Dott.ssa Danielle Abdon
Una visita a Lisbona oggi non è completa senza una gita nel vicino quartiere periferico di Belém (Betlemme), che i viaggiatori possono raggiungere con un pittoresco tram di 25 minuti dal centro della città. Tra le principali attrazioni? Forse una panetteria, Pastéis de Belém, nota per essere specializzata nell\’originale pastéis de nata, una torta alla crema inventata nel vicino Mosteiro dos Jerónimos (Monastero dei Geronimiti), la seconda attrazione da non perdere nella zona.
Dopo aver visitato il monastero e essersi spostati verso il fiume Tago, i visitatori iniziano gradualmente a vedere la Torre, che sorge all\’orizzonte come se emergesse dall\’acqua. Insieme alla badia, rimane uno dei principali simboli dell\’espansione del Portogallo durante la cosiddetta età delle esplorazioni (a partire dalla metà del XV secolo), quando gli europei viaggiavano sempre più di frequente per espandere la loro conoscenza e il loro controllo su risorse, persone e terre.
La Torre di Belém celebra la spedizione guidata dal navigatore Vasco da Gama, che nel 1497-1498 stabilì una rotta commerciale marittima dal Portogallo all\’India. È anche conosciuta come la Torre di Saint Vincent, in onore del santo patrono di Lisbona.
Essa si trova dove il fiume (il più lungo della penisola iberica) incontra l\’Oceano Atlantico. I marinai arrivavano o partivano da Lisbona dalla spiaggia di Belém (Praia do Restelo), che offriva riparo dai forti venti atlantici.
Nel XV secolo, l\’Infante Dom Henrique, noto oggi come principe Enrico il Navigatore, costruì sulla spiaggia una piccola cappella dedicata a Santa Maria do Restelo (detta anche Santa Maria de Belém), e si ritiene che Vasco da Gama e alcuni membri del suo equipaggio abbiano pregato lì prima di partire per l’India. Quando divenne più popolare, la cappella si trasformò in una parrocchia, e alla fine fu incorporata dal Monastero dei Geronimiti (la costruzione iniziò nel 1501–02). Concepito da Dom Manuel come pantheon per la sua dinastia, il monastero ospitava monaci, tra i cui compiti vi erano di pregare per l\’anima del re e per i marinai che lasciavano Lisbona. Finanziato principalmente dalle entrate del commercio marittimo portoghese con l\’India, il monastero sarebbe diventato il simbolo del nesso tra l\’espansione portoghese e il regno di Dom Manuel, nonché del potere del monarca.
La Torre di Belém: bastione e torre
Lo scopo della Torre era quello di proteggere l\’ingresso del porto di Lisbona, sommandosi a un gruppo più ampio di preesistenti strutture difensive. Queste includono il Forte di São Sebastião da Caparica e la Torre di Santo António a Cascais, commissionati entrambi da Dom João II alla fine del XV secolo. Posizionati l\’una di fronte all\’altra, la Torre di Belém e il Forte di São Sebastião da Caparica consentivano di sparare da ambedue le sponde del Tago, preservando la città dai potenziali invasori. La Torre fungeva anche da punto di controllo doganale e sanitario per chi era diretto a Lisbona. Scrivendo nel XVI secolo, il cronista portoghese Damião de Góis affermò che la torre era stata progettata in modo che \”nessuna nave potesse passare senza essere vista\”. [1]
Nonostante l\’insabbiamento, questa architettura alta 98 piedi ha mantenuto la sua struttura originale, in due parti. Realizzato in pedra lioz, una pietra calcarea locale ampiamente utilizzata in Portogallo durante quei secoli, il complesso presenta un bastione esagonale composto da una terrazza e da un livello inferiore, nonché la torre rettangolare, alta cinque piani. La combinazione della torre (struttura militare medievale) con il bastione (di tipo rinascimentale) riflette una fase di transizione nell\’architettura portoghese del periodo.
Il livello inferiore del bastione mostra una grande volta a ventaglio e 17 aperture per i cannoni. I sotterranei, al di sotto di esso, servivano per immagazzinare la polvere da sparo e, dal 1580 in poi, fungevano anche da prigione.
