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Irene Fenara Hey There, Tiger!

Irene Fenara. Hey There, Tiger!

UNA, Piacenza

UNA è lieta di annunciare, “Hey there, Tiger!”, prima mostra personale di Irene Fenara (*1990, Bologna) in galleria.

Per l’occasione, Irene presenta un progetto inedito che crea un parallelismo tra il mondo naturale e la produzione di immagini. La ricerca dell’artista nasce infatti dall’osservazione che nel mondo esistono più immagini che rappresentano tigri che tigri viventi. Nel nostro immaginario le tigri sono molto comuni e sembrano essere ovunque: nei loghi delle case di moda, sulle scatole di cereali, sulle magliette…, ma in natura ne rimangono solamente tremila esemplari. Lavorando con un algoritmo generativo, al quale vengono consegnate tremila immagini di tigri, Irene ha creato grandi nuovi animali e nuove specie, che mantengono alla fine solo alcune caratteristiche dell’animale originale. Per imparare a riconoscere e riprodurre, infatti, un algoritmo avrebbe bisogno di milioni di immagini, proponendogliene un numero minore i risultati si allontanano dal reale.
Le immagini generate vengono tradotte in una serie di arazzi realizzati in India, sottolineando l’affinità tra il modo in cui lavorano  tessitura e algoritmo, in quanto la trama e l’ordito del tessuto si muovono in maniera analoga alle stringhe di codice del programma.

Accanto agli arazzi, completano la mostra alcune fotografie, nerissime e inquietanti, di tigri colte in paesaggi notturni, immagini “rubate” da videocamere trap (che si attivano con il movimento) nelle foreste e giungle.

“Il progetto di Fenara ci mostra la natura di una star felina che, accecata dai riflettori digitali, si fa presenza fantasmatica: privata della sua immagine riconoscibile, mutevole nella forma e collocata tra l’oggi e l’altrove, nell’apparire rarefatta perde consistenza, ma al tempo stesso si riafferma. […] Attraverso tappeti dai colori intensi e fotografie in bianco e nero, Three Thousand Tigers sembra comunicare la necessità, oggi latente, di un’integrazione quanto più inclusiva tra dato digitale e condizione naturale. “Che peccato non essere una tigre”, fantastica lo scrittore Jorge Luis Borges in un pomeriggio passato insieme al Alberto Manguel, collega argentino e autore del memoir Con Borges. Trasognati, non vediamo più la tigre reale, ma la sensazione che la sua fisicità ci lascia.” (Irene Sofia Comi)

Irene Fenara (*1990, Bologna) è diplomata in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, città dove vive e lavora. Tra le mostre a cui ha partecipato si segnalano: Genius Steals, a cura di Antonio Grulli, Rodríguez Gallery, Poznaz (PL), 2020; Ein Museum auf Probe, a cura di KdeWe, Esslinger Kunstverein&Villa Merkel, Esslingen (DE), 2020; Metafotografia, a cura di Mauro Zanchi e Sara Benaglia, BACO, Bergamo, 2019; Distant Eyes, a cura di Christiane Rekade, Kunst Merano Arte, Merano, 2019 (solo); My Blueberry Night II, a cura di Antonio Grulli, ArtDate Festival, Ex Ateneo, Bergamo, 2019; Argo, la fotografia italiana emergente, a cura di Carlo Sala, Photo Open Up, Padova, 2018; Blinds and other Cloudings, a cura di UNA, Spazio Leonardo, Milano, 2018 (solo); Supervision, a cura di Mauro Zanchi e Sara Benaglia, BACO, Bergamo, 2018 (solo), Around me. Traces of presence in biopolscapes, F4/Un’idea di fotografia, a cura di Carlo Sala, Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo, Treviso, 2018; That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia a un metro e ottanta dal confine, a cura di Lorenzo Balbi, MAMbo, Bologna, 2018; L’altro sguardo. Fotografie italiane 1965 – 2018, a cura di Raffaella Perna, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2018, Le interne differenze, P420, Bologna, 2017 (solo); Essere politico, a cura di Filippo Maggia e Chiara Dall’Olio, Fondazione Fotografia Modena, 2017; Give me yesterday, a cura di Francesco Zanot, Osservatorio Fondazione Prada, Milano, 2016.
Nel 2019 Irene ha vinto il Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee (Sezione fotografia), è stata finalista del Premio Cairo e di ING Unseen Talent Award, Amsterdam. Dal 2012 è borsista presso la Fondazione Collegio Artistico Venturoli, a Bologna, dove ha sede il suo studio.


