Meno di dieci anni fa Neil Gaiman pubblicò un racconto con suggerimenti su cosa fare se ci si trova ad avventurarsi in un mondo sconosciuto. C’é una casa da trovare, un cancello da aprire, un fitto bosco da attraversare, e poi una serie di accorgimenti:
Il mondo su cui Gaiman offre suggerimenti è una fiaba. Eppure quei consigli suonano utili anche in questo mondo, che di fantastico sembra avere ben poco. I racconti fantastici sono spesso relegati ad un rango inferiore rispetto alla narrativa tradizionale perché considerati mondi a sé stanti, spazi per sognatori, lontani dai problemi reali. Tuttavia, come insegna G.K. Chesterton, “Le favole non servono a dirci che i draghi esistono. Le favole servono a ricordarci che i draghi si possono vincere”. I draghi esistono? La mitologia dice di sì, specialmente se si ragiona sul piano allegorico. Come ricorda Joseph Cambpell, il drago nella mitologia occidentale è l’allegoria dell’egoismo, dell’avidità, della chiusura verso il mondo. “I draghi sono creature che vivono in caverne a guardia di denaro e giovani donne. Ma non sanno cosa farsene né dei denari, né delle donne”. Per questo sconfiggere il drago è importante. Farlo significa aprirsi al mondo, scoprirlo, immergervisi.
Lascia alle spalle il mondo che conosci e avventurati nelle profondità della terra o sulle sue alture. Là capirai qual è la missione da svolgere nel tuo mondo. Ti chiederai se rimanere lí, lasciandoti il mondo alle spalle, o ritornare nel mondo con quella conoscenza e seguirla – Il Potere del Mito, Joseph Campbell
Sono viaggi e battaglie di questo tipo quelli raccontati nel libro di Ursula Le Guin, Terramare. I quattro atti di questa splendida saga immergono il lettore in un mondo completamente alieno e attraverso le avventure dei suoi eroi, lo guidano verso la distruzione del drago. Quattro episodi che sembrano ricalcare magistralmente le quattro fasi della vita che Dante spiega nell’ultimo capitolo del Convivio: la crescita e scoperta di se stessi, il nuovo rapporto con gli altri, la maturità, il ritorno verso la terra.
Dante – Prima fase della vita: crescita ed adolescenza – Terramare: Il Mago di Terramare
Il Mago di Terramare, primo atto del racconto, presenta il giovane protagonista, Ged. Un ragazzo che scopre i suoi poteri e la sua natura, che impara le arti magiche ma che, come un drago, vorrebbe tenere tutto solo per sé. Sarà la sua incapacità di gestire il potere, l’ignoranza nei confronti della complessità della natura, il suo orgoglio, la sua presunzione, a liberare il mostro che lo sfregerà ed ossessionerà. Tra magie, trasformazioni, sfide, il demone e Ged, si rincorrono, svelando gli angoli nascosti dell’arcipelago di Terramare. Solo quando il giovane mago decide di voltarsi ad affrontare a viso aperto la propria ossessione, il proprio demone, solo quando prende coscienza della sua natura più oscura, e l’accetta, finalmente si libera del drago ed è libero di muoversi nel mondo.
Un uomo che conosce profondamente se stesso non può essere usato o posseduto da nessun altro potere se non il proprio. Anche la sua vita, di conseguenza, è vissuta per la gioia stessa di vivere, e non sarà mai al servizio della rovina, odio, dolore o oscurità
Dante – Seconda fase della vita: affermazione del proprio ruolo nella società, coraggio, amore – Terramare: La tomba di Atuan
Ne ‘La tomba di Atuan’ la Le Guin sposta l’attenzione su Tenar, co-protagonista della saga. La questione femminile è stata uno dei temi più cari alla Le Guin nel corso di tutta la sua carriera, e il racconto di Terramare non fa che confermare questa posizione. Lasciandosi alle spalle il piano letterale e strettamente legato alla narrazione fantastica, è, infatti, impossibile non leggere in questo racconto un processo di forte autoaffermazione femminile. Strappata dalle braccia della famiglia da piccola, ‘eletta’ a regina delle tombe, Tenar è stata educata a crescere in un ruolo definito da altri, che la voleva serva e schiava di poteri oscuri ed invisibili. Quello era il ‘suo’ ruolo, l’unico che conosceva e che, nonostante alcune perplessità, si ostinava a coprire. L’arrivo di Ged nel labirinto delle tombe, di cui lei era sovrana, mette in dubbio i dogmi che la rendevano una finta regina, e le fa voltare le spalle alla sua prigionia. Mentre un potente terremoto inghiottisce il suo passato, Tenar, al fianco di Ged, si dirige verso la sua nuova vita, in cui il suo ruolo nel mondo è quello che lei si sceglierà, al fianco di chi lei, sola, ha scelto.
