10 – 13 marzo 2022 ore 11 – 19
Teatro del Castello, Castello di Rivoli (TO)
A cura di Nikita Kadan con Giulia Colletti
Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea presenta una rassegna di opere filmiche e immagini in movimento di artisti contemporanei dall’Ucraina dal titolo Una lettera dal fronte, curata dall’artista Nikita Kadan (Kiev, 1982) con Giulia Colletti.
Gli artisti ucraini che partecipano alla rassegna con le loro opere sono attualmente bloccati nelle città sotto assedio oppure sono riusciti a rifugiarsi nelle zone di frontiera o nei Paesi limitrofi. Si stanno mobilitando all’interno o all’esterno dei confini del Paese lacerato dalla guerra, misurandosi con le distanze attraverso i propri corpi. Alcuni di loro non sono riusciti a recuperare gli hard drive prima di lasciare le abitazioni e studi, e pertanto questa rassegna non può che confrontarsi anche con le modalità in cui le opere sono salvate in formato digitale su server, cloud e piattaforme web.
Le proiezioni sono introdotte da una conversazione in streaming tra Nikita Kadan, che si trova a Kiev, e Carolyn Christov-Bakargiev.
Le opere presentate sono di: AntiGONNA, Nikita Kadan, Yaroslav Futymsky, Nikolay Karabinovych, Alina Kleytman, Yuri Leiderman, Katya Libkind, Yarema Malashchuk and Roman Himey, Lada Nakonechna, R.E.P., Revkovsky / Rachinsky, Oleksiy Sai
“Maggiori sono le distanze”, dichiarano gli artisti partecipanti, “più ci sentiamo uniti nella nostra richiesta di fermare l’aggressione russa in Ucraina. Non potremmo essere più solidali di come lo siamo adesso, proprio in questi momenti in cui stiamo realizzando che anni di lotte politiche rischiano di dissolversi e andare in fumo. La selezione delle opere filmiche e delle immagini in movimento presentate in questa occasione non parlano strettamente del conflitto in atto. Si tratta piuttosto di testimonianze degli sforzi fatti (o che pensavamo di aver fatto) per impedire che il conflitto si inasprisse. Queste opere possono essere lette come un presagio della catastrofe evidente e inevitabile, che troppo spesso nella storia dell’Ucraina è stata tangibile”.
“Il Museo oggi”, afferma il Direttore Carolyn Christov-Bakargiev, “è un luogo che deve essere capace di concepire la propria attività a diverse velocità, quella della riflessione che è alla base di progetti espositivi che si programmano nei tempi lunghi e quella della reazione che rapidamente è opportuno avere nelle situazioni limite, come quelle che stiamo vivendo, in cui anche un Museo può e forse deve fare la propria parte, sempre nello spirito della condivisione, della produzione culturale e della pace”.
*Il titolo è preso in prestito dall’iconico dipinto sovietico del 1947 di Aleksandr Laktionov (Rostov-on-Don, 1910 – Mosca, 1972).
Yaroslav Futymsky, Flag is burning (La bandiera sta bruciando), 2019, colore, suono / color, sound, 1:51 min. Courtesy l’artista / the artist
Yaroslav Futymsky, Second attempt (Secondo tentativo), 2019, colore, suono / color, sound, 3:28 min. Courtesy l’artista / the artist
Le videoperformance di Yaroslav Futymsky sono spesso legate alle tracce della storia politica nascoste in un paesaggio. Allo stesso tempo prendono la forma di manifestazioni politiche in un mondo postpolitico: evocano fantasmi di rivoluzioni passate e presenti. / The videoperformances of Yaroslav Futymsky are often related to the traces of political history hidden in the landscape. At the same time, they take the shape of political manifestations in a postpolitical world: summoning the ghosts of past and present revolutions.
Katya Libkind, Where are Your Big Ears Dear Dead Grandma? (Dove sono le tue grandi orecchie, cara nonna?), 2021, colore, suono / color, sound, 6:44 min. Courtesy l’artista / the artist
La nonna di Libkind morì all’età di 86 anni in Israele, annegando in acqua. Mettendo in scena una fittizia conversazione nel giorno del suo compleanno, l’artista rende omaggio al suo antenato. / Libkind’s grandmother died at the age of 86 in Israel, choking on plain water. Reconstruct a nonexistent conversation on her birthday, the artist pays homage to her ancestor.
