
Eva Jospin. Selva
A cura di Chiara Squarcina, Pier Paolo Pancotto. In collaborazione con Galleria Continua
Da sempre la ricerca di Eva Jospin (Parigi, 1975) trae ispirazione dalla natura in tutte le sue articolazioni semantiche e visive. Attraverso l’uso di materiali quali cartone, elementi e fibre vegetali, parti metalliche, tessuto, l’artista dà vita a composizioni plastiche anche di grande volume e dal forte impatto scenografico. Opere dal tono fiabesco, a tratti misterioso, quasi magico, che evocano o ricreano un mondo che è al centro dei propri interessi: paesaggi, alberi, piante, rami, foglie, formazioni geologiche, brani di vegetazione, strutture architettoniche che inducono a riflettere su vari temi quali la creatività, i processi operativi e intellettuali attraverso i quali essa si esplicita, oggi come in passato.
Il progetto al Museo Fortuny di Venezia lo rappresenta una volta di più: le opere, immaginate per l’occasione, dialogano non solo con il contesto storico e ambientale che le accoglie, Palazzo Pesaro degli Orfei, ma soprattutto con l’identità delle raccolte che custodisce, ovvero la produzione artistica di Mariano Fortuny.
Un dialogo che lascia emergere impreviste affinità estetiche e operative tra le poetiche dei due interpreti: un confronto e rimando continuo tra Jospin e Fortuny sulla natura, sui processi creativi e sperimentali, che trovano la massima espressione tanto nell’ideazione e ricerca sul tessuto, quanto nello studio dell’artificio e della finzione scenica, sempre connaturati all’universo teatrale, riflettendosi costantemente sui temi della prospettiva, delle proporzioni e sul rapporto visivo ed emotivo tra creazione artistica e spettatore.
La grande installazione nel portego di Museo Fortuny è una “selva” artificiale che, una volta percorsa, dà la sensazione di perdere ogni cognizione di tempo e spazio, di trovarsi in un “altrove” indefinito e disorientante.
Il fulcro dell’installazione è Galleria (2021-2024): un passaggio ad arco con soffitto a cassettoni realizzato con cartone, legno e materiali vari in cui ricorrono diverse fonti d’ispirazione del lavoro dell’artista. Alcune di queste, derivanti dai suoi viaggi in Italia, come le architetture rinascimentali e barocche, quelle classiche, capricci, rovine e fontane, ville patrizie e dimore storiche, edifici religiosi, fino alle opere nei musei. All’interno della struttura, come in uno studiolo rinascimentale, trova posto una sequenza di pannelli in legno, cartone e collage alternati a disegni che raffigurano delle vedute che, pur facendo riferimento a elementi della quotidianità, evocano un mondo lontano, fiabesco, quasi mistico come quello delle atmosfere simboliste e nabis.
Alle estremità del corridoio si trovano due composizioni plastiche che ne costituiscono il duplice ingresso. La prima, anch’essa chiamata Galleria (2021-2024), riproduce quasi a dimensione naturale una sezione di foresta resa ancora più credibile dai colori bruni del legno e della fibra di cellulosa che le danno consistenza. La seconda, Nymphées (2022-2024), appare come un omaggio dell’artista alla tradizione architettonica veneziana dal XVI secolo in poi: una serliana articolata in un’apertura centrale ad arco e due laterali trabeate al cui interno sono appesi due ricami incorniciati, sovrapposti, a loro volta, ad altri ricami seguendo una modalità espositiva che ricorre anche nell’allestimento dell’atelier di Mariano Fortuny al piano superiore del museo. Chiusa ai lati da due pannelli i dipinti a trompe-l’oeil di soggetto agreste fanno eco a quelli eseguiti da Fortuny nel “giardino d’inverno” al primo piano dell’abitazione.
