Francesco Jodice. Rivoluzioni
Base / Progetti per l’arte presenta sabato 19 febbraio 2022, dalle ore 17:00 alle ore 20:00, il progetto dal titolo Rivoluzioni con una installazione specifica che Francesco Jodice ha ideato per lo spazio non profit di Firenze.
La mostra è costituita da un film della durata di venticinque minuti ottenuto dall’incedere da parte dell’artista nell’uso dell’archival footage. La narrazione video è messa fortemente in dialogo con la presenza sulla parete di uno statement legato a un evento storico avvenuto presumibilmente nel 1989, ovvero l’anno della caduta del muro di Berlino, ma anche dell’uscita della teoria di fine della storia di Francis Fukuyama; oltre alla presenza impattante di una parete brulicante di immagini di soggetti che si mettono in mostra per un pubblico assente e che possono essere interpretati come una folla, una comunità, ma anche come tante individualità autonome che vivono esclusivamente in “presa diretta”.
Il video presentato da Jodice si colloca a metà strada tra un docufiction e un film sperimentale usando materiali video preesistenti, ma anche tra l’installazione video o l’opera concettuale a tesi. Le immagini che si alternano vanno da quelle di galassie distanti dalla nostra a quelle di personaggi di pellicole anni ’30 coinvolti in un melanconico interrogarsi sul loro destino, fino a quelle di esibizionismo di vari soggetti di filmati anni ’80 che sembrano impegnati a testimoniare la propria esistenza prima di tutto a sé stessi. L’intento di Jodice nell’associare queste immagini prodotte al tempo dei medium analogici non è quello di criticare e far implodere dall’interno la società dello spettacolo 2.0 dell’attuale globalizzazione digitalizzata. Bensì è il tentativo di creare una sospensione di giudizio con cui poter analizzare perché siamo giunti ad un’assenza di aspettativa per il futuro proprio dopo che l’essere umano sembra aver conquistato i mezzi per condividere e rendere democratico tutto il sapere possibile.
L’artista nello spiegare il sistema narrativo destabilizzante della sonda spaziale lanciata nel 1989 per proporre il video come un documento oggettivo aggiunge che: “era necessario per suggerire che la Storia è in una fase di stallo, se non terminata, e che tutto ciò che ci accade è un loop, una replica di brani di vite già vissute tra fiction e realtà. Proprio con questo video del 2019 si chiude la trilogia di film dedicata al Secolo Americano avviata con Atlante (2015) e proseguita con la videoinstallazione American Recordings (2015)”. Sempre l’autore precisa che “la narrazione filmica porta alle estreme conseguenze la mia ossessione per il montaggio di video di repertorio anche se si presenta come l’improbabile filmato originario inviato da una sonda, Kaiju 2, che aveva l’obiettivo di “vedere” e filmare cosa c’era oltre il bordo di un buco nero. Ma le immagini che “ci giungono” e che dovrebbero rappresentare l’altra faccia dell’universo conosciuto non sono altro che un riflesso di noi stessi e delle nostre convenzioni culturali.”
Francesco Jodice (Napoli, 1967; Vive e lavora a Milano) utilizza da sempre la fotografia e il montaggio video per indagare i mutamenti del paesaggio sociale contemporaneo, con particolare attenzione ai fenomeni di antropologia urbana e alla produzione di nuovi processi di partecipazione. Attitudine che lo ha portato ad essere tra i fondatori dei collettivi Multiplicity e Zapruder oltre che ad insegnare alla Naba di Milano. Tra i suoi progetti principali ci sono l’atlante fotografico What We Want, un osservatorio sulle modificazioni del paesaggio in quanto proiezione dei desideri collettivi, l’archivio di pedinamenti urbani The Secret Traces, mentre la trilogia sul secolo americano esplora i possibili scenari futuri dell’Occidente. Tra le sue molte partecipazioni a mostre internazionali sono da ricordare: FutuRuins, Palazzo Fortuny, Venezia, 2018; La Terra Inquieta, Triennale di Milano, 2017; AILATI. Biennale di Architettura, Padiglione Italia, Venezia, 2010; How to Live Together, XXVII Bienal de São Paulo, 2006; dOCUMENTA11 (Multiplicity), Kassel, 2002. Tra le recenti mostre personali è necessario citare: What We Want, Museu Nacional dos Coches, Lisbona, 2020; Panorama, Fotomuseum Winterthur, Winterthur, 2017; American Recordings, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Torino, 2015.
