
Gianluigi Colin. Post Scriptum
A cura di Bruno Corà
“Tutto il bene nascosto. Tutto il nascosto male” Qoélet
“Quelli che avete vinto siamo noi” Bertolt Brecht, L’Abicí della guerra, 1955
Fino al 23 marzo 2024 BUILDING presenta Gianluigi Colin. Post Scriptum, una mostra personale a cura di Bruno Corà, che ospita una selezione di 34 opere inedite, realizzate appositamente per l’occasione: i dipinti di grandi dimensioni esposti mettono in luce la potenza espressiva dell’autore.
I lavori di Gianluigi Colin esposti in BUILDING e realizzati negli ultimi tre anni, sono il frutto di una ricerca concettuale iniziata nel 2011 e già confluita in alcuni progetti espositivi presentati a Milano, Roma e in altre città italiane. Da molti anni l’artista si concentra sul dialogo tra immagini e parole: in particolare, il centro del suo lavoro è il sistema dei media, la dimensione del tempo e il valore della Memoria.
Con Gianluigi Colin. Post Scriptum, l’artista presenta una nuova sequenza di opere astratte, cariche di sedimentazioni cromatiche, di striature ripetute, di campiture dilatate nello spazio. La particolarità di questi lavori risiede nella loro stessa tecnica d’origine: l’artista, infatti, si appropria di grandi tessuti utilizzati per pulire le rotative di quotidiani e di stabilimenti di arti tipografiche – un’operazione che mette in luce l’autenticità di questa ricerca concettuale, che si fonda e dialoga con la storia personale dell’artista.
Come afferma Bruno Corà: “Quella di Gianluigi Colin è oggi una delle proposizioni visive linguisticamente più originali della scena artistica contemporanea, poiché essa si manifesta formalmente e si confronta con una realtà del quotidiano, del transitorio, dell’instabile, cioè con quanto della vita e dei fatti che in essa avvengono, tradotti in comunicazione mediatica, si eclissa scomparendo dalla memoria con una rapidità inaudita, mai percepita prima d’ora. Con un’azione di recupero, scelta e qualificazione dei tessuti residuali impiegati nell’operazione di pulitura delle rotative dagli inchiostri, Colin consegna alla nostra epoca, quali sirene policrome attraenti, le sorprendenti icone della sua precipitosa impermanenza e del suo drammatico dissolvimento.”
Il repertorio delle opere in mostra presso BUILDING svela le diverse anime di Colin. Questi lavori nascono tra la materia della realtà tipografica, portatrice della memoria di giorni, mesi, anni di notizie, intrisa di inchiostri tipografici ed energie collettive. Simbolici “stracci di parole”: il grado zero di ogni forma di scrittura. Dipinti che interpretano emblematicamente lo zeitgeist, lo spirito di un tempo contemporaneo, incline a rimuovere più che a memorizzare tanto le parole quanto le immagini – elementi che invece, nelle opere dell’artista, appaiono dissolte e trasformate in un seducente insieme di colori, di segni, di venature azzeranti lo spazio e il tempo. Dimensioni in cui è contenuto, come ricordano le parole del Qoélet: “Tutto il bene nascosto. Tutto il nascosto male”.
“Ho sempre pensato alla responsabilità dell’artista di fronte alla Storia.” – dichiara Colin – “L’insieme dei miei lavori, volutamente scelti per questa mostra dai toni drammatici, con rossi intensi, sfumature di nero, striature nere su fondi bianchi o azzurri, si presentano come simbolo di un oblio incombente, inquietante e minaccioso. Un senso di costante indifferenza e dimenticanza che purtroppo appartiene al momento storico che viviamo. Le mie opere si confrontano con uno spazio interiore, ma parlano di una dimensione collettiva”.
In questo senso, il titolo della mostra, Post Scriptum, lascia spazio a un’evocazione che coinvolge la stessa identità dell’artista. Da una parte l’autenticità della ricerca che proviene dal mondo delle parole, della stampa, dell’informazione, degli inchiostri, dunque dalle scritture. Dall’altra una nota di aggiunta alla lunga e ricca storia artistica dell’autore.
