18 – 27 marzo 2022
La Pelanda, Roma
A cura di Ilaria Mancia
Le porte della Pelanda si aprono al pubblico con un nuovo movimento delle apparizioni artistiche di re-creatures. Installazioni e momenti performativi, da marzo all’estate, con cadenza crescente, attiveranno gli spazi in sinergia con le altre attività di formazione, ricerca e produzione che si svolgono al Mattatoio.
Gli artisti e le artiste che presenteranno i loro lavori creano tangenze fra i diversi progetti, presentando opere prodotte nelle residenze di Prender-si cura, oppure dando forma alla condivisione delle loro pratiche nel Master MAP_PA (Master in Arti Performative di Palaexpo e Accademia di Belle Arti di Roma) e nei laboratori gratuiti.
re-creatures è un invito alla condivisione pubblica di un reticolo multiforme di proposte legate ai diversi linguaggi delle arti performative, nella convinzione che la ricerca artistica e le pratiche discorsive e critiche siano gli strumenti più efficaci per superare le chiusure identitarie, attivare un dialogo (anche fra le diverse specie), evitare escalation conflittuali, elaborare la follia della distruttività umana. Oggi più che mai.
Le prime aperture sono due viaggi: Pas de Deux di Roberto Fassone: una coreografia in forma di installazione video, un “trip” psichedelico fra immaginario e sogno, una paradossale, ipnotica, ironica, danza fra due video. Black Med, Chapter IV, VII di Invernomuto: sessioni d’ascolto performative, dj set accompagnati da proiezioni, testi e racconti che seguono le traiettorie che i suoni tracciano attraversando l’area proteiforme del Mediterraneo, zona di scambio, crisi e conflitti.

ROBERTO FASSONE. PAS DE DEUX, 2021
Coreografia per due video; 20’
Dal 18 al 27 marzo verrà presentata Pas de Deux dell’artista Roberto Fassone, una coreografia in forma di installazione video, prodotta da Lo schermo dell’arte nell’ambito del progetto “Artists’ Film Italia Recovery Fund” e co-prodotta dall’Azienda Speciale PalaExpo. L’opera è stata in parte realizzata durante il programma di residenze di ricerca e produzione artistica Prender-si Cura 2021 del Mattatoio.
Roberto Fassone ha scelto, per il suo lavoro durante la residenza in Pelanda, il Teatro 1, una black box con platea; qui ha montato il video a doppio canale Pas de Deux e qui lo presenta al pubblico mettendo in dialogo i due schermi e trattando, più da coreografo che da regista, le immagini in movimento come passi di danza, una danza a due.
Pas De Deux è una surreale coreografia per due video. Il lavoro mostra lo svilupparsi di un trip psichedelico attraverso quattro capitoli non lineari, ispirati a Un Chien Andalou (1929, Luis Buñuel e Salvador Dalì). Una frammentaria collezione di idee trasporta lo spettatore in un singolare viaggio: un tentativo di scappare, tramite l’immaginazione, i sogni e le sostanze psichedeliche, dai lockdown e dalle paure. Preparatevi a incontrare foreste sottosopra, poesie di Yoko Ono, colorate partite di tennis, parole impossibili, cactus che respirano, bimbi feroci, brevissimi documentari, antologie post-internet, cavalli, vampiri e cristalli.
Non attaccatevi troppo alle immagini; rilassatevi e godetevi il flusso che scorre.
FILM CREDITS: Una coreografia di Roberto Fassone, prodotta da Lo schermo dell’arte nell’ambito del progetto Artists’ Film Italia Recovery Fund. Coproduzione Azienda Speciale Palaexpo, Mattatoio | Progetto Prendersi cura. Montaggio: Roberto Fassone con l’aiuto di Giacomo Raffaelli. Colonna sonora a cura di Lucia Battista. Audio mix di Francesco Fonassi.
INVERNOMUTO. BLACK MED, CHAPTER IV, VII
Listening session, performance, 90’
Invernomuto presenta due capitoli della serie di sessioni di ascolto Black Med: Black Med, Chapter IV – presentato in anteprima alla 58. Biennale Arte 2019 di Venezia, – e Black Med, Chapter VII – commissionato dal 58. Salone d’Ottobre / Biennale di Belgrado 2021. Entrambi i capitoli vengono presentati per la prima volta a Roma in questa occasione.
Il Mar Mediterraneo è da sempre lo spazio fluido dello scambio, dell’intreccio di culture, del trasferimento di conoscenze e merci, ma anche scenario di conflitti per il predominio economico e, oggi più che mai, luogo e simbolo della speranza e del pericolo per un’umanità migrante.
Seguendo la teoria della studiosa Alessandra Di Maio sul “Mediterraneo nero”, che avvicina e separa l’Europa dall’Africa, Black Med mira a intercettare le traiettorie che i suoni tracciano attraversando quest’area proteiforme. Divise in diversi capitoli, le sessioni di ascolto di Black Med si basano su un DJ set supportato da una serie di proiezioni di slide contenenti testi teorici e retroscena che fanno riferimento a brani musicali, raggruppati per temi elegiaci. Le sessioni esplorano diversi percorsi di movimento sonoro, toccando argomenti come gli usi alternativi della tecnologia, le migrazioni, le periferie e la comunicazione interspecie.
Black Med, Chapter IV espande la ricerca sul Mediterraneo includendo una deviazione nel Golfo Persico; Black Med, Chapter VII si concentra, invece, sull’area balcanica, le sue storie e i suoi confini militarizzati, per indagare le molteplici direzioni sonore tracciate nell’Adriatico.
CREDITS: Black Med, Chapter IV (2019) di Invernomuto, supportato da Alserkal Avenue (Dubai), La Biennale di Venezia – Biennale Arte 2019. Black Med, Chapter VII (2021) di Invernomuto, commissionato da 58. Salone d’Ottobre / Bienniale di Belgrado: The Dreamers, a cura di Ilaria Marotta e Andrea Baccin
Copertina: Invernomuto, Black Med, Chapter II, set up, performance view at Dansem Festival, Marseille 2018