Ruth Beraha. We will name her Tempest
“We will name her Tempest” è il titolo della personale di Ruth Beraha ideata per lo spazio della galleria A plus A che inaugurerà a Venezia il 6 aprile 2022.
La mostra è il frutto di una riflessione sul potere dello sguardo e sul dominio delle immagini nella società contemporanea e nasce dal desiderio di sottrarsi a questo sistema di potere. “We will name her Tempest” è il secondo capitolo di un ciclo di mostre che l’artista ha recentemente presentato in diverse istituzioni italiane e
internazionali.
Il pubblico si muove tra i resti di un luogo di culto immaginario: uno scheletro di metallo che richiama l’architettura di una cattedrale, all’interno della quale riecheggiano voci ostili, canti solenni e fantasmi di opere visive.
Il desiderio dell’artista di sottrarsi allo sguardo violento e prevaricatore del potere si declina in una serie di installazioni sonore e scultoree inedite, proprie di una distopia iconoclasta. Il titolo della mostra richiama un evento distruttivo come una tempesta, di una creatura magnifica e insieme terribile, una divinità distruttrice e
allo stesso tempo genitrice.
Ruth Beraha è stata recentemente assegnataria di un grant della Pollock-Krasner Foundation. Il progetto è stato realizzato grazie al supporto della Ditta Braggio, Vicenza e grazie alla preziosa collaborazione di: Grazia Sechi, Giuseppe Ricupero, Lorenzo Esposito Fornasari, Simone Luigi Fagnani, Andrea Sanson, Diego Tolomelli.
“We will name her Tempest” is the title of Ruth Beraha’s solo exhibition at A plus A gallery. The show will open in Venice on April 6th, 2022. It is the second chapter of a series of exhibitions shown recently at italian and international institutions.
The title “We will name her Tempest” recalls a destructive but also purifying event that is yet to come. It is magnificent and terrible at the same time, something that is at once devastating and renewing.
The exhibition is the result of a reflection on the dominant position of images in our societies. It stems from the artist’s desire to escape the systemic power of the gaze.
The public moves among the remains of an imaginary place of worship. A metal skeleton recalls the architecture of a cathedral in ruin, within which there are voices, songs and apparitions of visual works. The desire of the artist to escape from the abusive power of images is expressed through a series of sound and sculptural installations, typical of an iconoclastic dystopia.
Ruth Beraha is the recent recipient of a grant from the Pollock-Krasner Foundation. The project was made possible thanks to the support of Ditta Braggio, Vicenza and the precious collaboration of Grazia Sechi, Giuseppe Ricupero, Lorenzo Esposito Fornasari, Simone Luigi Fagnani, Andrea Sanson, Diego Tolomelli.
A plus A Gallery
Calle Malipiero, San Marco, Venezia
+39 041 2770466, info@aplusa.it, aplusa.it
Orari: da martedì a sabato 15 – 18
Ingresso gratuito
Ruth Beraha, photograph for the project RG002 di Paolo Ciregia, 2020