu la riscoperta della civiltà etrusca nel secolo scorso, attraverso un progetto in due tappe diverse e complementari, da inizio dicembre ’24 a inizio agosto ’25, a cura di un unico team curatoriale.

Nelle due mostre l’arte visiva dialoga con le arti applicate e grafiche: dalla pittura all’arte orafa, passando per la statuaria e documentando il ritorno di forme, di tecniche e di materiali come la terracotta dipinta, i metalli, la pittura parietale e vascolare, il bucchero (la tradizionale ceramica nera utilizzata dagli Etruschi per realizzare vasi).

I confronti tra antichi e moderni vengono approfonditi in maniera puntuale grazie a riproduzioni fotografiche, pubblicazioni e una preziosa selezione di straordinari pezzi archeologici.

Etruschi del Novecento è anche un catalogo, pubblicato da Johan & Levi Editore contenente i saggi delle curatrici e del curatore e testi di esimi studiosi e studiose come Matteo Ballarin, Fabio Belloni, Martina Corgnati, Alessandro Del Puppo, Maurizio Harari, Claudio Giorgione, Mauro Pratesi, Nico Stringa.

MartRovereto
Corso Bettini 43, Rovereto (TN)
+39 0465 670820, info@mart.trento.it, www.mart.trento.it
Orari: mar, mer, gio, dom 10.00-18.00. Ven, sab 10.00-19.30
Tariffe: intero 15 Euro ridotto 10 Euro

Cover: Gio Ponti (1891-1979), Manifattura Ginori di Doccia, Mano con fiori in rilievo, 1935 c. Museo Ginori, Sesto Fiorentino