AntiGonna, Enter the War (Entra in guerra), 2017, colore, suono / color, sound, 3:57 min. Courtesy l’artista / the artist
La guerra risiede nelle profondità della Terra. Le persone stesse la lasciano entrare. La guerra chiede di entrare. / War lives deep under the Earth. People themselves let it in. The war asks to enter.
AntiGonna, Rave on the bones (Rave sulle ossa), 2017, colore, suono / color, sound, 6:59 min. Courtesy l’artista / the artist
In un periodo in cui la guerra in Ucraina si protrae, si protraggono anche i rave. Rave sulle ossa. / At the same time, when the war continues in Ukraine till today, also the raves continue. Raves on the bones.
AntiGonna (in collaborazione con / in collaboration with Nikita Kadan), Lucid Skin (Pelle lucida), 2019, colore, suono / color, sound, 16:16 min. Courtesy l’artista / the artist
Il protagonista è un artista che ripensa la sua identità. Compie atti di autolesionismo come modo per punire la propria ‘mascolinità’. / The protagonist is an artist who rethinks his identity. He is into self-harm as a way to punish his ‘masculinity’.
Yarema Malashchuk & Roman Himey, Dedicated to the Youth of the World II (Dedicato alla gioventù del mondo II), 2019, video HD, colore, suono / HD video, color, sound, 9 min. Courtesy gli artisti / the artists
Techno-rave Cxema e gioventù, su cui la macchina da presa mette a fuoco la mattina successiva all’evento. Questo è il luogo d’incontro che i giovani di Kyiv stanno aspettando e per il quale si stanno preparando. Questa particolare fuga dalla vita quotidiana e il suo rifiuto evocano forme di rituali moderni. / The focus of the film is the techno rave Cxema and the youth, on which the camera is carefully focused the next morning after the event. This is the place and meeting that the youth of Kyiv are waiting for and preparing for — this particular escape from everyday life, rejection of it — evokes strange feelings of modern ritual.
R.E.P., Yodler, 2011, colore, suono / color, sound, 17:59 min. Courtesy gli artisti / the artists
Yodler fa parte di una serie di video che documentano le performance che il collettivo R.E.P. ha realizzato in contesti diversi e periferici, secondo le tradizioni popolari locali e le attuali situazioni culturali. Ogni volta, il pezzo interpretato dall’attore prende in prestito il titolo dal linguaggio in cui è realizzato, portando la tradizione di musicisti popolari itineranti, in questo caso austriaci, che scrivono ed eseguono canti religiosi, storici ed epici. / Yodler is part of a series of videos documenting site-specific performances that the R.E.P. group has produced in diverse, peripheral contexts, according to local folk traditions and current cultural situations. Each time, the actor-performed piece borrows its title from the language in which it is realized, carrying the tradition of itinerant folk musicians, in this case from Austria, who write and perform religious, historical, and epic songs.
R.E.P., Smuggling (Contrabbando), 2007, colore, suono / color, sound, 10 min. Courtesy gli artisti / the artists
La realtà documentaria di coloro che attraversano quotidianamente il confine, di coloro che si recano in un Paese limitrofo nella speranza di vendere una stecca di sigarette o una bottiglia di vodka per un misero profitto e che, in qualche modo miracoloso, corrisponde e non corrisponde alle azioni degli artisti che viaggiano con loro. / The documentary reality of those who cross the border daily, those traveling to a slightly better-off country in hopes of selling a carton of cigarettes or a bottle of vodka for meager profit, in some miraculous way both does and does not correspond to the actions of the artists traveling with them.
Nikolay Karabinovych, As far as Possible (Il più lontano possibile), 2020, bianco e nero, suono / b&w, sound, 6:23 min. Courtesy l’artista / the artist
Un gruppo di turisti viaggia in pullman attraverso l’estuario di Kuyalnitsky alla periferia di Odessa, nelle grotte in cui si rifugiarono alcuni ebrei, inclusa la bisnonna dell’artista, durante l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. / A tour group traveling by bus through the Kuyalnitsky estuary on the outskirts of Odessa, whose caves Jewish residents, including the artist’s great-grandmother, took refuge in during the outset of World War II.
