
Regina Hübner. Dear Cell
Cosa diventa la scienza quando si racconta in prima persona? Arte. L’artista austriaca Regina Hübner, pluripremiata, – l’ultimo in ordine di tempo è il riconoscimento d’arte 2022 di Villach, sua città natale in Carinzia – ha chiesto a 17 ricercatrici e ricercatori di scrivere a mano una lettera intima e sincera abbandonando la propria posizione per personificare l’oggetto stesso e di indirizzare una lettera a sé stessi, la Lettera TE-oggetto a me-ricercatrice/ricercatore. La scrittura a mano è stata videoregistrata, nasce così Dear Cell, la mostra di Regina
Hübner in programma dal 31 marzo al 5 maggio 2023 al Forum Austriaco di Cultura, viale Bruno Buozzi 113 a Roma.
In mostra l’occhio dei ricercatori è ripreso in primo piano, al rallentatore. Sono visibili dettagli anatomici, la conformazione marmorea dell’iride dal nero più scuro al turchese più chiaro, le ciglia, i riflessi dell’ambiente sulle pupille, i movimenti del bulbo, impercettibili oppure frenetici. L’occhio ha un valore simbolico. L’osservatore viene osservato.
I manoscritti raccolti sono stati trascritti e raccolti nel video Dear Cell (transcriptions). I ricercatori hanno fornito immagini di dati informatici generati, fotografie e filmati dei loro oggetti di ricerca, dalle molecole fino ad organismi interi, prodotti nei loro laboratori con specifici programmi e tecnologie come la microscopia confocale, multi-fotonica e a foglio di luce fluorescente, sviluppati a loro volta dai propri ingegneri.
“Il concetto – racconta l’artista, da anni residente a Roma – si ispira alla differenziazione tra il sé e il non-sé, un principio base dell’immunologia. I ricercatori utilizzano la più sofisticata tecnologia per vedere. Tuttavia, osservano, vedono e scoprono con il nostro organo più bello, un dono della natura, l’occhio. Anch’esso è uno “strumento”, che funziona per ciascuno allo stesso modo, eppure, non esiste nessun occhio uguale al mondo e ciascuno vede in modo diverso. L’occhio è filtro e collegamento tra esterno e interno. L’iride ci distingue e ci identifica, è esclusiva. L’occhio è bello, è prezioso. Guardarsi negli occhi significa entrare in contatto profondo e non abbiamo bisogno di parole per capirci. Sì, gli occhi sono lo specchio dell’anima, gli occhi non possono mentire, uno sguardo può pietrificare, con uno sguardo ci si può innamorare”.
Dear Cell fa parte del progetto interdisciplinare Perception of Self and Nonself in Life, realizzato nel 2019 su invito dell’Istituto di Studi Avanzati dell’Università AixMarseille IMéRA, in collaborazione con il Centro di Immunologia di Marseille-Luminy CIML e con l’Istituto Mediterraneo di Neurobiologia Inmed.
“Proprio in tempi di crescente scetticismo nei confronti della scienza e di diffusione di teorie complottiste, senza fondamento, sono progetti come la mostra Dear Cell – commenta il direttore del Forum Austriaco di Cultura di Roma, Georg Schnetzer – che promuovono la comprensione fra le discipline e aprono nuovi approcci alla scienza, hanno particolare valore”.
Dear Cell è composta da quattro video:
Dear Cell (letters), 5h 58 min 26 sec, 2019/2021
Dear Cell (transcriptions), 59 min 41 sec, 2019
Dear Cell (cells), 34 min 35 sec, 2019/2020
Dear Cell (eyes), 56 min 39 sec, 2019
Forum Austriaco di Cultura
Viale Bruno Buozzi 113, Roma
rom-kf@bmeia.gv.at, +39 06 3608371, www.austriacult.roma.it
Orari: lun – ven 9 – 17
Ingresso libero