I sei Distretti culturali dell’area metropolitana di Bologna ospiteranno 6 artiste e artisti dal 13 febbraio al 30 giugno 2023
Su iniziativa e invito del Comune e della Città metropolitana di Bologna, l’innovativa esperienza del Nuovo Forno del Pane, nata al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Settore Musei Civici Bologna nel 2020 per far fronte all’emergenza Covid-19 e supportare gli artisti offrendo loro uno spazio di produzione, si è aperta al raggio più ampio dei sei Distretti culturali della Città metropolitana. La Città metropolitana di Bologna diventa una diffusa città creativa e culturale.
La possibilità di vivere, lavorare, produrre opere, interagire con il territorio, dar vita a progetti artistici individuali e condivisi, è stata, infatti, estesa dall’ambito esclusivamente cittadino al raggio più ampio di sei Comuni degli altrettanti Distretti culturali della Città metropolitana pubblicando un avviso pubblico finalizzato alla selezione di sei artiste, artisti o collettivi artistici destinati a risiedere e lavorare in strutture messe a disposizione nei Comuni dei sei Distretti culturali.
I 6 vincitori dell’avviso, che si è chiuso il 9 gennaio scorso con 126 candidature provenienti da tutta Italia, sono stati selezionati da una commissione presieduta dal direttore del MAMbo e composta da membri esperti interni allo staff del museo.
Il progetto – che rientra nelle azioni di Officina Creativa per Bologna, percorso di creazione del sistema culturale metropolitano promosso da Comune e Città metropolitana di Bologna, con il supporto di Fondazione Innovazione Urbana – offre la possibilità di creare una rete in grado di valorizzare le ricerche artistiche più contemporanee e divenire il connettore tra le diverse realtà già attive sul territorio metropolitano e le artiste e gli artisti che operano in Italia.
Le artiste e gli artisti selezionati e i luoghi in cui lavoreranno in residenza sono i seguenti:
Lorena Bucur (Cremona, 1996) – Distretto culturale Pianura Ovest: San Giovanni in Persiceto, Convento di San Francesco;
Beatrice Favaretto (Venezia,1992) – Distretto culturale Reno Lavino Samoggia: Casalecchio di Reno, Montagnola di Mezzo;
Valentina Furian (Venezia,1989) – Distretto culturale Savena – Idice: San Lazzaro di Savena, 10Lines e Kappa NÖUN;
Giorgia Lolli (Reggio Emilia, 1996) – Distretto culturale Pianura Est: Budrio, Le Torri dell’Acqua;
Lorenzo Modica (Roma, 1988) – Distretto culturale Appennino Bolognese: Castiglione dei Pepoli, Municipio di Castiglione dei Pepoli;
Davide Sgambaro (Cittadella, Padova, 1989) – Distretto culturale Imolese: Imola, Centro d’Arte Novella Guerra.
Artiste ed artisti sono stati selezionati sulla base della documentazione presentata, tenendo in particolare conto il portfolio, la lettera motivazionale e l’idea progettuale, secondo parametri legati a fattibilità, originalità e impatto della proposta sul sistema culturale metropolitano.
Durante il periodo di residenza, saranno coinvolti in approfondimenti dedicati alle loro ricerche individuali, in un’ampia attività relazionale fatta di studio visit, conversazioni, open studio, relazioni pubbliche sui progetti realizzati, oltre a un programma pubblico di workshop e conferenze. Particolare attenzione sarà riservata alla creazione di un programma di auto-apprendimento, concepito dagli artisti insieme allo staff del museo, al fine di condividere collettivamente nuove pratiche, conoscenze e desideri.
Prima dell’inizio del periodo di permanenza, ai 6 vincitori viene offerta l’opportunità di conoscere i servizi e le vocazioni del territorio e dei sei Distretti culturali, grazie a un accompagnamento mirato realizzato in collaborazione con Bologna for Talent, il servizio della Città metropolitana di Bologna dedicato allo sviluppo di progetti per l’attrazione e la valorizzazione dei talenti.
Le attività saranno divulgate e promosse tramite i canali di comunicazione dei soggetti coinvolti nel Nuovo Forno del Pane Metropolitano Outdoor Edition, mentre le opere e i progetti eventualmente prodotti da artiste e artisti rimarranno di loro proprietà. La rete dei Distretti culturali sarà parte attiva nel costruire occasioni di scambio e collegamento con il territorio cittadino e metropolitano.
Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition è a cura di Lorenzo Balbi, Caterina Molteni e Sabrina Samorì ed è coordinato da Giulia Pezzoli.
In occasione del progetto è stata ideata una nuova identità visiva a cura di Giulio Ferrarella. A partire da una rielaborazione delle ciminiere del MAMbo, che avevano caratterizzato l’immagine creata da Aldo Giannotti per la prima edizione, è stato realizzato un nuovo logo lineare e tipografico che rafforza simbolicamente l’idea di produzione, alla base del Nuovo Forno del Pane.
Lorena Bucur (Cremona, 1996) vive e lavora a Bologna. Si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna e l’Académie Royale des Beaux-Arts de Bruxelles. Nel suo lavoro i temi di maggior interesse sono di carattere politico e sociale. Elemento e tecnica portante della sua visione artistica è la fotografia, per questa predilige l’utilizzo di macchine analogiche sovietiche, regali che ha ricevuto da parte della sua famiglia, nata e cresciuta in Romania. La sua ricerca nasce e prende forma nelle zone periferiche, per poi ricollegarsi al più movimentato spazio urbano, fatto di cemento, ferro, impalcature. Tessuti industriali impressionati con scatti del limitrofo ambiente naturale, tondini di ferro, fotografie trasferite su cemento, lamiere di alluminio che fungono da supporto, diventando forme, architetture, basi per i suoi lavori. La restituzione di questo doppio paesaggio viene da lei portata a termine sotto forma d’installazioni multimediali.
Beatrice Favaretto (Venezia,1992) nel 2015 si Laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, nel 2018 ottiene una laurea specialistica in Nuove Tecnologie per l’arte – Cinema e Video Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Pur utilizzando il video come medium principale, la sua ricerca attraversa diversi linguaggi come editoria indipendente e fotografia d’archivio, ponendo particolare attenzione a tematiche legate alla caducità del corpo e all’esperienza della sessualità. Dal 2019 la sua ricerca si focalizza sulla rappresentazione della sessualità e della pornografia nel contemporaneo e sull’utilizzo del corpo come strumento di attivismo privato ed intimo. Le sue mostre recenti includono: 2022, Nel paese delle ultime cose, a cura di Caterina Taurelli Salimbeni, NAM – Not a museum, Firenze; 2022, Poison Green, Gallerie di San Marco, Venezia; 2022, Premio Artists’ Film Italia Recovery Fund curato dallo Schermo Dell’Arte, GAMeC, Bergamo; 2021, CLAMOR, Sala Santa Rita, Roma; 2021, partecipazione ad ART CITY Bologna, a cura di Caterina Molteni e Lorenzo Balbi, Cassero LGTBI+, Bologna; 2021, PRIME TIME, a cura di Adrienne Drake, Ilaria Gianni e Maria Alicata, Fondazione smART, Roma; 2019, Indistinti Confini, Cinema Giorgione, Venezia. Nel 2021 è tra i finalisti della prima edizione delle BiennaleCollegeArte curata da Cecilia Alemani e Marta Papini. Nel 2020 ha vinto con The Pornographer il Premio Artists’ Film Italia Recovery Fund promosso dallo Schermo Dell’Arte; l’opera è entrata in collezione della GAMeC di Bergamo; ed è stata finalista al Ducato Prize 2020.
Valentina Furian (Venezia,1989) Artista visiva, si occupa principalmente di moving-images. La sua ricerca si concentra sulla relazione tra realtà e finzione posizionandosi sul margine di questa dualità. Il suo lavoro ha origine dal rapporto interspecifico tra essere umano ed essere naturale, esplora il valore del selvaggio nella quotidianità e l’addomesticamento animale e umano come forma di potere. Il suo lavoro è stato presentato in mostre collettive e personali tra le quali: 2021, Night shade, Collezione Farnesina – MAECI con Fondazione VOLUME!, Roma (solo); Auroras, Goyki3 Art Incubator, Sopot – PL (solo); Re-creatures, Mattatoio, Roma; Encounter of imagination, Pearl Art Museum, Shanghai – CN; Resisting the Trouble – Moving Images in Times of Crisis con Lo Schermo dell’Arte, Firenze; 2020, Cari Cani, UNA galleria, Piacenza (solo). Ha lavorato con realtà istituzionali e sperimentali tra le quali: Rencontres Internationales | Paris Berlin, IIC Paris (FR), Sunaparanta Center for Contemporary Art Goa, IIC Mumbai (IND), MAXXI- Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, MUSE – Museo delle scienze di Trento, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, The Blank Contemporary Art – Bergamo, Fondazione Francesco Fabbri – Treviso, Casa Capra – Vicenza, Chez PLINIO, Case chiuse, Il Crepaccio, Careof , ViaFarini – Milano, Fondazione Bevilacqua la Masa, Microclima – Venezia, Cinema Visionario – Udine (IT).
