
Giulia Marchi. Una pietra sopra
Matèria è lieta di presentare Una pietra sopra, la seconda personale di Giulia Marchi in galleria e la prima nella nuova sede.
La mostra – che aprirà al pubblico sabato 19 febbraio 2022 – è accompagnata da un testo del critico e storico della letteratura Andrea Cortellessa.
Una pietra sopra è per Giulia Marchi una riflessione sulla sua ricerca e sul suo percorso che ne ha caratterizzato le pratiche. Si struttura come un archivio personale del suo lavoro la cui scala di misura viene invertita e messa in discussione, fino a diventare monumentale. Lana, marmo, ferro, carta, oro e testi sono esposti nella veridicità del loro carattere senza intermediazioni né di misura né di concetto, vengono rappresentati attraverso un linguaggio nuovo riferendo una lettura differente da quella praticata in lavori precedenti.
Con un processo di revisione Marchi mira a consolidare questi principi sia in termini metodologici che filosofici, rendendo evidente uno sfasamento della modalità di trattare materiali fondamentali alla sua ricerca. Questi non sono interpretati attraverso la mediazione fotografica, l’artista mira a nobilitarli, raccontandoli in un linguaggio alternativo, nato dalla volontà di misurarsi con lo spazio espositivo mediante un approccio sinestetico.
Come afferma Andrea Cortellessa nel suo testo: “vedere il linguaggio rappresenta dunque un caso quintessenziale di sinestesia, ma anche una condizione allucinatoria”, condizione che dovrebbe fare da guida anche all’esperienza della mostra.
Nel mettere un punto fermo sulla propria ricerca, Giulia Marchi fa luce sul suo passato e sul suo presente, mostrandoci uno scorcio di una mente inquieta, ma rigorosa, in piena fioritura.
Giulia Marchi è nata a Rimini (1976), dove vive e lavora. Ha studiato lettere classiche all’Università di Bologna e attualmente insegna Fotografia alla LABA di Rimini, oltre a collaborare frequentemente con università e spazi museali come visiting lecturer. La ricerca letteraria e l’approccio concettuale alla produzione artistica sono caratteristiche fondamentali della pratica di Marchi. Il suo approccio, segnato da una forte impronta letteraria, l’ha portata a mezzi espressivi spesso caratterizzati dalla narrazione – quando la forma scelta (spesso la fotografia, ma non solo) non rende la lettura così immediata, ma rimanda a combinazioni successive, come codici che prima di essere decifrati sono accettati da una sorta di fascinazione, sia per l’uso sapiente dei materiali che per la comunicatività dell’immagine, spesso ingannevole alla prima osservazione, ma ugualmente riconducibile alla poetica dell’artista. Le sue opere sono conservate nella collezione del MAXXI di Roma, del CAMUSAC di Cassino, della Collezione Maramotti di Reggio Emilia e in importanti collezioni private nazionali e internazionali. Il suo lavoro è rappresentato da Matèria (Roma) e LABS Contemporary art (Bologna).
La mostra è realizzata in collaborazione con tuttomarmo industriale (Roma) e Alpeca srl (Bari)
Matèria is pleased to present Una pietra sopra, Giulia Marchi’s second solo show at the gallery and her first in the new space. Accompanying the exhibition – set to open to the public on Saturday February 19, 2022 – is a text by literary historian and critic Prof. Andrea Cortellessa.
For Giulia Marchi, Una pietra sopra is a reflection on her research and the path that has characterized her practice. Conceived as a personal archive of her work, its measurements and scale are inverted and questioned, until they become monumental. Wool, marble, iron, paper, gold and text are displayed in the veracity of their character without intermediaries of measure and concept; represented through a new language developed to suggest an alternative point of view from the one adopted in previous works.
Through a process of revision Marchi aims to consolidate her principles both in methodological and philosophical terms, highlighting an evident shift in the approach adopted when dealing with the materials fundamental to her research. With the absence of photographic mediation, the artist aims to ennoble her materials by engaging in an alternative depiction, born from the desire to dialogue with the exhibition space through a synaesthetic approach. As Andrea Cortellessa states in his text: “seeing language therefore represents a quintessential case of synaesthesia, but also a hallucinatory condition”, a condition aimed at guiding the experience of the exhibition.
In putting a firm point on her research, Giulia Marchi sheds light on her past and present, allowing us to glimpse into a restless yet rigorous mind in full bloom.
Giulia Marchi was born in Rimini (1976), where she currently lives and works. She studied classical literature at the University of Bologna and teaches Photography at LABA in Rimini, alongside collaborating frequently with universities and museums as visiting lecturer. Literary research and a conceptual approach to artistic production are key features of Marchi’s practice. Her academic training has led her to an expressiveness often characterized by narration, where research is reflection, and the choice of materials is the confirmation of a thought process that transcends the work itself. Her works are featured in prominent national and international collections, such as the ones held by MAXXI in Rome, CAMUSAC in Cassino and the Maramotti Collection in Reggio Emilia. Her work is represented by Matèria (Rome) and LABS Arte Contemporanea (Bologna).
Matèria
Via dei Latini 27, Roma
+39 3318336692, contact@materiagallery.com, www.materiagallery.com
Orari: dal martedì al sabato 11.00 – 19.00
Ingresso gratuito