12 settembre 2024 h 21.30
Hole 44°29’32.7”N 11°18’40.9”E, Bologna
Performance, prima italiana
Giovedi 12 settembre 2024 alle 21.30 Xing presenta in prima italiana El Adaptador, una performance del coreografo Marco Berrettini. L’appuntamento è un nuovo Hole che si localizza in Piazza della Pace a Bologna, e fa parte di Bologna Estate 2024.
ll coreografo Marco Berrettini e la danzatrice Nastassja Tanner hanno opinioni differenti – anche molto differenti – su parecchi argomenti, forse perché appartengono a generazioni diverse. Tutto questo è al servizio di una performance che cerca uno stato di crisi, di tensione, simile alla corrida. Se il coreografo trae ispirazione da questa tradizione sempre più controversa, la sua intuizione nasce soprattutto dai cambiamenti che osserva come uomo bianco cis** etero nella nostra cultura e nella nostra società occidentale che non capisce, che non capisce più. Di fronte alle contraddizioni delle relazioni umane contemporanee, come esorcizzare tutta la rabbia di un eterno disadattato che è diventato improvvisamente un boomer frustrato? Il duo Berrettini & Tanner cerca, attraverso la danza, la musica, canzoni di un cinismo disperato e scene che si dissolvono nel nulla di fatto, di oltrepassare questo crinale, questo confine tra due tempi, due forze opposte. E affronta con umorismo e derisione le nuove stereotipazioni. Probabilmente scopriremo danze vegane che faranno guerra alle danze carnivore, alcuni testi dovranno – senza dubbio – essere censurati dal piglio della cancel culture, altri rasenteranno l’appropriazione culturale, e questo contro ogni previsione.
“Quando ero un bambino e circolavano le barzellette su ebrei, italiani, americani, turchi e tedeschi non pensavamo che alterassero il nostro senso comune. Come dice il filosofo Jiddu Krishnamurti: “L’osservatore è l’osservato.” Ciò presuppone che siamo sia quelli che si prendono gioco degli altri, sia quelli che ne sono oggetto a loro volta. Certo, il razzismo esisteva, ma stranamente sapevamo distinguerlo, perché il razzismo non aveva umorismo. Ed è così che sono cresciuto, con l’idea che senza umorismo qualsiasi argomento presto appariva sospetto. Oggi non si parla più di scherzi. È tutto il comportamento umano che viene messo in discussione. El Adaptador corrisponde al desiderio di materializzare le osservazioni che ho potuto fare negli ultimi anni. Ho osservato cambiamenti anche nel mondo della danza, in particolare nel modo in cui si giudicano i lavori, non solo in base all’estetica ma anche nei rapporti tra le persone e infine attraverso gli assi tematici e ideologici attualmente considerati legittimi nel mondo dello spettacolo dal vivo. Questi cambiamenti non sono specifici del mondo della danza, si stanno verificando più in generale anche nella nostra cultura e società occidentale. È una rete vasta dove una nuova morale, una certa isteria senza precedenti, generano contraddizioni particolarmente violente, creando nodi sempre più tenaci e difficili da sciogliere. Questo ha gradualmente creato in me una frustrazione, che esorcizzo in El Adaptador.” (Marco Berrettini)
El Adaptador si ispira all’immagine del Matador. Spiega Marco Berrettini: “Ho la sensazione che il Matador, soggetto centrale della Corrida con il toro sacrificato, illustri bene l’idea di contraddizione che punteggia il mio progetto. Il Matador, simbolo dell’eroe, è da diversi anni oggetto di forti critiche: sempre più voci si levano per denunciare questo spettacolo ancestrale che ricorda i giochi romani del Colosseo. Onoriamo il coraggio del Matador mentre deploriamo l’inevitabile sacrificio del toro. Sono molte le persone che trovano nella Corrida una profonda bellezza, ma la cui crudeltà è sempre più scioccante. Ciò che mi preoccupa di questo fronte anti-corrida è che consumiamo ogni giorno milioni di animali allevati in condizioni terribili senza che la maggioranza chieda un boicottaggio. D’altra parte, la lotta del Matador con il toro e il massacro in cui si conclude lo spettacolo sono diventati un’immagine insopportabile. Come se il confronto con la realtà fosse molto più doloroso della consapevolezza del massacro di milioni di polli, maiali, bovini e altri animali dediti al consumo, e che avviene nella perfetta invisibilità delle campagne, mentre l’arena si trova proprio nel il centro di una città. Come opera il nostro spirito di censura? E come affronta il Matador queste crescenti critiche? Sarebbe pronto ad abbandonare questa tradizione profondamente radicata nella cultura spagnola a favore del modernismo dell’ideologia ‘woke’ verso le ingiustizie sociali?”
“Society mediates between an intolerably strict morality on the one hand and a dangerously anarchic permissiveness on the other, by virtue of a tacit agreement by which we are authorized to break the rules of the highest morality. strict, provided it is done calmly, discreetly. Hypocrisy is the lubricant that allows society to function pleasantly…” (Janet Malcolm)
El Adaptador coreografia Marco Berrettini in collaborazione con Nastassja Tanner
performers Marco Berrettini, Nastassja Tanner
musiche Marco Berrettini, Milena Keller, in collaborazione con Samuel Pajand
costumi e accessori Severine Besson
scena *Melk Prod.
luci Bruno Faucher
produzione *Melk Prod.
coproduzione Arsenic Centre d’art scénique contemporain Lausanne (CH), Grütli – Centre de production et de diffusion des Arts Vivants Genève (CH)
col sostegno di Loterie Romande, Fondation Ernst Göhner, Città e Cantone di Ginevra, Pro Helvetia, the Swiss Foundation for Culture
Marco Berrettini, coreografo italo-tedesco, vive e lavora a Ginevra. All’età di 15 anni, in Germania, è stato campione nazionale di disco-dance. Formatosi come danzatore alla London School of Contemporary Dance e alla Folkwangschulen di Essen con Pina Bausch, ha studiato scienze teatrali, etnologia europea e antropologia culturale. Il suo percorso di interprete è tanto eterogeneo quanto lo sono le fonti che ispirano le sue coreografie. Ha danzato in una compagnia jazz, in un corpo di balletto classico e nelle compagnie di danza contemporanea di Georges Appaix, François Verret, Noémie Lapsezon. Nel 1986 fonda la compagnia Tanzplantation, ribattezzata nel 2000 *Melk Prod., con cui ha all’attivo circa trenta creazioni. Per diversi anni ha diretto la sezione Movimento di La Manifacture – Haute Ecole de Théâtre e de Danse de Suisse romande a Losanna, e dal 2023 dirige l’ATLAS program al Impulstanz Festival di Vienna. Oltre alle proprie produzioni e alle collaborazioni trasversali con artisti come Martine Pisani, Jan Kopp, Jonathan Capdevielle e Jérôme Marin (Music all, 2021), ha creato coreografie per ensemble tra cui il Ballet de Lorraine – CCN di Nancy (Songlines, 2023). Berrettini ha ricevuto il Swiss Dance Prize nel 2018 e 2022. Artista temerario e non sottomesso a norme e convenzioni, promulgatore di una ‘danza per tutti’ e contro lo ‘spettacolarmente corretto’, segue la massima di Nietzsche: bisogna danzare la vita.
Hole 44°29’32.7”N 11°18’40.9”E
Piazza della Pace – Bologna
Ingresso gratuito