Giorgia Lolli (Reggio Emilia, 1996) si laurea in Danza Contemporanea presso Zürich University of the Arts e si sposta in Israele, completando la formazione con Kibbutz Contemporary Dance Company. Ha una collaborazione attiva come danzatrice in Finlandia per How the Land Lies, progetto di Bianca Hisse & Laura Cemin selezionato per Aerowaves 2023. Giorgia lavora con gruppi integrati ed è insegnate Dance Well, movement research for Parkinson’s in Triennale Milano, all’interno di un progetto Europeo 2022-24 coordinato da Operaestate. La sua pratica intreccia ricerca drammaturgico-coreografica e processi di comunità. Grazie alla collaborazione con Sophie Claire Annen e Vittoria Caneva nasce Eufemia, il suo primo progetto per la scena, selezionato per Anghiari Dance Hub 2020, Vetrina della Giovane Danza d’Autore 2021 e presentato negli ultimi anni in Italia, Svizzera, Portogallo e Germania.
Lorenzo Modica (Roma, 1988) ha conseguito il diploma e la specializzazione in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e un MFA presso la Slade School of Fine Art di Londra. Oltre a mostre personali e collettive in Italia e all’estero (MACRO Museo d’Arte Contemporanea di Roma, Fondazione Pastificio Cerere di Roma, Galleria il Ponte di Firenze, Institut français Centre Saint Louis di Roma, ASC gallery e Spaceship/Dungeon/Zoo di Londra, Galleria Studio G7 di Bologna, Fondazione smArt di Roma) è attualmente docente di disegno e pittura presso la John Cabot University di Roma. Tra il 2017 e il 2019 ha realizzato diversi progetti nel campo dell’educazione artistica nell’ambito delle istituzioni di salute mentale rivolte a giovani e adulti. Nel corso degli anni ha realizzato installazioni scultoree e sonore, progetti site-specific, stampe, libri d’artista, video, ponendo la pittura al centro della sua pratica e adottando un approccio sperimentale e installativo.
Davide Sgambaro (Cittadella, Padova, 1989) si è formato all’Università IUAV di Venezia, vive e lavora a Torino. Servendosi di differenti media l’artista esplora tematiche esistenziali relative alla condizione dell’individuo nel precariato contemporaneo. La sua pratica restituisce dinamiche irriverenti e di resistenza in risposta ai paradossi identitari e agli stereotipi insiti nell’ordine sociale e culturale. Tra le mostre personali: Nope, Galerie Alberta Pane, Parigi (2022); Too much and not the mood, LOCALEDUE, Bologna (2022); Feeling Fractional, 9 FrenchPlace, Londra (2022); Kiss, kick, kiss, Istituto Italiano di Cultura, Colonia (2021); Paesaggi eterni, SpazioSiena, Siena (2019); White and black stripes and a red nose, Almanac Inn, Torino (2019). Ha partecipato a numerose residenze, collaborazioni e mostre collettive in istituzioni pubbliche e private come Fondazione Bevilacqua La Masa (2015); Fondazione Spinola Banna per l’Arte (2015, 2018); Q-Rated con la Quadriennale di Roma e Castello di Rivoli (2018); GAM Torino (2018); Fondazione Monte dei Paschi di Siena (2019); Cantica 21, Ministero dei Beni Culturali, Ministero degli Affari Esteri (2020-2021); SUPERBLAST II NAM Manifattura Tabacchi (2022). Il suo lavoro è presente nelle collezioni permanenti di: MAMbo di Bologna; Fondazione CRT Arte di Torino per GAM Torino e Castello di Rivoli; Fondazione Monte dei Paschi di Siena; Manifattura Tabacchi Firenze.