Base / Progetti per l’arte presents Saturday, February 19, 2022, from 5PM to 8PM, the project entitled Rivoluzioni (Revolutions) with a specific installation that Francesco Jodice has created for the non-profit space in Florence.
The exhibition consists of a twenty-five minute film obtained from the artist’s use of archival footage. The video narration is strongly put in dialogue with the presence on the wall of a statement related to a historical event presumably occurred in 1989, the year of the fall of the Berlin Wall, but also the release of the theory of the end of history by Francis Fukuyama; in addition to the impactful presence of a wall teeming with images of subjects who put themselves on display for an absent audience and that can be interpreted as a crowd, a community, but also as many autonomous individuals who live exclusively in “live”.
The video presented by Jodice is halfway between a docu-fiction and an experimental film using pre-existing video materials, but also between a video installation or a conceptual thesis work. The images that alternate range from those of galaxies distant from ours to those of characters from 1930s films involved in a melancholy questioning of their destiny, to those of exhibitionism of various subjects from 1980s films who seem committed to testifying to their existence first and foremost to themselves. Jodice’s intent in associating these images produced at the time of analogical mediums is not to criticize and implode from within the society of spectacle 2.0 of the current digitized globalization. Rather it is an attempt to create a suspension of judgment with which to analyze why we have come to an absence of expectation for the future just after the human being seems to have conquered the means to share and make democratic all possible knowledge.
The artist in explaining the destabilizing narrative system of the space probe launched in 1989 to propose the video as an objective document adds that: “it was necessary to suggest that History is at a standstill, if not finished, and that everything that happens to us is a loop, a replication of pieces of lives already lived between fiction and reality. It is precisely with this 2019 video that the trilogy of films dedicated to the American Century, which began with Atlante (2015) and continued with the video installation American Recordings (2015), comes to a close.” Again, the author points out that “the filmic narrative takes my obsession with editing stock footage to extremes even though it comes across as the unlikely original footage sent by a probe, Kaiju 2, which had the goal of “seeing” and filming what was beyond the edge of a black hole. But the images that “come to us” and are supposed to represent the other side of the known universe are nothing more than a reflection of ourselves and our cultural conventions.”
Francesco Jodice was born in Naples in 1967. He lives in Milan. His art explores the transforming social landscape of our time, with a particular focus on urban anthropological phenomena and the creation of new participatory processes. His projects are aimed at building a common ground between art and geopolitics, presenting artistic practice as a form of civil poetic. He teaches at the biennial program in Visual Arts and Curatorial Studies and at the MA in Photography and Visual Design at NABA – Nuova Accademia di Belle Arti in Milan. He was among the founders of collectives Multiplicity and Zapruder. He has been in major group exhibitions such as dOCUMENTA, the Venice Biennial, the São Paulo Biennial, the ICP Triennial in New York, the 2nd Yinchuan Biennale, and has shown his work at the Castello di Rivoli (Turin), Tate Modern (London) and the Prado (Madrid). His main projects include What We Want, a photographic atlas surveying landscape as a projection of people desires; The Secret Traces, a urban experimental archive on shadowing; and Citytellers, a film trilogy about new forms of urbanisation. His most recent works – Atlante, American Recordings, West and Rivoluzioni – explore the future of the Western World.
Base / Progetti per l’arte
Via San Niccolò 18r, Firenze
+39 328 9627778, info@baseitaly.org, www.baseitaly.org
Orari: da martedì a sabato dalle 18 alle 20
Ingresso gratuito