Dana Kavelina, There are no Monuments to Monuments (Non esistono monumenti per i monumenti), 2021, colore, suono / color, sound, 34:35 min. Courtesy l’artista / the artist
Un gruppo di persone parla di un monumento presumibilmente eretto a memoria della Catastrofe, ma le loro parole si disgregano non permettendo di comprendere né a quale monumento né a quale catastrofe facciano riferimento. / People are talking about a certain monument that was presumably erected to memorize the Catastrophe, but their speech falls apart, and we cannot compose a single image of either the monument or the catastrophe that happened to these people.
Daniil Revkovsky & Andriy Rachinsky, Labor Safety in the Region of Dnipropetrovsk (Sicurezza sul lavoro nella regione di Dnipropetrovsk), 2018, colore, suono / color, sound, 22:13 min. Courtesy gli artisti / the artists
Filmati di vari siti industriali nella regione di Dnipropetrovsk sono assemblati senza un apparente montaggio specifico. Il video presenta un paesaggio di industrie in rovina ma ancora funzionanti, un paesaggio dalla natura e dal lavoro sviliti. Gli eventi che si susseguono sono a un tempo triviali e catastrofi: fanno parte della routine lavorativa ma forieri di uno stato di collasso. / Found footage from various industrial sites at the Dnipropetrovsk region are assembled into a seemingly neutral way, without specific montage. A landscape of ruined but still working industries, a landscape of exhausted nature and work. The events taking place are both mundane and catastrophic – they are part of the working routine and they are also manifesting the state of collapse.
Oleksiy Sai, The longest, the most productive – Deep cleansing power (Il più lungo è il più produttivo – profondo potere detergente), 2021, colore, suono / color, sound, 3:29 min. Courtesy gli artisti / the artists
Gli artisti Oleksiy Sai si guadagnano da vivere come registi di spot pubblicitari. I loro video sono collage di spot con slogan ripetuti come “Il più lungo e il più produttivo” o “Potere di pulizia profonda”. Come chiosato da un collega: ‘L’inferno me lo immagino così’. / Artists Oleksiy Sai makes his living as director of commercials. Hi video work is using fragments of this commercials with repeating slogans “The longest and the most productive” and “Deep cleansing power”. As one of his colleagues said – ‘Our hell will look like this’.
Alina Kleytman, Responsibility (Responsabilità), 2017, colore, suono / color, sound, 6:24 min. Courtesy l’artista / the artist
Una ragazza sfoggia un ridicolo travestimento teso a mostrare come le persone “indossino” le aspettative altrui, cucendosele addosso come fossero vestiti. / A girl wearing a ridiculous masquerade meant to show how people wear the other people’s expectations about them like dresses.
Lada Nakonechna, Switch on Red (Passa al rosso), 2016, colore, suono / color, sound, 3:02 min. Courtesy l’artista / the artist, Galerie EIGEN + ART Leipzig/Berlin
Propongo di provare a posizionarci dentro alla Catastrofe e di immaginare modi per parlarne dall’interno. La Catastrofe è qualcosa di molto personale, ma d’altro canto non riguarda il singolo, perché la persona non è sola in questa situazione o in questa guerra. Si tratta anche di una catastrofe delle relazioni e della sfera sociale, che influenza la politica, gli atteggiamenti generali e le nostre relazioni” / “I propose that we try to place ourselves inside the Catastrophe and to think about finding ways of how we can speak about it from the position of being within. Catastrophe could be something very personal, but on the other hand it is not only about the single person, because the person is not alone, in this situation or in this war. It is also a catastrophe of relations and of the social sphere, which influences politics, general attitudes and our relationships.”
La conversazione tra Nikita Kadan e Carolyn Christov-Bakargiev sarà trasmessa via Instagram live alle ore 11 di giovedì 10 marzo 2022.
Le proiezioni saranno trasmesse in presenza dal Teatro del Castello di Rivoli dal 10 al 13 marzo dalle ore 11 alle ore 19 e, a partire dall’11 marzo, anche sulla pagina Cosmo Digitale del Castello di Rivoli e sulla pagina web de ‘Il Giornale dell’Arte’.