Ci sono torri di guardia in ciascuno degli angoli della terrazza. Una croce stilizzata poggia alla sommità di ogni torretta e decora i parapetti merlati (muri bassi punteggiati da fenditure) del complesso. La croce sottolineava il ruolo di Dom Manuel come Gran Maestro dell\’Ordine di Cristo, incarico ricoperto ugualmente da Enrico il Navigatore dal 1484 (fino alla sua morte nel 1521). Derivato dai Cavalieri Templari, una congregazione cattolica armata aderente alle Crociate, questo ordine militare aiutò a finanziare i viaggi portoghesi e, di conseguenza, la loro croce fu raffigurata sulle vele delle navi e divenne un simbolo delle esplorazioni lusitane.
Al centro della terrazza sul bastione, i visitatori possono affacciarsi in basso verso un piccolo cortile interno. Il cortile potrebbe essere stato progettato per la ventilazione, per dissipare il fumo creato dal fuoco dei cannoni. Alla fine del XVI secolo era coperto, ma è stato liberato quando sono stati effettuati i lavori di ristrutturazione al termine del 1800. L\’apertura è circondata da un muretto decorato da pinnacoli e colonne che sostengono sfere armillari (sfere celesti), un importante strumento nautico del periodo, e emblema personale di Dom Manuel. Un\’immagine nel Liber Missarum del re mostra una sfera celeste dietro l’effigie del sovrano inginocchiato, proprio come quelle della Torre. Una statua della Vergine con Gesù Bambino svetta al centro del muretto, rivolta verso il fiume, come se le due figure stessero vegliando sui navigatori e sul Tago.
I cinque livelli della torre sono collegati da una scala a chiocciola (all\’interno), con la Sala do Governador (Sala del Governatore) al primo piano. Il nome della stanza fa probabilmente riferimento all\’esistenza, nel XVI secolo, della carica di Governatore della Torre come rappresentante reale in loco, con autorità amministrativa, giudiziaria e militare.
In questo ambiente un pozzo allacciato ad una cisterna forniva acqua all\’edificio, come si evince dai segni di corda sulla pietra, e da qui si può accedere a due ulteriori torri di avvistamento. Nel 1519 iniziò nelle vicinanze la costruzione della Casa do Governador da Torre de Belém (Casa del Governatore della Torre di Belém), la nuova residenza per l\’ufficiale.
Al secondo piano si trova la Sala dei Re (Sala dos Reis), il cui nome deriva dalla credenza che i monarchi preferissero osservare le navi sul fiume dalla loggia esposta a sud. Sul pavimento di quest’ultima, otto caditoie (aperture del pavimento) fornivano protezione da possibili invasori: attraverso di esse si potevano lanciare oggetti, acqua bollente, o addirittura sparare. La camera dispone anche di tre balconi, su ciascun lato della torre. All\’esterno, guardando la terraferma (nord), si possono vedere le statue di San Vincenzo, patrono della torre e di Lisbona, e dell\’Arcangelo Michele.
La Sala delle Udienze, al terzo livello, veniva utilizzata per le riunioni, e è dotata di un camino.
Al quarto piano, la Cappella è caratterizzata da una spettacolare volta a tierceron (volta con nervature interconnesse) decorata con sfere armillari, con lo stemma di Dom Manuel e la croce dell\’Ordine di Cristo. Un\’altra terrazza corona la struttura, offrendo una vista mozzafiato sul Tago.
All\’esterno, gli ultimi due livelli sono evidenziati da merlature, che contribuiscono a dare alla torre l\’aspetto di fortezza, e ne sottolineano le funzioni difensive.
