10 ottobre – 28 febbraio 2021
Piazza Cavalli, Piacenza
Dal 10 ottobre al 28 febbraio 2021, piazza Cavalli, nel cuore di Piacenza, ospiterà PaladinoPiacenza, l’iniziativa, curata da Flavio Arensi ed Eugenio Gazzola, che proporrà un insolito quanto interessante confronto tra due maestri dell’arte moderna e contemporanea: Francesco Mochi da Montevarchi (1580-1654) e Mimmo Paladino (Paduli, BN, 1948).
Le statue equestri in bronzo di Alessandro e Ranuccio I Farnese, realizzate tra il 1612 e il 1628, capolavoro indiscusso della statuaria barocca e uno dei simboli di Piacenza, dialogheranno con un’installazione di grandi dimensioni realizzata appositamente dall’autore campano, tra i più riconosciuti esponenti dell’arte italiana a livello internazionale.
PaladinoPiacenza è parte del programma di Piacenza 2020/21 promosso da un comitato composto dal Comune di Piacenza, dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, dalla Diocesi Piacenza-Bobbio, dalla Camera di Commercio di Piacenza, in linea con il tema “Crocevia di culture”, con cui si è candidata al titolo di capitale italiana della cultura.
L’intervento di Mimmo Paladino consiste in una installazione monumentale collocata al centro di piazza Cavalli in posizione equidistante tra i due monumenti equestri di Francesco Mochi ed è composta da 18 sculture in vetroresina, poste su una base quadrangolare di dodici metri.
Il soggetto dell’opera utilizza l’icona tipicamente paladiniana di un cavallo ridisegnato a partire da un modello funerario di origine etrusca che, a seconda dei contesti, si arricchisce di risonanze omeriche, rurali, cortesi, migratorie, militari.
Il cavallo è dato come elemento formale di passaggio tra mondo antico e mondo moderno, oltre che come luogo di incontro e scontro tra le civiltà di Oriente e Occidente.
Nel caso di PaladinoPiacenza è evidente la volontà di interloquire con i monumenti farnesiani che danno il nome alla piazza centrale della città, opponendo al fasto delle sculture del Mochi il rigore delle forme stilizzate di Paladino.
“Ancora una volta– afferma Flavio Arensi – Paladino dimostra di essere in grado d’intervenire in spazi complessi in cui la storia si esibisce come accumulo armonioso e dove l’opera d’arte contemporanea diventa luogo d’interconnessione, nella propria capacità di creare un cortocircuito visivo e culturale del tutto autonomo. È, infatti, una caratteristica precipua del linguaggio di Paladino riuscire a cogliere i motivi generali che connotano l’ambiente, servendosene in maniera libera e autosufficiente, per edificare un nuovo racconto per immagini”.
“Come già capitato per altre installazioni – prosegue Flavio Arensi -, si pensi alla Montagna di sale o alla grande Croce di Firenze, l’opera è temporanea e resta una sorta di apparizione effimera, un elemento momentaneo che assume in sé le condizioni preesistenti. La piazza intera, dunque, diviene opera di Paladino, sinfonia fra le parti e le persone che l’abitano”.
I due monumenti equestri collocati in piazza Cavalli si devono allo scultore toscano Francesco Mochi da Montevarchi (1580-1654), che ci lavorò per sedici anni, dal 1612 al 1628. Ranuccio Farnese, in costume romano, è raffigurato in modi ancora classicheggianti; più matura la resa del padre Alessandro percorso da un fremente dinamismo riflesso nel mantello e nella gualdrappa gonfiati dal vento, particolari, che denotano un evidente aggiornamento nello stile, premessa ai grandi capolavori del Bernini.

From 10 October to 28 February 2021, Piazza Cavalli in the heart of Piacenza will host PaladinoPiacenza, an initiative curated by Flavio Arensi and Eugenio Gazzola, that will provide a new and fascinating opportunity to compare the works of two masters of modern and contemporary art: Francesco Mochi from Montevarchi (1580-1654) and Mimmo Paladino (Paduli, Benevento, 1948).
The bronze equestrian statues of Alessandro and Ranuccio I Farnese that Mochi produced between 1612 and 1628, which are undisputed masterpieces of Baroque sculpture and are one of the symbols of Piacenza, will be juxtaposed with a large installation created specifically for this purpose by Paladino, one of the best-known exponents of Italian art on an international level.
PaladinoPiacenza is part of the Piacenza 2020/21 programme promoted by a committee composed of the Municipality of Piacenza, the Fondazione di Piacenza e Vigevano, the Diocese of Piacenza-Bobbio and the Piacenza Chamber of Commerce. It focuses on the “Crossroads of cultures” theme that Piacenza adopted in its candidacy for the title of Italian capital of culture.
Mimmo Paladino’s contribution is a monumental installation positioned in the centre of Piazza Cavalli, midway between Francesco Mochi’s two equestrian monuments. It is composed of 18 fibreglass sculptures, mounted on a 12 metre-square plinth.
The work reprises one of Paladino’s characteristic icons, based on an Etruscan funerary model of a horse that, depending on its surroundings, takes on a Homeric, rural, courtly, migratory or military quality.
The horse is used as a formal element of transition between the ancient and modern worlds, and also as the place where the Eastern and Western civilisations are as one and also at odds.
In the case of PaladinoPiacenza, there is an obvious desire to interact with the Farnese monuments that give the city’s central square its name, countering the splendour of Mochi’s sculptures with the rigour of Paladino’s stylised forms.
As Flavio Arensi notes, “Paladino once again proves himself capable of intervening in complex spaces where history reveals itself as a harmonious accretion and where the contemporary artwork becomes a place of interconnection, in its ability to create an entirely autonomous visual and cultural short-circuit. Indeed, one of the salient features of Paladino’s language is that it is able to grasp the overall leitmotifs that characterise a given setting and use them in a free and self-sufficient manner to construct a new story through images.”
“As with other installations, such as the Montagna di sale or the large Croce in Florence, the work is temporary and remains a sort of ephemeral apparition, a fleeting element that absorbs the pre-existing conditions. The whole square thus becomes a work by Paladino, a symphony between the parts and the people that occupy it,” concludes Arensi.
The two equestrian monuments located in Piazza Cavalli are the work of Francesco Mochi, the Tuscan sculptor from Montevarchi (1580-1654), who took sixteen years, from 1612 to 1628, to produce them. Ranuccio Farnese is depicted in Roman garb and modelled in a classical manner; but his father Alessandro is rendered in a much more mature style, imbued with a spirited dynamism reflected in the billowing mantle and caparison – details that reveal his clearly updated style, prefiguring the great masterpieces of Bernini.
Immagine di copertina: PaladinoPiacenza, veduta dell’installazione, Piazza Cavalli (Piacenza) ©️ Lorenzo Palmieri 2020