
Young Talents: Polymathic Nature. Step 2
Kim Nam, Chigozie Obi, Amelie Peace, Sofia Salazar Rosales
C+N Gallery CANEPANERI è lieta di presentare Young Talents: Polymathic Nature. Step 2, la seconda tappa della rassegna collettiva con una selezione di opere inedite di quattro giovani artiste internazionali Kim Nam, Chigozie Obi, Amelie Peace (dipinti) e Sofia Salazar Rosales (sculture). Il titolo vuole porre l’attenzione sulla natura poliedrica dell’espressione artistica, dove la “corporeità” e il “dialogo” rimangono aspetti centrali in tutte le opere in mostra.
Un sinonimo di “poliedrico” in tradizione anglo-sassone (“polymath”) è “L’Uomo del Rinascimento”, un termine coniato per descrivere i leggendari eruditi eclettici che hanno contribuito in modo significativo a cambiare molteplici aspetti del nostro mondo durante il Rinascimento (inteso come riscoperta della conoscenza).
L’arte contemporanea è sempre stata intrisa di un elemento poliedrico, evocando un’ampia gamma di richiami ad altri settori e campi diversi dall’arte (ad esempio, scienza, chimica, natura). La mostra sottolinea quindi come le giovani generazioni di artisti stiano imparando a pensare in modo critico e a vedere il mondo da diverse angolazioni cogliendone le sfumature. Le loro conoscenze, acquisite da diversi contesti culturali ed educativi (Korea del Sud, Stati Uniti, Nigeria, Francia, Regno Unito, Ecuador), sono in grado di attingere alle varie sfumature del corpo umano per sottolineare problemi specifici nell’ambito del tema dell’adattamento sociale e culturale e della “fisicità”, interna ed esterna.
Kim Nam (nata a Seoul in 1992, Korea del Sud, vive e lavora a New York) è un’artista multidisciplinare. I suoi dipinti sono visioni distopiche espresse dai corpi umani in un mondo immaginario e manifestano l’illusione di una società perfetta all’interno dei suoi standard e del controllo oppressivo dei (social) media. Come in ogni distopia, vediamo un luogo in cui l’umanità è disumanizzata e gli esseri umani vivono in preda all’inquietudine. Nam si concentra sull’infondere stranezza e umorismo grottesco in tematiche culturali comuni, mettendo in discussione i criteri dell’affermazione personale e le questioni legate allo sradicamento culturale di tutti gli immigrati. “I miei dipinti valutano la nozione di identità nazionale, nostalgia culturale e autoidentificazione nell’America contemporanea, attraverso lo sguardo di un estraneo percepito.” – afferma l’artista.
Chigozie Obi (nata nel 1997 a Lagos, Nigeria, dove vive e lavora). La sua opera esplora la sperimentazione di materiali multipli per raccontare storie derivate da esperienze personali/sociali e testimonia il forte interesse dell’artista per l’aspetto umano della vita, il corpo, gli standard di bellezza e la ricerca dell’accettazione di sé. L’obiettivo di Obi è creare conversazioni durature sulle persone e sulla società, sulle narrazioni culturali adottate e sul modo in cui queste influiscono sulle persone che ne fanno parte. L’artista conferma che una nuova serie di opere Notes on reaching out, presentata in mostra, “sottolinea il significato di connettersi con se stessi e con gli altri durante i momenti difficili, per evitare di perdersi nelle difficoltà.”
La pratica di Amélie Peace (nata nel 1997 a Parigi, Francia, vive e lavora a Londra, Regno Unito) indaga l’esperienza del tatto e il bisogno umano di connessione fisica. I dialoghi psicofisici dei dipinti riguardano le esperienze emotive, sessuali e di genere. L’artista esplora il significato di essere umano, fa luce su desideri e turbamenti e su come la nostra vita interiore si rifletta sul nostro corpo. Le mani sono un elemento che attrae Amélie Peace, in quanto forme che appaiono spesso nelle sue opere; esse fungono da portali che guidano lo spettatore attraverso le numerose narrazioni dei suoi dipinti. I suoi personaggi, intrecciati l’uno con l’altro, danno spesso un senso di dipendenza fisica, come se in passato avessero condiviso lo stesso corpo. I dipinti rivelano come ogni contatto con un’altra persona alteri la visione del proprio corpo.
I due nuovi dipinti in mostra, My Heart e A Shark and Three Crows, sono entrambi potenti dialoghi con noi stessi. “My Heart raffigura due figure fuse insieme… sono due facce della stessa medaglia, raffiguranti due facciate distinte dell’amore. Interagendo all’interno di uno spazio simile a una nuvola, i segni acquosi che li circondano suggeriscono l’idea di impermanenza. A Shark and Three Crows: iniziato come trascrizione del dipinto ‘Dog Woman’ di Paula Rego del 1994, poi un viaggio per l’artista come fantasia autoprofetica. I tre corvi hanno un forte simbolismo, fanno riferimento alla trasformazione ea un cambiamento spirituale o emotivo”, dichiara Amelie Peace.
Sofia Salazar Rosales (nata nel 1999 a Quito, Ecuador, vive a lavora a Parigi, Francia) dichiara che la descrizione del suo lavoro potrebbe essere sintetizzata come “corpi stanchi dopo un lungo viaggio che cercano di mettere radici”. Il suo interesse si focalizza “sul potenziale insito negli oggetti, in quanto essi possono rivelare contesti sociali ed economici, in particolare quelli che riguardano il trasferimento di uomini”. I lavori di Salazar Rosales si nutrono di materiali ricorrenti, come imballaggi per usi diversi che “evocano la memoria del viaggio, la resistenza al peso e il senso di protezione”.
“Ho un rapporto affettivo con gli oggetti che costruisco: io e gli oggetti dialoghiamo insieme intorno a questa convinzione: Non siamo solo sentimentali, ma anche contestuali”, – nota l’artista. Ci sono due nuove sculture presentate alla mostra. “In generale nel mio lavoro sono interessata al rapporto tra l’esportazione di alcuni prodotti agricoli e la modernizzazione con il cambiamento dei materiali da costruzione. Cerco anche di fare una conversazione tra industriale e artigianale. Ad esempio, in Grandma, una stuoia solitamente tessuta a mano con fibra vegetale, è ricavata da uno stampo e dialoga con Quando lo scheletro assiale decide di parlare, rappresentazione di una trave industriale realizzata senza misure, senza stampo. Entrambi i corpi / oggetti fisici sembrano essere fossilizzati o dal carbonio dandogli un’apparenza di pesantezza o dal vetro, di leggerezza.” – dice l’artista.
C+N Gallery CANEPANERI Genoa-Milan
Foro Buonaparte 48, Milano
+39 0236768281, www.canepaneri.com, info@canepaneri.com
Orari: martedì – venerdì 10:00 – 18:00
Ingresso gratuito
Copertina: Amelie Peace, “A Shark and Three Crows”, 2023.Acrilico su tela 170 x 150 cm