Sophie Ko. Prima che la notte cada
Testo critico di | Critical essay by Riccardo Venturi
Renata Fabbri è lieta di annunciare Prima che la notte cada, la terza mostra personale di Sophie Ko in galleria. Il progetto presenta una serie di inedite Geografie Temporali, opere scultoree e lavori fotografici che si confrontano con il tempo nella sua relazione con la materia – caducità e forza di resistenza – tematiche da sempre al centro dell’opera dell’artista.
Realizzate con stratificazioni di pigmenti e ceneri contenute all’interno di grandi cornici geometriche, le Geografie temporali di Sophie Ko si presentano come disegni del tempo che si insediano in un luogo, immagini spaziali del rapporto dialettico che intratteniamo con il tempo. Fondamentale, in questa serie di lavori, è l’agire della forza di gravità che, attraverso impercettibili crolli e smottamenti della materia, muta incessantemente la composizione del quadro, segnando in superficie il trascorrere inesorabile del tempo. Come una clessidra che svuotandosi lentamente accumula sabbia sul fondo dell’ampolla, così le Geografie temporali trasfigurano l’irreversibilità del tempo e, simultaneamente, il “prendere forma” dell’esistenza nel suo stesso scorrere.
In questa nuova mostra, frammenti di un corpo celeste punteggiano gli ambienti della galleria, invitando l’osservatore a immaginare di ricostruirne l’integrità. Forse sono i resti di un’esplosione stellare, forse ci troviamo di fronte al principio di creazione di un astro. La fine del ciclo vitale di una stella e, al tempo stesso, la sua genesi. Appartenenti alla serie Geografie temporali, queste schegge irregolari sembrano tendere le une verso le altre, per essere ancora una volta – o forse per la prima volta – unite insieme.
In alcuni punti della galleria, collocate sul pavimento, incontriamo delle sculture in bronzo ottenute accoppiando delle foglie a frammenti di corteccia e trasformando così le prime in vele e i secondi in scafi. Queste semplici imbarcazioni sono l’esito di un gesto originario e senza tempo, come il gioco di un bambino, ma in cui si riconosce in nuce il fare artistico dell’essere umano: la sua capacità di conoscere il mondo trasformandolo, dando forma spirituale alla materia.
Il progetto espositivo si conclude con la rappresentazione di due mani – di un adulto e di un bambino – appoggiate sulla superficie di uno scanner. L’immagine evoca lo stupore infantile di fronte alla scoperta di un fascio luminoso che, scivolando per pochi pochi istanti sulle cose, fissa mimeticamente la realtà riproducendola, per poi cadere nuovamente nel buio, come una stella cadente che velocemente scompare davanti ai nostri occhi. Prima che la notte cada è un invito a guardare con meraviglia quello scintillio prima che tutto intorno a noi diventi, ancora una volta, oscuro; è un tentativo di ri-orientare lo sguardo verso il tempo, pensandolo non solo come esaurirsi dell’esistenza, ma come crescere della vita che resiste alle forze distruttive del tempo. Così questo passaggio tratto dai Quaderni di Malte Laurids Brigge di Rainer Maria Rilke può essere inteso come il testo guida della mostra di Sophie Ko:
«Noi passiamo, così, e mi sembra che tutti siano distratti e occupati e non prestino la giusta attenzione al nostro passare. Come se cadesse una stella e nessuno la vedesse e nessuno formulasse per sé un desiderio».
La mostra è accompagnata da uno scritto di Riccardo Venturi.
Renata Fabbri is delighted to announce Before the Night Falls, Sophie Ko’s third solo exhibition at the gallery. The project presents a series of new Temporal Geographies, sculptures and photographic works which deal with time in its relation to material – caducity and forces of resistance – themes that have always been central to the artist’s work and research.
Produced with layers of pigments and ashes housed inside large geometrical frames, Sophie Ko’s Temporal Geographies come across as drawings of time settled in a place, spatial images of the dialectical relationship that we entertain with time. In this series of works, the deployment of the force of gravity is fundamental, as through imperceptible collapses and shifts in the material, constantly alters the composition of the painting, marking the relentless passing of time on the surface. Just as an hourglass slowly empties while accumulating sand at the bottom, likewise Temporal Geographies transfigure the irreversibility of time and, simultaneously, the “taking shape” of existence in its own flow.
In this new exhibition, fragments of a celestial body punctuate the gallery spaces, inviting the observer to imagine the reconstruction of its entirety. Perhaps they are the remains of a stellar explosion, or maybe we are faced with the birth of a star: the end of its life cycle and at the same time its genesis. Belonging to the series Temporal Geographies, these irregular splinters seem to reach out towards each other to be joined together once again – or maybe this is the first time.
In certain points around of the gallery, on the floor, we come across a number of bronze sculptures obtained by pairing leaves with pieces of bark, transforming the former into sails and the latter into hulls. These simple boats are the result of an ordinary and timeless gesture: like a child’s game, but in which we acknowledge the basic sense of human art-making: the ability to discover the world by transforming it, giving spiritual form to material.
The exhibition path ends with the representation of two hands – those of an adult and a child – lying on the surface of a scanner. The image evokes the sense of childish wonder before the discovery of a beam of light, which as it slides briefly over things, mimetically captures and reproduces reality, only to then be plunged once more into darkness, like a falling star that that rapidly disappears in front of our eyes. Before the Night Falls is an invitation to look with childlike wonder at that sparkle before everything around us becomes dull once again; it’s an attempt to re-orient the gaze toward time, thinking of it not only as running out of the exhaustion of time, but as the growth of life resisting the destructive forces of time. Thus this passage from The Notebooks of Malte Laurids Brigge by Rainer Maria Rilke may be perceived as the text underpinning Sophie Ko’s exhibition:
«We pass away like this and it seems to me that people are all distracted and preoccupied and don’t pay proper attention as we go along. It’s as if a shooting star were to fall and no one saw it and no one made a wish.»
An essay by Riccardo Venturi accompanies the exhibition.
Sophie Ko was born in 1981 in Tbilisi (Georgia). Lives and works in Milan. Solo shows include: Renata Fabbri, Milan (2015, 2018 e 2023); Contemporary Locus, Bergamo (2023); PostmastersROMA, Rome (2023); Museo Marino Marini, Florence (2022); EAST Galerie, Strasbourg (2022); Galleria de’ Foscherari, Bologna (2016 e 2021–22); BUILDINGBOX, Milan (2021 e 2022); BUILDING Gallery, Milan (2020); Ca’Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Venenice (2019) e The OpenBox, Milan (2018). Recent group shows include: Palazzo Ducale di Gubbio (2022); Fondazione Malvina Menegaz, Castelbasso (2021); Albergo delle Povere, Palermo (promossa da RISO – Museo regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo) (2021); Palazzo Barbò Torre Pallavicina, Bologna (2021); MAC – Museo d’Arte Contemporanea di Lissone (2021) and Renata Fabbri, Milano (2020), among the others. In 2016 Sophie Ko won the Lissone Prize for painting.
Renata Fabbri arte contemporanea
Via Antonio Stoppani 15/c, Milano
+ 39 02 42449047, info@renatafabbri.it, www.renatafabbri.it
Orari: lunedì – venerdì 15.30 – 19.30, sabato su appuntamento
Ingresso gratuito
Immagine di copertina: Sophie Ko, Prima che la notte cada, 2023, stampa Giclée inchiostri base pigmento su carta puro cotone montato su Dibond (dettaglio). Courtesy l’artista e Renata Fabbri, Milano