Fino al 07 dicembre 2022
ADEC ARTE, Milano
ADEC ARTE è lieta di presentare la mostra dell’artista, fotografa albanese Nerina Toci, “Geometrie dissolute”, a cura di Davide Di Maggio.
E’ arte universale quella di Nerina Toci, teatro della rappresentazione che agita lo spazio e scuote il tempo. L’ambiente delle vetrine, da costruire e plasmare, diviene il luogo dove le opere di Nerina Toci si confrontano con il mondo esterno in un incrocio di relazioni più accessibile e fruibile in qualsiasi momento della giornata.
Il lavoro dell’artista albanese è sostenuto da un immaginario che svolge una funzione dirompente, quella di fissare nella sosta lunga dello stupore e della contemplazione, l’occhio esterno di chi le osserva. La geometria, il corpo e la natura, sono tre punti fondamentali nel lavoro della fotografa albanese, e la selezione pensata per questa mostra, segue una sottile linea d’ombra. La linea d’ombra che divide le fasi della vita, la bellezza dalla banalità, il reale dall’effimero, la vita dalla morte.
Esiste una metafisica nel lavoro di Nerina Toci, che lascia transitare la nostra voglia di entrarci. Il nostro occhio assedia la sua immagine, ne corteggia le fattezze, ma senza mai potere entrare in contatto con il suo movimento, quel movimento interiore che ne ha fondato la presenza. La verità del suo lavoro è intesa come presenza lampante e irrefutabile, tangibilmente ostentata allo sguardo esterno dell’arte ed anche a quello interno dell’artista stesso. Il suo lavoro dunque non è l’effetto di una perizia semplicemente mentale, di un sapere razionale e trasmissibile all’infinito, ma è il risultato di una catena di associazioni, tra lucidità e abbandono, è il risultato di una concitazione creativa, che attraversa il campo fantastico dell’artista e la mette nelle condizioni di poterne divenire il tramite.
Grazie a quella che può essere considerata la funzione primaria dell’arte, Nerina Toci ci dimostra che il mondo nel quale vorrebbe vivere esiste davvero. Non più un’arte solo esistenziale, autoreferenziale o che rappresenti la realtà, ma un’arte che duri nel tempo, navigando incolume nei mari in tempesta dei cambiamenti delle società, delle epoche e del pensiero.
Un’arte concentrata sugli aspetti essenziali, fondamentali, decisivi del pensiero universale, e ciò comporta un’intensità che non è presente nella realtà quotidiana un’intensità, priva di compromessi, che rappresenta in realtà la Vita, la vita vera, autentica, reale.
Nella vetrine, grazie ai suoi lavori, spazio, tempo e vita agiscono dalla profondità determinando un senso di armonia, di scambio reciproco, di tensione sequenziale verso la leggerezza, la sopportazione dell’essere, che si muove in uno spazio in cui le cose possono essere ripensate nuovamente, appunto lo spazio dell’arte. Nerina Toci ricrea un giardino, dove piantarvi delle esperienze ed estirparne altre, tenendo sempre aperti gli accessi, perché non ci venga a mancare quando ne avremo bisogno.
Nerina Toci nasce a Tirana il 21 gennaio del 1988. Nel 2015 inizia a fotografare prediligendo il bianco e nero. Ha esposto in Italia, Albania, Cile e in Francia. Nel 2016 vince il premio “Guido Orlando – Premio fotografico Peppino Impastato” e nello stesso anno le mostre personali: “La fotografia media i conflitti”, alla Casa delle Culture, sede di Navarra Editore, a Capo D’Orlando, Nuk Behet, presso lo spazio Loc. Nel 2016 ha la prima personale all’estero, “Imazhi eshte e vetmja kujtes qe une kam”, al Concord Center Galeri di Tirana. Dal 2017 inizia il ciclo di mostre personali in Cile, “Buscandome”, all’Istituto Italiano di Cultura a Santiago e a La Sebastiana Museo Pablo Neruda di Valparaiso. Il ciclo di mostre in Cile continua nel 2018 con le mostre al Museo Gabriela Mistral Vicuna e al Museo Historico Gabriel Gonzales Videla La Serena. Nel 2017 esce anche il suo primo libro “L’immagine è l’unico ricordo che ho”, edito da Navarra Editore, con la prefazione di Letizia Battaglia. Le collettive continuano nel 2019 , con la mostra “Visionari”, al Centro Internazionale di fotografia a Palermo, diretto da Letizia Battaglia. Nello stesso anno cura con Davide Di Maggio, la mostra “Il corpo è un livido” a Palazzo Ducale a Massa. Nel 2020 partecipa alla collettiva in Francia, “La Face Autre de l’Autre Face” al MUC, Musée Urbain Cabrol di Villefranche de Rouergue e alla Fondazione Mudima di Milano. Nel 2020 esce il suo secondo libro “Un seme di collina” edito da Fondazione Mudima, con i testi di: Davide Di Maggio, Achille Bonito Oliva, Lorand Hegyi, Dominique Stella, Andrea Lissoni, Lisetta Carmi. Nel 2022 partecipa alla collettiva “Resurrection” allo Spazio 21 a Lodi. Nel 2022 espone a Palazzo Ducale a Massa, “Il nero come luce possibile”. Nello stesso anno esce il Tabloid, casa editrice 89 Books. Collabora con la rivista indipendente di poesia e di cultura NiedernGasse
ADEC ARTE
Via Edmondo De Amicis 28, Milano
Orario: tutti i giorni H24