In quel luogo il tatto ero il solo mezzo per orientarsi; non era possibile vedere la via; se non per mano a qualcun altro. […] Quello che aveva iniziato ad imparare era il peso della libertà. La libertà è un macigno pesante, un peso che deve sostenere lo spirito. Non è semplice. Non è un dono, ma una scelta consapevole, che può essere molto dura
Dante – Terza fase della vita: saggezza, insegnamento, guida – Terramare: Il signore dei draghi
Uno degli aspetti probabilmente più interessanti delle stagioni della vita che Dante presenta nel Convivio è vedere nell’età matura – tra i 45 e i 70 anni –l’inizio di quel percorso in cui si mettono in pratica gli insegnamenti e le conoscenze acquisite nel corso della vita, in cui ci si rende guida di una comunità. È in questa cornice che nel terzo racconto della saga, Il signore dei draghi, riappare Ged, che da leader dei maghi si incammina verso la sua nuova avventura per trovare la fonte della piaga che sta togliendo la magia dalle terre di Terramare. E non lo fa da solo, ma sceglie la compagnia di un giovane ragazzo, privo delle arti magiche, ma con una natura onesta e giusta, che tuttavia ancora stenta a conoscere. Insieme, guida e allievo, si addentreranno nelle profondità della psiche, nell’inconscio, nel mondo al-di-là dei mondi, per sconfiggere il nemico e riportare il regno di Terramare alla pace. Un viaggio attraverso cui il giovane allievo troverà se stesso e potrà incamminarsi da solo verso il suo futuro, ma che costerà tantissimo a Ged. È durante questa avvenuta che il grande mago si ritroverà così cambiato, così stanco, così esaurito, da non riconoscersi più.
Erano guariti dal dolore e dalla vita […] e non l’aveva fatto per sé ma per noi tutti
Dante – Quarta fase: tornare a casa, guardare con gratitudine ciò che è stata la propria vita, riunirsi – Terramare: L’isola del drago
Nelle Caverne Elephanta in India c’è un enorme bassorilievo che ritrae il viso del Buddha. Alla sua destra e sinistra due profili, uno femminile, l’altro maschile, una simbologia che suggerisce che la forza unica all’origine dell’universo racchiude in sé la somma degli opposti. La fine del viaggio, l’ultima età della vita, come ricorda Dante, è un ritorno all’origine, un volo verso l’unità. L’isola del drago, ultimo capitolo della saga di Terramare, segna questo ritorno. Nell’alternanza tra eroi ed eroine, l’ultimo racconto vede Tenar di nuovo protagonista di un intreccio di incantesimi, forze oscure, maledizioni e misteri. Ma questo ultimo capitolo vede anche il ritorno del mago, la loro riunione e la loro ultima avventura insieme prima di riprendere quel sentiero che Neil Gaiman suggerisce di imboccare per tornare a casa. Perché una volta che si è di fronte a quella casa, quella da cui si è giunti e da dove è iniziato tutto, la si riconosce subito. E quello è il tempo di tornare, o di costruirsi un nuovo covo, o di riposarsi.
“Credo che potremmo vivere qui” disse Tenar
Se è vero, quindi, che la letteratura fantastica è un mezzo per raccontare il mondo reale attraverso l’irreale, Terramare ne è certamente uno degli esempi più lampanti, al punto da commuoversi scoprendo le mille chiavi di lettura che le vicende di Ged e Tenar nascondono e svelano agli occhi più attenti. Alternando riflessioni, avventure, magia, ombre e mondi al di là dell’immaginazione, la Le Guin ci parla di spiritualità, crescita, femminismo ed amore. E se Gaiman – che della Le Guin è stato sempre allievo ed estimatore – nella sua filastrocca suggerisce di non dimenticare mai il proprio nome, è perché il primo passo per essere maghi, per controllare le energie della natura, è quello di imparare il vero nome delle cose. Solo in questo modo è possibile muoversi per il mondo, capirne le bellezze e imparare a gestirne le difficoltà. Solo conoscendo il vero nome della persona che si ha a fianco, è possibile tornare, finalmente, a casa.
Stefania
Immagine di copertina: Watchers in the wood. Familiar, by Dorcas Casey, on display at the “Broomhill Arts Hotel” – Broomhill Arts and sculpture foundation CIC; Photo: Neil Moralee – CC BY-NC-ND 2.0
References: Neil Gaiman, Fragile Things – Joseph Cambpell, the Lectures of Joseph Campbell, available on Spotify – Il Potere del Mito, Joseph Campbell – Dante, il Convivio
Nota: tutte le citazioni sono state tradotte dall’autrice.