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Koen Vanmechelen, In Times of Trouble - photo credit Francesco Allegretto

Koen Vanmechelen. Burning Falls + SottoVetro

Fondazione Berengo Art Space, Murano (VE)

Arricchita da alcuni pezzi inediti, la mostra-evento dell’artista belga dagli Uffizi sbarca a Murano per Homo Faber 2022. In contemporanea, la Fondazione Berengo Art Space ospita anche SottoVetro, una collettiva “Made in WonderGlass” curata da Jean Blanchaert.

Reduci dal grande successo riscosso alla Galleria degli Uffizi di Firenze con la mostra Seduzione, le trenta creature fantastiche realizzate da Koen Vanmechelen con accostamenti di vetro e marmo di Carrara vengono presentate da Adriano Berengo nel luogo che le ha viste nascere: l’isola di Murano.

Realizzate l’anno scorso con il supporto dei maestri di Berengo Studio, le opere verranno ospitate da venerdì 8 aprile fino a domenica 15 maggio 2022 all’interno della Fondazione Berengo Art Space (Campiello della Pescheria 4) con il titolo Burning Falls. La mostra si inserisce all’interno della sezione In Città di Homo Faber 2022, il grande evento espositivo dedicato ai mestieri d’arte e all’alto artigianato internazionale organizzato dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship in partnership con la Fondazione Giorgio Cini, la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, la Japan Foundation e la Fondation Bettencourt Schueller (www.homofaber.com).

La mostra si allinea con lo spirito di Homo Faber, il cui focus quest’anno è I tesori viventi d’Europa e del Giappone. Crafting a more Human Future, e permette di celebrare un materiale unico in questo Anno Internazionale del Vetro: “Se Burning Falls può rompere i muri che ci dividono oggi, creerà una trasparenza in cui ci riconosceremo nell’altro”, afferma Koen Vanmechelen.

Con Burning Falls continua, inoltre, la narrazione del Cosmopolitan Renaissance dell’artista, che vede la bocca ardente della fornace come suo punto focale. “Il vetro – afferma l’artista –  è il materiale del futuro. È sia riciclabile che plasmabile. E invita alla connessione e al lavoro di squadra, fondendo creatività e artigianato. Lavorare con il vetro è come lavorare con l’acqua: il liquido diventa solido quando gli elementi si uniscono. Il fuoco permette questa trasformazione, e lo stato tra solido e liquido è simboleggiato da un uccello di fuoco, come un generatore di azione, o un flusso di lava, che porta all’immagine di Burning Falls”.

Per l’occasione, oltre a Medusa, alla tigre rossa, ai polli serpentini, alle iguane cornute e agli altri animali fantastici visti a Firenze, ci saranno anche alcuni pezzi mai esposti, tra cui gli interessanti lampadari “Formula Segreta”: due opere complesse che riflettono sull’origine, la decadenza e la rigenerazione di ogni cosa creata, e che vogliono rappresentare un tributo dell’artista alla storia del vetro muranese. 

“La formula segreta di questi magnifici lampadari è la catena dell’evoluzione. – spiega l’artista belga – Alla base della catena evolutiva ci sono creste, artigli e uova: elementi primordiali, metafora di un mondo ancestrale in perenne lotta per la sopravvivenza. Il serpente striscia in mezzo a loro e ricorda la decadenza derivante dal peccato originale e il giudizio finale, sua inevitabile conseguenza. Le specie si sono evolute ma sono andate perdute, nello scioglimento e nell’autodistruzione, di generazione in generazione. Un nuovo segmento è intervenuto per riorientare il destino evolutivo: il virus. Ma, dalla potenziale distruzione, è emersa una nuova vita, un uovo da cui è stato generato un bambino, bendato perché ancora ignaro”.

Tutte le sculture prodotte da Vanmechelen per questo progetto accostano sapientemente i toni del marmo alla lucentezza del vetro, e vogliono riflettere sul significato di alcune figure chiave della mitologia classica. Accade per Medusa, la gorgone che al posto dei capelli aveva serpenti il cui veleno poteva svegliare i morti: nel darle forma Vanmechelen traccia un astuto parallelo notando come le uova di gallina siano usate nella medicina moderna come base per vaccini e medicinali. La sua Medusa diventa quindi una metafora dell’umanità stessa, intrisa del potere di uccidere oltre che della capacità di portare nuova vita.

In maniera analoga, viene riletta anche la simbologia dei serpenti, trasformati per l’occasione in polli mostruosi e deformi. L’intento è quello di evocare nello spettatore il valore simbolico dell’umile pollo, un soggetto da sempre molto caro all’artista perché esempio del potenziale per la vita e dei modi in cui gli esseri umani sono stati negligenti con il suo potenziale illimitato.

La mostra, curata da Studio Vanmechelen in collaborazione con Fondazione Berengo, è aperta dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 17.00. Ingresso libero.

Dall’8 aprile la Fondazione Berengo Art Space è felice di ospitare anche SottoVetro, una collettiva Made in WonderGlass curata dal critico Jean Blanchaert, già curatore di Homo Faber 2022.

In mostra opere di Andrea Anastasio, atelier oï, Bethan Laura Wood, Francesco Vezzoli, Joana Vasconcelos, Moritz Waldemeyer, Nao Tamura, Richard Woods, studiopluz e Thomas Demand.

WonderGlass intende trasportare i visitatori in un paesaggio intimo con questa mostra, presentando la ricetta segreta della creatività di ogni artista.

Questa coterie di creativi contemporanei con i loro approcci artistici verso il vetro crea un paesaggio unificato di forme vibranti, superfici variegate e palette di colori sgargianti che diffondono il loro fascino visivo. All’osservatore viene chiesto di esplorare le varie combinazioni di materiali che forniscono un potente effetto semantico, presentandosi ogni volta in esperienze radicalmente diverse.

“L’allestimento della mostra SottoVetro, titolo molto evocativo, si giostra tra forme geometriche e forme più organiche, passando dalla luce al buio e rendendo protagoniste le opere come in una gara di tango. Siamo a Venezia, siamo a Milano, ma siamo anche alla Confiteria Ideal, a Buenos Aires, tempio del tango.”, spiega Jean Blanchaert.
Il concetto della mostra non riguarda solo l’interazione tra l’opera visibile e il pubblico, ma anche il legame che esiste all’interno dell’opera d’arte tra ciò che viene rappresentato e come viene presentato, ovvero le sue circostanze di visibilità e percezione. Si tratta della superficie materiale su cui poggia lo sguardo e della dimensione astratta in cui l’opera d’arte esiste, che unite danno vita ad una dimensione interattiva da cui emerge un cosmo immaginario compiuto.

SottoVetro

KOEN VANMECHELEN. BURNING FALLS
FONDAZIONE BERENGO ART SPACE
Campiello della Pescheria 4, MURANO (VE)

SOTTOVETRO by Made in WonderGlass
FONDAZIONE BERENGO ART SPACE
Campiello della Pescheria 4, MURANO (VE)
L’esposizione è a cura di Jean Blanchaert

Copertina: Koen Vanmechelen, In Times of Trouble – photo credit Francesco Allegretto
Ufficio stampa: Spaini&Partners