
Terreno. Tracce del disponibile quotidiano
Franco Assetto, Amedeo Aureli, Yto Barrada, Gianfranco Baruchello, Gianfranco Baruchello e Henry Martin, David Blamey, Diego Carpitella, Luciano Caruso, Luciano Caruso e Giuliano Longone, Cavart, Giorgio Ceretti, Pietro Derossi e Riccardo Rosso, Continuum, Mario Cresci, Claudia Durastanti, Francesco De Melis, Formafantasma, Francesco Garnier Valletti, Luigi Ghirri, Ezio Gribaudo, Illustrazione Abruzzese, Enzo Mari, Ana Mendieta, Bruno Munari, Ramona Ponzini, Quarto di Santa Giusta Centro Multimediale, Moira Ricci, Annabella Rossi, Bernard Rudofsky, Marco Schiavone, Shimabuku, Alessandra Spranzi, Susan Sontag, Superstudio, Luca Trevisani, Nico Vascellari, Luca Vitone e tutti i creatori dei manufatti appartenenti alle Collezioni Arti e Tradizioni Popolari del Museo delle Civiltà
A cura di Lisa Andreani
Quotidiano (letter. cotidiano) agg. e s. m. [dal lat. quotidianus, cotidianus, der. di quotidie o cotidie «ogni giorno», comp. di quot «quanti» e dies «giorno»]. b. non com. Con valore neutro, ciò che appartiene alla vita di tutti i giomi.
Il MAXXI L’Aquila inaugura sabato 7 dicembre 2024 TERRENO. Tracce del disponibile quotidiano, la mostra multidisciplinare curata da Lisa Andreani che raccoglie manufatti della cultura materiale, opere d’arte, documenti fotografici e materiali editoriali, poesia, progetti di design e di architettura. Con la definizione di “disponibile quotidiano” immaginata da Gianni Celati, scrittore, traduttore e regista, si tesse il fil rouge che attraversa le sale espositive di Palazzo Ardinghelli, guidando il visitatore in un percorso dedicato al “non visto”: scene, paesaggi, e gesti del mondo quotidiano che spesso passano inosservati. Diventa così fondamentale riuscire a riscoprirli, cogliendone il valore e rivelando nuovi, possibili significati. Il terreno è indagato come risultato del processo di stratificazione, legandosi ai concetti di memoria e materialità, evocati dalle opere e dai manufatti in mostra. In una dimensione di costante innesto, si tracciano corrispondenze tra storie e oggetti apparentemente vicini, tra ordinarietà e tradizione, tra documentazione storica e invenzione: nascono così racconti e storie, non esemplari e non paradigmatiche ma fluide e mutevoli. Nelle sale del museo convivono, in un serrato e immaginifico dialogo, opere delle Collezioni del MAXXI, un ampio numero di manufatti, documenti in prestito dal Museo delle Civiltà di Roma e una nuova produzione dell’artista e compositrice Ramona Ponzini che ha realizzato un ambiente sonoro che abita tutto il percorso di mostra e che, in occasione dell’opening, è oggetto di una performance in collaborazione con gli studenti del Dipartimento di Musica Elettronica e Nuove Tecnologie del Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila.
TERRENO. Tracce del disponibile quotidiano ha ricevuto il Patrocinio del Comune dell’Aquila.
TERRENO. Tracce del disponibile quotidiano si presenta al visitatore, già dallo scalone di Palazzo Ardinghelli con la scultura sonora Down-hole, realizzata per l’occasione da Ramona Ponzini, che converte in suono i dati geologici forniti dall’Università degli Studi dell’Aquila restituendo la musicalità della stratificazione del terreno. L’opera, che si diffonde lungo tutto il percorso invita a entrare in connessione con le opere e gli oggetti presenti nelle sale esplorando le storie che custodiscono, a volte, pur nella loro semplicità. Così il gruppo di cesti di diversa provenienza, prestito del Museo delle Civiltà, ospitato nella prima delle grandi sale del Piano nobile del museo insieme a piccole fiscelle in ginestra abruzzesi utilizzate per la produzione della ricotta, è posto in relazione con Dinosaurus, una grande forma di pane con l’aspetto di un dinosauro realizzata da Ezio Gribaudo che, con una tecnica povera ma solida come la panificazione, elabora il tema della memoria evocando un passato pre-umano. L’opera è in risonanza con le parole con cui l’artista Franco Assetto descrive il pane come un oggetto scultoreo. Abitano ancora la sala i paesaggi e le figure potenzialmente extraterrene immortalate negli scatti di Moira Ricci che inducono il visitatore a indugiare con lo sguardo su paesaggi ricchi di sfumature e stratificazioni, le stesse che troviamo nel romanzo Missitalia del 2024 di Claudia Durastanti.