UNA is happy to announce “Hey there, Tiger!” the first solo show by Irene Fenara (*1990, Bologna) in the gallery.

For this occasion, Irene presents a new project, reflecting on the parallelism between the natural world and the production of images. The artist’s research originates from the observation that in the world there are more images representing tigers than real ones. In our imagery, these felines are very common and seem to be everywhere: in the logos of fashion houses, on cereal boxes, on t-shirts…. However, just three thousand tigers are left in the wild. Working with a generative algorithm, “fed” with three thousand images of tigers, Irene has created big new animals and new species that ultimately retain only some characteristics of the original animal. In fact, a generative algorithm requires millions of images in order to learn how to recognize and reproduce them; thus proposing a smaller number, results will be far from the reality.
The generated images have been in turn transformed into tapestries made in India, underling the parallelism between the braiding technique typical of weaving and the binary code the algorithm is based upon.

Alongside the tapestries, the exhibition presents black and almost disturbing pictures of tigers in night landscape, they are images “stolen” from cameras trap, which are triggered by animals’ movement in forests and jungles.

“Irene Fenara’s project discloses the nature of a feline star, that is blinded by digital spotlights thus becoming a ghostly presence. Deprived of its recognisable image – its changing form placed between now and elsewhere – as it appears in its rarefied character it loses its consistency, while simultaneously it reaffirms itself. […] Through tapestries with vibrant colours and black and white photographs, Three Thousand Tigers seems to suggest the need – nowadays a latent one – of an as-inclusive-as-possible integration of digital data into our natural condition. “What a pity not to be a tiger” fantasises Argentinian writer Jorge Luis Borges during an afternoon conversation with Alberto Manguel, colleague and author of the memoir With Borges.
Like in a dream, we don’t see the real tiger anymore, but we can feel the bodily presence it has left us.” (Irene Sofia Comi)

Irene Fenara (*1990) studied at the Bologna Visual Arts Academy, she currently lives and works in Bologna. Recent exhibitions she has participated include: Genius Steals, curated by Antonio Grulli, Rodríguez Gallery, Poznaz (PL), 2020; Ein Museum auf Probe, curated by KdeWe, Esslinger Kunstverein&Villa Merkel, Esslingen (DE), 2020; Metafotografia, curated by Mauro Zanchi and Sara Benaglia, BACO, Bergamo, 2019; Distant Eyes, curated by Christiane Rekade, Kunst Merano Arte, Merano, 2019 (solo); My Blueberry Night II, curated by Antonio Grulli, ArtDate Festival, Ex Ateneo, Bergamo, 2019; Argo, la fotografia italiana emergente, curated by Carlo Sala, Photo Open Up, Padova, 2018; Blinds and other Cloudings, curated by UNA, Spazio Leonardo, Milano, 2018 (solo); Supervision, curated by Mauro Zanchi e Sara Benaglia, BACO, Bergamo, 2018 (solo), Around me. Traces of presence in biopolscapes, F4/Un’idea di fotografa, curated by Carlo Sala, Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo, Treviso, 2018; Supervision, curated by Mauro Zanchi and Sara Benaglia, BACO, Bergamo, 2018 (solo); That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia a un metro e ottanta dal confine, curated by Lorenzo Balbi, MAMbo, Bologna, 2018; L’altro sguardo. Fotografe italiane 1965 – 2018, curated by Rafaella Perna, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2018; Le interne diferenze, P420, Bologna, 2017 (solo); Essere politico, curated by Filippo Maggia and Chiara Dall’Olio, Fondazione Fotografa Modena, 2017; Give me yesterday, curated by Francesco Zanot, Osservatorio Fondazione Prada, Milano, 2016. In 2019 Irene was awarded  with the Francesco Fabbri Prize (Photography Section) and she was shortlisted for the Cairo Award and the ING Unseen Talent Award, Amsterdam. Since 2012, she is artist in residence at the Fondazione Collegio Artistico Venturoli, Bologna, where she has her studio.

UNA
Via Sant’Antonino 33, Piacenza
+ 39 339 17 14 400, info@unagalleria.com, www.unagalleria.com
Orari: martedì – venerdì 16.00 – 19:00; sabato 10:00 – 13:00 e 16:00 – 19:00 + su appuntamento. É gradita la prenotazione
Ingresso gratuito

La mostra è accompagnata da una pubblicazione con un testo critico di Irene Sofia Comi