Lo stile manuelino
La Torre di Belém è uno dei migliori esempi dello stile manuelino, comune all\’inizio del XVI secolo in Portogallo. Questa tendenza, che si diffuse non solo in tutto il Portogallo ma anche nel suo impero, incorporava elementi gotici locali e elementi rinascimentali italiani. Nel colonnato esterno ad esempio, gli archi a tutto sesto poggianti su colonne evocano l\’architettura italiana contemporanea; il balcone è simile a quello della Ca’ d\’Oro a Venezia, e il porticato assomiglia alla chiesa di Santo Spirito a Firenze. Tuttavia, volte a costoloni, colonne sottili, doccioni e trafori sui parapetti, seguono il linguaggio gotico tradizionale lusitano del 1400. Anche nella struttura, che combina componenti medievali (la torre) e rinascimentali (il bastione), la Torre di Belém offre una miscela delle due tradizioni.
Un\’altra importante caratteristica dello stile manuelino è la presenza di motivi marittimi. Sulla torre, in particolare sulla facciata meridionale lungo il fiume, corde intrecciate a mo’ di fregi e sfere armillari rendono visibile l\’associazione dell\’edificio con la navigazione. Intorno allo stemma di Dom Manuel, questi elementi servono a rappresentare il monarca come propulsore delle esplorazioni oceaniche del Portogallo. Più simboliche, le croci legate all\’Ordine di Cristo e trovate in tutto l\’edificio sottolineano ulteriormente il legame della struttura con il mare e l\’esplorazione.
Un rinoceronte con connessioni globali
Mentre i motivi tipici dello stile manuelino segnalano l\’espansione del potere territoriale portoghese, il muso scolpito di un rinoceronte, trovato in una delle torri di guardia, sottolinea ulteriormente i collegamenti internazionali del paese. Un rinoceronte vivente venne regalato dal sultano Muzaffar Shah II durante i negoziati per la costruzione di un forte lusitano a Diu, un\’isola al largo della costa nord-occidentale dell\’India. L\’animale è sopravvissuto al viaggio in mare di quattro mesi, prima di arrivare alla Torre nel 1515. Si pensa che questo sia stato il primo rinoceronte a giungere in Europa dai tempi dell\’Impero Romano, più di mille anni prima, diventando il simbolo delle connessioni globali del Portogallo, oltre, infine, ad essere immortalato in una stampa dall\’artista tedesco Albrecht Dürer.
Il Museo Archeologico Nazionale di Verona
L’ex Carcere di San Tomaso a Verona è oggi sede del Museo Archeologico Nazionale Il Museo Archeologico Nazionale di Verona è allestito all’interno del complesso architettonico adibito, quasi due secoli fa, a carcere e tribunale durante l’occupazione austriaca di Verona. Il sito è quello dell’antico convento dei Carmelitani Calzati (risalente al XIII-XIV secolo, poi demanializzato […]
Museo Fortuny: Palazzo Pesaro degli Orfei a Venezia
Ha riaperto a Venezia Palazzo Pesaro degli Orfei, la casa-atelier dell’artista Mariano Fortuny y Madrazo e della moglie Henriette Nigrin. L’allestimento ideato dal maestro Pier Luigi Pizzi con Gabriella Belli e Chiara Squarcina, rievoca le atmosfere di uno dei luoghi più iconici della città. Il gotico palazzo veneziano che fu dimora e laboratorio di Mariano […]
Opera House, Sydney. La photogallery
Sydney, Australia Architetto: Jørn Utzon 1957 – 1973 Fotografie di Aurelio Candido
Carnevale in Germania. La quinta stagione: giullari, musica e danze
Di Eva-Maria Verfürth I tedeschi sono noti per essere un popolo serio e disciplinato. Ma almeno una volta l’anno gran parte del paese si scatena. Ecco tutto ciò che c’è da sapere sulla più selvaggia delle feste teutoniche. Se si portassero dei perfetti novizi in una delle roccaforti del Carnevale germanico, potrebbero pensare che il […]
Dr. Danielle Abdon, \”The Tower of Belém,\” in Smarthistory, April 21, 2021, accessed November 22, 2021, smarthistory.org/tower-belem/. Questo lavoro è distribuito con licenza Attribution-NonCommercial-ShareAlike 4.0 International (CC BY-NC-SA 4.0) .
Tradotto dall’inglese per cabette.com
Immagine di copertina: Torre de Belem, 2017. Photo by Deensel (CC BY 2.0)