Sul fondo del portego si accede a una sala ove, affiancato da alcune prove grafiche a inchiostro riferibili ai due ricami più grandi, trova posto Carmontelle (2023), un panorama “animato” ispirato ai paesaggi trasparenti ideati da Louis Carrogis de Carmontelle (Parigi 1717-1806): vedute incise su tela e fatte ruotare su un rotolo di carta teso tra due strutture cilindriche usate come sfondo per azioni sceniche e teatrali. In maniera analoga Jospin elabora una veduta traforata mossa da un dispositivo meccanico che rievoca, idealmente, quelli concepiti dal pittore e architetto francese del XVIII secolo tanto nella struttura quanto nella funzione scenica e, al tempo stesso, richiama l’attività svolta da Fortuny nel campo della scenografia.
Un invito a perdersi e a ritrovarsi in una dimensione “altra” della foresta, in grado di suscitare pura meraviglia. Una grande allegoria che racchiude un insieme denso e articolato di stati emotivi e riflette vari livelli della dimensione sensoriale e intellettuale dell’individuo, dallo stupore al divertimento, dalla sorpresa al senso di smarrimento e di timore, nei quali ciascuno può ritrovarsi.
Nata nel 1975 a Parigi, Eva Jospin si laurea presso l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts de Paris nel 2002, e tuttora risiede e lavora nella capitale francese. Il lavoro di Eva Jospin prospera in uno spazio liminale tra realtà e finzione, tra elementi familiari e insoliti. Negli ultimi quindici anni, ha dato vita a foreste e paesaggi architettonici meticolosi, esplorandoli attraverso diversi media, tra cui cartone, bronzo, ricamo e disegno.
Vincitrice del Prix de l’Académie des Beaux-Arts nel 2015 e residente alla Villa Medici di Roma nel 2017, Eva Jospin ha esposto in numerose mostre di rilievo internazionale: al Palais de Tokyo (Inside, 2014), al Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 2018, al Museo Pfalzgalerie di Kaiserslautern nel 2019, alla Hayward Gallery di Londra nel 2020, all’Het Noordbrabants Museum di Den Bosch (Paper Tales, 2021) e più recentemente al Musée de la Chasse et de la Nature di Parigi (Galleria, 2021). L’artista ha inoltre presentato diverse installazioni monumentali e immersive nell’ambito di commissioni specifiche, ad esempio nel centro della Cour Carrée del Louvre (Panorama, 2016), o presso l’Abbazia di Montmajour (Cénotaphe, 2020); ha firmato la creazione di un incredibile set di pannelli ricamati per la sfilata di moda Dior Haute Couture 2021-2022 (Chambre de Soie, 2021) e ha realizzato il decoro monumentale della sfilata di moda Dior primavera-estate 2023 (Nymphées, 2022).
Eva Jospin ha anche creato opere permanenti come Folie, al Domaine de Chaumont-sur-Loire, inaugurata nel 2015, La Traversée a Beaupassage a Parigi nel 2018, o Le Passage a Nantes nel 2019. Nel 2022, l’artista ha inaugurato Microclima, una nuova installazione permanente concepita come un giardino d’inverno nel negozio Max Mara Piazza del Liberty a Milano. Nel corso del 2023, oltre venti opere di Eva Jospin vengono esposte in fiere d’arte contemporanea in tutto il mondo, nell’ambito della carte blanche concessa all’artista dalla Maison Ruinart. Queste opere erano collegate alle sue mostre personali presso la Fondation Thalie di Bruxelles (Panorama) e il Palais des Papes di Avignone (Palazzo). Nel 2024, il lavoro di Eva Jospin viene esposto al Museo Fortuny (Selva) a Venezia, e al Château de Versailles (Eva Jospin – Versailles).
Museo Fortuny
San Marco 3958, Venezia
+39 041 5200995, fortuny.visitmuve.it
Orari: dal 01 aprile al 31 ottobre 10.00 – 18.00. Dal 01 novembre al 31 marzo 10.00 – 17.00
Biglietti: intero 10,00 euro ridotto 7,50 euro
Cover: SELVA. Courtesy the artist and GALLERIA CONTINUA Photos by Benoît Fougeirol. © ADAGP, Paris