
Lighea
Elisa Giardina Papa, Carla Grunauer, Andreia Santana
In occasione di XNL Aperto 2023, UNA è felice di presentare Lighea, mostra collettiva che riunisce i lavori di Elisa Giardina Papa (*1979 Messina, IT), Carla Grunauer (*1982 Tucumán, AR) e Andreia Santana (* 1991 Lisbona, PT). La mostra è accompagnata da un testo di Marta Papini.
“La sirena rappresenta tutto ciò che sta in bilico tra gli opposti: bello e brutto, maschile e femminile, seducente e mostruoso e con questa indefinitezza mette in discussione, come le opere in mostra, il nostro modo di esplorare e conoscere il mondo.”¹
Lighea è un conturbante scritto di Tomasi di Lampedusa, ambientato in Sicilia agli inizi del XX secolo, in cui un essere dalle forme di sirena riemerge dagli abissi della mitologia per riconnettere il tempo del racconto con una tradizione ricca di miti, incantesimi, figure ibride tra mondo animale, divino e umano, permeate da desideri e impulsi.
Lighea diventa quindi, per noi, un luogo ideale dove un certo tipo di tradizione, quella legata a miti e credenze popolari, riti e incantesimi in bilico tra paganesimo e religione, cultura e vissuto personale, si afferma come parte integrante di pratiche artistiche caratterizzate da una commistione tra contemporaneità e un passato lontano, ma quanto mai vivo e presente. Le artiste invitate a partecipare al progetto: partono da background e luoghi molto differenti (Italia, la Sicilia nello specifico, Argentina e Portogallo), esplorando le loro origini e radici, non solo culturali e semantiche ma anche intime e viscerali. Ne derivano esseri provenienti da un bestiario antico e favolistico, che, come Lighea, incarnano i desideri intraducibili della collettività, o nuove forme in bilico tra organico e inorganico in cui contemporaneo, arcaico e mitologia pagana si sovrappongono fino a fondersi.
“ U Scantu: A Disorderly Tale di Elisa Giardina Papa è un racconto per immagini che si ispira ad alcune figure della tradizione orale siciliana, le donne di fora e le inciarmatrici. Ambiguamente in bilico tra i generi e le specie, queste donne hanno corpi non conformi e per questo vengono perseguitate dall’Inquisizione tra il XVI e XVII secolo. […] In mostra Giardina Papa rende omaggio a queste figure della tradizione siciliana con due sculture in ceramica smaltata – una lunga treccia bianca che spunta dalla parete, l’altra troneggia su un piedistallo – che ci ricordano una delle tante metamorfosi di cui queste donne vengono ritenute capaci, la trasformazione dei propri capelli in spire di velenosi serpenti.
Sono corpi non conformi quelli dipinti da Carla Grunauer: l’artista argentina tratteggia figure ibride in cui umano, animale, vegetale e robotico si fondono in unico ammasso fluido. Colature di inchiostro definiscono i contorni di quelli che sembrano ectoplasmi diafani e dalla forma incerta, che galleggiano sulla superficie della tela in uno spazio privo di profondità. Come per le donne di fora, individuare e nominare con certezza quale sia la natura delle abitanti di questo mondo pallido è impossibile, e per questo motivo sembrano mostruose. Alcune hanno la testa di uccello e il corpo di un essere umano, altre sembrano crescere all’interno dei ventri oblunghi di funghi dai colori pastello, altre ancora si contorcono sotto il peso di arti sproporzionatamente gonfi. Tutte sembrano appartenere allo stesso momento a un passato remoto e a un futuro inconoscibile, di certo non al tempo presente. Allo stesso modo delle sirene queste creature deformi e metamorfiche risultano sensuali e mostruose, seducenti e respingenti, ai margini di un sistema patriarcale in cui il canone estetico è definito dall’uomo, bianco, abile e eterosessuale.
È proprio il canone estetico così definito quello da cui parte Andreia Santana per concepire e realizzare le sue opere. Santana guarda al mondo dell’archeologia e ricerca i reperti tralasciati dal racconto storiografico, perché non funzionali nella trasmissione della Storia, uniformemente eurocentrica e colonialista. Il risultato di questa indagine sono opere che ricordano fossili di animali impressi sul fondo del mare solidificato dai millenni, ma la loro iridescenza suggerisce una provenienza diversa, quasi aliena. Il vetro stesso ha una natura ambigua: pur sembrando solido è in realtà un fluido, e il suo stato è instabile. Altrettanto mutevole è l’identità di queste creature opaline, che sfuggono alle categorizzazioni binarie con cui siamo abituati a nominare il mondo.”²
¹ ² Marta Papini, testo per la mostra Lighea
UNA
via Sant’Antonino 33, Piacenza
+ 39 339 17 14 400, info@unagalleria.com, www.unagalleria.com
orari: martedì – venerdì 16.00 – 19:00; sabato 10:00 – 13:00 e 16:00 – 19:00 + su appuntamento
Ingresso gratuito
Cover: Carla Grunuer, Conversa, 2022, aniline, chlorine, acrylic, ink, and wood stain on polyethylene fabric, cm 100 x 80, ph. credits Giorgio Benni