
La Soglia della Pittura
Enzo Cacciola, Vincenzo Cecchini, Marco Gastini, Riccardo Guarneri, Giorgio Griffa, Paolo Masi, Claudio Olivieri, Pino Pinelli, Claudio Verna
A cura di Glenda Cinquegrana
Glenda Cinquegrana Art Consulting è lieta di presentare la mostra collettiva intitolata La soglia della pittura, nella quale presenta una selezione di opere di artisti che hanno fatto parte del movimento della Pittura Analitica italiana come Enzo Cacciola, Vincenzo Cecchini, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Paolo Masi, Claudio Olivieri, Pino Pinelli, Claudio Verna. Il titolo della mostra allude ad uno dei temi fondamentali che accomuna gli artisti della Pittura Analitica, ovvero quello dell’indagine sugli elementi materiali del fare pittura, che li pone a cavallo fra pittura e concettuale, fra bidimensionalità e spazio, fra pittura e fotografia: la soglia, appunto, il confine fra i generi portati al limite dell’analisi come termine distintivo del movimento. La Pittura Analitica è una corrente che si sviluppa negli anni Settanta, risposta chiara al clima culturale che aveva consacrato il Concettuale come linguaggio artistico del periodo, e decretato la morte della pittura. Sviluppatasi fra il 1970 e 1978 sotto le definizioni di Pittura Pittura e Nuova Pittura, quando mette al centro la riflessione sulla sintassi propria del mezzo pittorico e i relativi concetti di spazio, segno, colore, supporto e le sue infinite variabili è basata sulla ferma coscienza che la pittura possa rinnovarsi a partire da questi elementi. Oltre all’appartenenza ad una temperie Europea che vede corrispettivi esiti nel Support-Surfaces francese e nel Geplante Malerei tedesco, la Pittura Analitica è ispirata ad un’idea di corrente formata da artisti che oltre ad avere in comune la partecipazione ad importanti mostre – come Documenta nel 1977 e la Biennale di Venezia del 1978 – hanno condiviso una medesima visione poetica. Anche qui la parola “movimento” deve essere utilizzata come termine soglia per indicare quel campo della Pittura Analitica che è fluido.
Enzo Cacciola (Arenzano 1954; vive a Rocca Grimalda, AL) dopo l’esordio alla Galleria la Bertesca di Genova, sviluppa attorno al 1974-75 una ricerca che, nella sua fase degli asbesti, usa come materiale pittorico il cemento, del quale l’artista si focalizza sulla processualità nella lavorazione. Interessato inizialmente al rapporto fra pittura e fotografia, Vincenzo Cecchini (Cattolica 1934, dove vive e lavora) sviluppa una poetica che restando sulla soglia fra pittura e fotografia, è una riflessione sullo spazio del quadro inteso come piano di proiezione ideale e sede dell’imperfezione. Marco Gastini (Torino 1938 – 2018) alla metà degli anni Settanta, infatti, caratterizza la sua ricerca dall’uso del plexiglas quale supporto per il segno pittorico, dove il percorso di linee è costruito più per assenza più che presenza. Uno dei più rigorosi e coerenti nella ricerca sui principi della pittura è sicuramente Giorgio Griffa, che arriva a smantellare il quadro come supporto e ridurre la pittura a mero segno sulla tela nuda. La pittura di Guarneri (Firenze 1933, dove vive e lavora), invece, scaturisce da un’attenta progettazione sullo spazio pittorico del quadro affiancata ad un’accurata diluzione del colore, fra geometrie inesatte e riduzione poetica. Pino Pinelli (Catania, 1938), si è concentrato a partire dagli Anni Settanta sulla disseminazione del colore e il monocromo, ovvero sull’interazione fra la pittura, intesa in chiave oggettuale, e la parete. Il colore nell’opera di Pinelli assume delle caratteristiche emananti molto vicine a Klein; infine, la ricerca dell’effetto tattile, dove “la lettura del colore richiede una lunga pausa in cui il tono cromatico cresce emettendo dati percettivi di vibrazione”, secondo le parole dell’artista. Paolo Masi (Firenze, 1934, dove vive e lavora) prende ad uso come supporto pittorico il cartone, materiale riciclato, su cui stende un colore sviluppato nelle sue possibilità infinite. Il plexiglas, che custodisce il cartone, è scatola che ha funzione amplificatrice della luce. Fra i fondatori del movimento è Claudio Olivieri (Roma 1934 – Milano 2019) che lavora su una pittura-colore che, fra luce ed ombra, è fatta di disvelamento e occultamento, come poli coesistenti. La sua pittura rincorre l’idea del limite, della luce nera. La sovrapposizione di strati riesce a creare forme di percezione raffinatissime, nelle quali il quadro diventa soglia accessibile solo se attraversato come profondità di spazio. La ricerca di Claudio Verna, infine, prendendo a fondamento lo studio delle avanguardie storiche, sviluppa le possibili interazioni fra colore e superficie del quadro.