Gianluigi Colin (Pordenone, 1956) vive e lavora a Milano. Da molti anni conduce una ricerca artistica intorno al dialogo tra le immagini e le parole. Il suo lavoro nasce come investigazione sul passato, sul senso della rappresentazione, sulla stratificazione dello sguardo. Si tratta di una poetica densa di richiami alla storia dell’arte e alla cronaca, che tende a porre sul medesimo piano memoria e attualità, facendo sfumare i confini tra le epoche. Una poetica dal forte impegno civile ed etico, che vuole restituire all’esperienza artistica forti valenze militanti. Sue mostre personali si sono tenute in numerose istituzioni italiane e straniere, tra le quali: Arengario di Milano, 1998; Centro Cultural Recoleta di Buenos Aires, 2002; Museo Manege di San Pietroburgo, 2003; Bienal del Fin del Mundo a Ushuaia, 2007; Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina – Museo MADRE di Napoli, 2011; Museo Istituto d’Arte Moderna – IVAM di Valencia, 2011; Fondazione Marconi di Milano, 2012; Galleria d’ Arte Moderna e Contemporanea a Pordenone, 2014; MARCA – Museo delle Arti di Catanzaro, 2016-2017; Triennale Milano, 2018; Visionarea Art Space di Roma, 2019; Palazzo del Governatore a Parma, 2020, in occasione delle manifestazioni di Parma Capitale della Cultura. Protagonista di performance (organizzate in varie parti del mondo), è stato invitato a “Valencia09” (presso l’IVAM di Valencia, nel 2009) e selezionato per il Padiglione Italia della 54a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia nel 2011. Alcune sue opere sono presenti in collezioni private, musei e istituzioni pubbliche in Italia e all’estero. Colin per molti anni è stato art director del “Corriere della Sera”; attualmente è cover editor de “la Lettura” e de “la Lectura” de “El Mundo”, di Madrid. Tiene conferenze, seminari e corsi universitari. Ha scritto numerosi saggi e articoli sulla fotografia, sulla comunicazione visiva e attualmente scrive di arte sulle pagine culturali del “Corriere della Sera”.

“All the hidden good. All the bad, hidden” Qoélet
“We are the ones you have conquered” Bertolt Brecht, War Primer, 1955
Until March 23rd, 2024, BUILDING presents Gianluigi Colin. Post Scriptum, a solo exhibition curated by Bruno Corà, which hosts a selection of 34 previously unseen works: the exhibited large-scale paintings highlight the artist’s expressive power.
The works by Gianluigi Colin exhibited in BUILDING, which have been produced over the last three years, are the result of conceptual research that began in 2011, and that has already led to several exhibitions presented in Milan, Rome, and in other Italian cities. For several years, the artist has been focusing on the dialogue between images and words: in particular, the core of his work is the media system, the dimension of time, and the value of Memory.
With Gianluigi Colin. Post Scriptum, Colin presents a new series of abstract artworks, laden with chromatic sedimentations, repeated striations, and backgrounds extending into space. The special feature of these works lies in their actual original technique: in fact, the artist appropriates the large rags used to clean newspaper rotary presses and the equipment used in typography – an action that emphasises the authenticity of this conceptual research, which is grounded in and dialogues with the artist’s personal history.
As Bruno Corà stated: “Gianluigi Colin’s work is one of the most linguistically original visual propositions on the contemporary art scene today, as it formally manifests itself and confronts a reality of the everyday, of the transitory, of the unstable, that is to say, with what of life and the facts that occur in it, translated into media communication, is overshadowed by disappearing from memory with an unprecedented speed, never before perceived. With an action of recovery, selection, and qualification of the residual fabrics used in the operation of cleaning the ink off the presses, Colin delivers to our era, like attractive polychrome sirens, the surprising icons of its rushing impermanence and dramatic dissolution”.
The repertoire of works exhibited at BUILDING reveals Colin’s different souls. These works originate from the matter of the typography business, bearer of the memory of days, months, and years of news, soaked in typographic inks and collective energies. Symbolic “rags of words”: the degree zero of every form of writing. These paintings emblematically interpret the zeitgeist, the spirit of a contemporary time, more willing to remove rather than memorise both words and images. On the contrary, in the artist’s works, these elements appear as melt and transformed into a seductive array of colours, signs, veins that reset space and time. These dimensions contain, as the words of Qoélet recall: “All the hidden good. All the bad, hidden”.
“I have always thought about the responsibility of the artist in relation to history.” – states Colin – “The group of my works, deliberately chosen for this exhibition characterized by dramatic tones, intense reds, shades of black, black striping on white or blue backgrounds, are presented as a symbol of a looming, disturbing, and threatening oblivion. A sense of constant indifference and forgetfulness that unfortunately belongs to the historical moment we live in. My works address an inner space, but they speak about a collective dimension”.
In this sense, the exhibition’s title, Post Scriptum, leaves room for an evocation that involves the artist’s own identity. On the one hand, the authenticity of the research that comes from the world of words, printing, information, inks, and therefore from the writings. And, on the other hand, an additional note in the long and rich artistic history of the artist.
BUILDING
Via Monte di Pietà 23, Milano
+39 02 890 94995, info@building-gallery.com, www.building-gallery.com
Orari: mar-sab 10-19
Ingresso gratuito
Press office: ddlArts
Installation view, Gianluigi Colin. Post Scriptum, BUILDING, Milano, ph. Ilaria Maiorino