La Sala della Voliera, cuore del museo, ospita opere di Marco Schiavone legate all’affascinante e misterioso fenomeno delle coppelle, forme grafiche incise nel terreno presenti in diverse parti del mondo, la cui conformazione è documentata attraverso dei frottage realizzati tracciando su carta da spolvero il rilievo delle pietre incise e qui presentati.
La pluralità di lettura del concetto di terreno si esplicita intorno alla figura del vulcano, quale metafora di energie affettive, popolari e magiche, attraverso un’ampia ed eterogenea selezione di materiali. Dalle testimonianze dei progetti che Enzo Mari e il collettivo Continuum proposero per la trasformazione del Vesuvio in un Parco Culturale Internazionale come richiesto dal progetto curatoriale di Pierre Restany Operazione Vesuvio a un articolo dedicato al Museo Immaginario delle Isole Eolie allestito da Bruno Munari nel 1955 a seguito dell’esplorazione di un sito archeologico abbandonato. La terra che ribolle grazie al potere della dea Mefite nelle immagini raccolte dall’antropologa Annabella Rossi durante la sua indagine a Rocca San Felice dialoga con il repertorio canoro-strumentale dell’area vesuviana proposto da Francesco De Melis nel documentario Musiche Vesuviane Campania: Fronne, tammurriata e danza, 1995. La sala successiva presenta il pavimento in materia vulcanica composto dalla serie di piastrelle ExCinere® con cui Formafantasma interpreta la tradizione della lava vulcanica come materiale da costruzione e la manifestazione dell’attrazione viscerale tra l’uomo e il vulcano.
Sparse lungo il percorso opere che amplificano la possibilità di declinazione del concetto di terreno al quale appare, ad esempio legato anche quello di rituale indagato attraverso tre film: Cerimonia, presentato alla Triennale di Milano del 1973, da Superstudio che pone il rituale al centro della ricerca architettonica; Faux départ (False Start) dell’artista franco-marocchina Yto Barrada che svela il cerimoniale produttivo di fossili falsi e Rice di David Blamey che riprende i poetici gesti ripetuti dai contadini nelle risaie in India. La matericità dei gesti legati alla terra torna anche nel rapporto con la parola di Luciano Caruso nella serie L’origine della scrittura del 1995. Così come traspare dal lavoro di Gianfranco Baruchello con Agricola Cornelia S.p.A. progetto artistico, economico, zootecnico e agricolo sviluppato tra il 1973 e il 1981 richiamato attraverso un gruppo di opere in mostra che mettono in luce la dimensione entropica del periodo trascorso in questo contesto rurale.
A tutto il percorso è sottesa una dimensione di delicata ironia come strumento di relazione fra le opere e di lettura del quotidiano costantemente evocato: i Fossili del 2000 di Bruno Munari – manufatti quasi preistorici e moderni in cui conservare le ultime tracce tecnologiche dell’uomo sul nostro pianeta – sono posti davanti agli amuleti del fulmine e sembrano illustrare un’archeologica dimensione di conservazione di potenziali strumenti fantastici; la seduta del Pratone di Giorgio Ceretti, Pietro Derossi e Riccardo Rosso condivide lo stesso animo pop-popolare dei Fiorellini di Nico Vascellari; l’opera di Shimabuku, Onion Onion, genera un immaginario semplice in cui costellazioni celesti prendono forma da cipolle; la serie di coltelli Del taglio di Luca Trevisani ricorda forme di animali che siamo soliti mangiare o tagliare e innesca una rilettura delle possibili interpretazioni di questo oggetto funzionale. Chiude il percorso Previsioni del tempo di Luca Vitone che con il suo titolo lascia il visitatore incedere nella riflessione su quanto osservato, esperito e ascoltato.
Amplia le possibilità di approfondimento del visitatore la pubblicazione edita da Viaindustrie che raccoglie una collezione di saggi e ristampe per continuare a stratificare le possibili implicazioni delle principali figure del sistema dell’arte (artisti, curatori, istituzioni) nel rapporto arte e antropologia, arte e territorio, arte e comunità.
MAXXI L’Aquila
Piazza Santa Maria Paganica 15, L’Aquila
www.maxxilaquila.art, +390632486, accoglienza.maxxilaquila@gmail.com
Orari: giovedì 9 – 13, venerdì – domenica 11 – 19.
Biglietti: 7 euro
Cover: MAXXILAquila_Installation view_TERRENO Tracce del disponibile quotidiano_Shimabuku_Illustrazione Abruzzese
Onion Orion, 2008 – Lastra di legno, cipolle. Courtesy l’artista; ZERO…, Milano
Illustrazione Abruzzese. Feste e Riti in Abruzzo, 1984 – Pescara: Veniero Luigi de Giorgi editore
Courtesy Collezione Privata
Foto Claudio Cerasoli. Courtesy Fondazione MAXXI