Glenda Cinquegrana Art Consulting is glad to present the collective show by the title The Threshold of Painting, where a selection of works by artists belonging to the Italian Analytical Painting movement, such as Enzo Cacciola, Vincenzo Cecchini, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Paolo Masi, Claudio Olivieri, Pino Pinelli, Claudio Verna, are presented. The title of the show hints at one of the fundamental themes which draws together the artists in Analytical Painting, that is, the research on the materials in painting, which places them halfway between painting and conceptual art, between bidimensional painting and space, between painting and photography: the threshold is indeed the border between genres pushed to the limit by analysis as the hallmark of the movement. Analytical Painting is an art movement which developed in the 70s as a clear response to the cultural climate consecrating Conceptual Art as the artistic language of the period. Established between 1970 and 1978 with the definition of Pittura Pittura or Nuova Pittura, when it focuses on the syntax itself of painting and the related concepts of space, sign, colour, medium, it’s based on the full awareness that painting can renew itself starting with the latter. Besides belonging to the European scene with similar results as French Support-Surfaces and German Geplante Malerei, Analytical Painting is inspired by the idea of a fluid movement formed by artists who, besides having in common the participation in important exhibitions such as Documenta in1977 and the Venice Biennale in 1978, share the same poetical vision. Even here the word movement must be used as a threshold word to indicate that field of Analytical Painting which is vast.
Enzo Cacciola (Arenzano 1954; lives in Rocca Grimalda, Alessandria) after his debut at Galleria la Bertesca in Genova, in 1974-75, he develops his personal style which, in the period of the asbestos, uses as painting material concrete, which interests him for how it is takes part in the process. Initially interested in the relationship between painting and photography, Vincenzo Cecchini (Cattolica 1943, where he lives and works) develops his poetics which, remaining on the threshold between painting and photography, is a reflection on the space of the painting meant as projection plane and site of the imperfection. Marco Gastini (Turin 1938 – 2018) in the mid 70s characterizes his research by using plexiglass as a medium for the brushstroke where the trajectory of the lines is built more by absence than by presence. One of the most rigorous and consistent in the study on the principles of painting is certainly Giorgio Griffa, who even demolishes paintings as a medium and reduces brushstrokes to a mere trait. On the contrary, the painting of Guarneri (Florence 1933, where he lives and work), is the result of carefully planning the pictorial space of the painting together with accurately diluting the colour, among geometrical shapes and poetical reductions.
Meanwhile Pino Pinelli (Catania, 1938), has focused, since the 70s, on the dissemination of colour and of monochrome, on the interaction between painting, meant in objectual terms, and the wall. Colour in Pinelli’s work has emanating qualities very close to Klein’s. Finally, the quest for a tactile effect, where “the reading of the colour requires a long pause in which the chromatic tone grows releasing perceptive vibration data,” according to the words of the artist himself. Paolo Masi (Florence, 1934, where he lives and works) has turned into a painting medium cardboard, a recycled material on which he uses colours developed to their infinite possibilities. Plexiglas chosen as a box that protects this humble material amplifies light. Among the founders of the movement Claudio Olivieri (Rome 1934 – Milan 2019) works on a colour painting, which, between light and shade, is made of revelations and concealments as coexisting poles of a painting practice that chases the idea of limit, of black light. The stacking of layers where the use of a spray gun succeeds in creating refined forms of chromatic perception in which the painting becomes an accessible threshold only by looking at the depth of the space. Finally, Claudio Verna’s quest, departing from the avant-gardes, develops his own consistent research on the interaction between colour and surface of the painting.
Glenda Cinquegrana Art Consulting
Via Settembrini 17 I, Milano
02 49429104, press@glendacinquegrana.com, www.glendacinquegrana.com
Orari: dal martedì al sabato dalle 15:00 alle 19:00
Ingresso gratuito
Copertina: Claudio Olivieri, Transitivo, 1988, Olio su tela, cm 50 x 70, Pezzo unico, © Claudio Olivieri / Courtesy Glenda Cinquegrana Art Consulting